La befana vien di notte… – Di Daniela Larentis

Ci sono cose non troppo impegnative che, anche chiedendole, non si possono ricevere

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L’Epifania è la festa cristiana che ricorda un incontro, quello fra i tre Re Magi e Gesù, e ad essa è legata la figura della befana, la vecchina che, secondo la tradizione popolare, arriva il 6 gennaio a portare doni ai bambini.
Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, uomini saggi venuti dal lontano Oriente, secondo i Vangeli, arrivano a Betlemme scrutando il firmamento (i loro nomi e il titolo di re pare si debbano ai vangeli apocrifi).
È facile immaginarli. Ci sembra di vederli mentre additano una stella, nel cuore della notte, quella che brilla più intensamente nel cielo.
E poi, finalmente, arrivano a Betlemme, chiedendo: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo» (Mt, 2,2 La Bibbia, testo ufficiale CEI, ed. Piemme), giungendo infine innanzi alla stalla dove è nato Gesù e portando in offerta dei doni: oro, incenso e mirra.
Il loro valore simbolico indicherebbe ciò che Gesù è: Dio, uomo mortale e re (l’incenso era infatti offerto alla divinità, l’oro abbelliva gli abiti dei re e la mirra veniva usata nelle cerimonie di sepoltura).
Per ricordare tale incontro Gentile da Fabriano nel Quattrocento realizzò «l’Adorazione dei Magi» (foto), un dipinto a tempera e oro su tavola conservato in tutto il suo splendore presso la Galleria degli Uffizi di Firenze (altri famosi pittori la dipinsero, fra questi ricordiamo il Tintoretto e Giovan Battista Tiepolo).
 
«La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte».
Pensando a lei viene spontaneo domandarsi: «E se la buona vecchina portasse un dono anche agli adulti, cosa potrebbe donare loro? Cosa chiederebbero questi bambini ormai cresciuti?»
Forse seconde occasioni per rimediare all’egoismo accumulato nel tempo?
Del denaro da poter spendere con leggerezza? (Gli adulti sanno sempre come spendere il denaro).
Un viaggio premio?
O qualcosa di molto costoso che possa in qualche modo offrire un po’ di consolazione?
Molti chiederebbero la salute, altri solo un po’ di pace.
O forse, inaspettatamente, una bacchetta magica che riuscisse a farli ritornare bambini, non esteriormente, certo che no, bensì intimamente?
La cara vecchina, magari, ad alcuni potrebbe offrire un dono assai prezioso, la spontaneità delle azioni, per esempio, ossia la freschezza e l’autenticità dei loro sentimenti.
 
Riflettiamo sul fatto che il mondo popolato dagli individui che definiamo «maturi» è molto più inospitale di quello dei «fanciulli» e più insidioso.
Nel mondo dei bambini l’ipocrisia è praticamente assente, quando questi compiono una buona azione lo fanno quasi sicuramente in modo spontaneo, senza voler nulla in cambio, le loro intenzioni sono limpide come l’acqua che sgorga da un ruscello in primavera.
Là è bello vivere, perché le persone si mostrano per quelle che sono (almeno, questo succede quando i bambini sono ancora piccoli e privi di malizia, quando manifestano la loro vera natura senza secondi fini).
Non si può dire che la stessa cosa accada sempre nel mondo degli adulti, alcuni dei quali con una certa irritante frequenza compiono le cosiddette «buone azioni» solo per ricevere in cambio consenso e ammirazione.
Pensiamo per esempio alla messa e al momento dell’elemosina fatta in chiesa durante la sua celebrazione: quanti fedeli offrono davvero quei soldi con il cuore e quanti lo fanno per apparire generosi (peraltro più davanti agli altri uomini che davanti a Dio)?
Ma questa è solo una piccola dimostrazione dell’ipocrisia umana, ci sarebbero esempi di gran lunga peggiori.
 
A tal proposito è scritto nel Vangelo di Matteo (Mt 6,1 – La Bibbia – testo ufficiale CEI Piemme – pag. 1802): «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini.
«In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta, e il Padre tuo, che vede, nel segreto, ti ricompenserà.»
Sempre nel Vangelo di Matteo ecco ancora le parole di Gesù riferite alla preghiera, alla simulazione di buoni sentimenti e a chi lo fa solo per ostentare belle qualità, per farsi notare dagli altri, senza poi crederci davvero: «Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini…».
Quante persone si comportano così nella vita di tutti i giorni, e non solo dentro le chiese?
 
Ma torniamo alla befana, alla quale si potrebbero chiedere molte altre cose, certamente più urgenti, come per esempio far sparire le guerre dal mondo e quindi l’odio fra tutti gli uomini.
Questo sì che sarebbe proprio un bel dono! Il più bello di tutti e anche il più banale, d’altra parte il male stesso è banale, come ricorda il libro di Hannah Arendt, intitolato appunto «La banalità del male» (il saggio riguarda i resoconti del processo Adolf Eichmann, il gerarca nazista processato e poi condannato a Gerusalemme agli inizi degli anni Sessanta).
Ci sono cose molto meno impegnative che, anche chiedendole, non si possono ricevere, almeno non subito.
Bisogna avere pazienza e continuare a sperare. Se non si è pazienti e non si vuol restar delusi tanto vale limitarsi a domandare qualcosa di semplice, come una calza colma di dolcetti.
È più probabile che arrivino quelli anziché l’agognata pensione…
 
Daniela Larentis – [email protected]