La campagna di odio contro il Trentino per la vicenda dell’orso
Con quale facilità si dimentica la generosità trentina: arrivano minacce, disdette, accuse, panzane... E neanche una parola per la vittima di JJ4
Il Trentino non si è mai vantato della propria solidarietà, che si è dimostrata generosa in mille occasioni.
Le 500 casette di legno regalate agli abruzzesi costarono 17,5 milioni, ai quali vanno aggiunte le migliaia di ore di lavoro dei nostri volontari che non hanno chiesto un solo centesimo per costruirle prima dell’arrivo dell’inverno.
Ricordo che Berlusconi le aveva inaugurate senza accennare al Trentino facendo trovare sulle tavole delle nuove casette spumante… non trentino.
Quando accadde il terremoto di Amatrice, regalammo una scuola, costruita prima che iniziasse l’anno scolastico.
Poi il nostro unico ospedale da campo fu regalato alla Turchia.
Infine – sempre per restare sugli argomenti più evidenti – abbiamo inviato in Moldavia i container abitativi per accogliere i profughi ucraini.
Tutto questo lo abbiamo raccontato perché quanto sta accadendo in seguito alla disgrazia del giovane sbranato dall’orso sembra abbia fatto dimenticare la generosità della nostra gente. Siamo improvvisamente diventati egoisti, cattivi, senza cuore. O forse lo siamo sempre stati.
In redazione sono arrivati molti messaggi offensivi da gente - non trentina - che ci accusa di essere privi di sensibilità perché non vogliamo più gli orsi. Perché ne vogliamo deportare più della metà e ne vogliamo uccidere almeno due.
Alcuni hanno disdetto la prenotazione in Trentino, altri non mangeranno più mele trentine, altri ancora dicono che dobbiamo imparare (chissà cosa) dal resto dell’Italia…
Per loro niente più le fantastiche Dolomiti, non più vino eccellente, non più laghi romantici, non più aria pura. Che diavolo, si può ben fare a meno di tutto questo ben di dio, anche se spiace un po’ lasciarlo agli stranieri…
Il nostro satiro, la «Talpa», citerebbe l’esempio del marito che si fa castrare per fare un dispetto alla moglie.
Ma noi non siamo dissacratori e riteniamo che molto probabilmente hanno solo paura di incontrare davvero l’orso, che non rappresenta più la romantica figura alla Walt Disney di un tempo (qualche turista chiedeva all’albergatore a che ora passa l’orso). Ora rappresenta il pericolo concreto di essere sbranati.
Su questo non abbiamo niente da dire. Torneranno quando gli orsi saranno più che dimezzati.
In qualche modo faremo. Abbiamo avuto disgrazie ben peggiori.
Anzi qualcuno scrive di approfittarne per venire in vacanza senza doverla condividere con questa gente.
Quello che ci dispiace è che nessuno - ripeto: nessuno – di quelli che hanno mandato messaggi a favore degli orsi abbia speso una sola parola di cordoglio per la povera vittima uccisa dall’orsa JJ4.
Tanto di cappello ai familiari di Andrea Papi, che hanno dimostrato una grande generosità d’animo, affermando che non chiedono la morte dell’orsa assassina.
Si deve solo fare in modo che non accada più. Ed è quello che il presidente della Provincia cerca di fare.
G. de Mozzi