«Il giornalismo non può diventare un concorso a premi»
Una nota dell’Ordine dei Giornalisti commenta la «bizzarria» di un’iniziativa della Cassa Rurale di Levico
Di seguito pubblichiamo la nota inviata dall’Ordine del Giornalisti del Trentino Alto Adige a commento di un’iniziativa della Cassa Rurale di Levico, che si adopera per favorire la crescita di un «buon giornalismo di comunità». Ben vengano le iniziative volte a insegnare alla gente come si fa a scrivere. Ma va sempre precisato quando non c’è l’imprimatur dell’Ordine dei Giornalisti, che in questo caso prende addirittura le distanze con ironia. Ricordiamo infatti che l’Ordine, prima ancora di tutelare i propri iscritti, si adopera per tutelare i lettori. |
Il consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige ha appreso dalla stampa che a Levico, con il contributo della Cassa rurale, è in previsione l’avvio di un corso di «buon giornalismo di comunità» riservato a persone da 18 a 35 anni.
Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti, quale ente deputato per legge a vigilare sulla professione di giornalista e sull’ accesso agli elenchi professionali, dichiara che non è coinvolto né partecipe, e quindi estraneo anche dal punto di vista deontologico, nell’iniziativa sopra indicata.
Segnala che la legge prevede esplicitamente le categorie dei giornalisti (professionisti, pubblicisti, praticanti, elenco speciale, giornalisti stranieri) e che non esiste la fattispecie di «giornalista di comunità».
Inoltre non possiamo non evidenziare la bizzarria della concessione della possibilità di collaborare con una testata giornalistica ai partecipanti al corso.
È evidente a tutti che il giornalismo non può diventare un concorso a premi.
Fabrizio Franchi
Presidente dell'Ordine dei Giornalisti
del Trentino Alto Adige