Il papavero è anche un fiore – Di Nadia Clementi
Parliamo delle principali sostanze stupefacenti grazie alla collaborazione con le Forze dell'Ordine
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Dossier dei Reparti specializzati delle Forze dell'Ordine presenti sul territorio per la prevenzione e repressione del traffico e spaccio delle sostanze stupefacenti, fra i quali anche il Servizio Cinofilo della Guardia di Finanza.
Negli ultimi anni il fenomeno della droga ha subito un incremento, nonostante il continuo impegno da parte delle forze dell'ordine di contrastare questo terribile nemico.
I consumatori di droghe sono sempre più giovani, anche minorenni. Sono spinti dall’interesse per i presunti effetti che, a parer loro, portano a un paradiso artificiale o a un fasullo benessere psicofisico, inconsapevoli che a lungo andare lo stato di alterazione temporanea e la voglia di trasgredire attivano un meccanismo di autodistruzione da cui è difficile uscire.
La famiglia in questo contesto ha sicuramente un ruolo educativo fondamentale, quello di infondere principi morali, come il rispetto per se stessi, per la legalità e la conservazione dalla propria salute fisica.
Anche la scuola e le istituzioni possono contribuire a fare chiarezza divulgando informazioni sulle droghe e sottolineando quali sono e quali saranno in futuro gli effetti collaterali devastanti sull'organismo, nonché i danni derivanti dal conseguente isolamento sociale.
Sappiamo quanto sia importante il dialogo finalizzato alla prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti in particolare tra gli adolescenti che sono i soggetti più a rischio.
È cronaca di questi ultimi mesi la proposta di legge riguardante la liberalizzazione alle cosiddette «droghe leggere» come hashish e marijuana, che ha scatenato discussioni e polemiche politiche.
Anche per questo motivo ci siamo documentati con i Reparti Specializzati delle Forze dell’Ordine per la prevenzione e repressione del traffico e spaccio delle sostanze stupefacenti, grazie ai quali abbiamo potuto realizzare il dossier che pubblichiamo qui di seguito.
Cenni sulle principali sostanze stupefacenti
Premessa
La legislazione vigente in materia di stupefacenti e di sostanze psicotrope non contiene una espressa definizione di «sostanza stupefacente».
Tuttavia in termini generali con il termine «droghe» si suole fare riferimento ad ogni sostanza di origine vegetale o sintetizzata chimicamente capace di provocare alterazioni dannose dell’equilibrio psicofisico di chi le assume, agendo sul sistema nervoso centrale nonché indurre assuefazione e dipendenza.
Strettamente connessa alla definizione di stupefacente, è quella della tossicodipendenza, per la quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di tossicodipendenza come «una condizione di intossicazione cronica o periodica, dannosa all’individuo e alla società, prodotta dall’uso ripetuto di una sostanza chimica naturale o di sintesi», le cui caratteristiche sono:
• il desiderio incontrollabile di continuare ad assumere la sostanza e di procurarsela con ogni mezzo;
• la tendenza ad aumentare la dose per ottenere gli stessi effetti;
• la dipendenza psichica, a volte, anche fisica dagli effetti della sostanza.
Tornando al concetto generale di sostanza stupefacente, considerate le molteplicità dei tipi esistenti, al fine di effettuare una immediata classificazione, possiamo distinguere le droghe sotto vari profili come ad esempio quello legislativo, quello chimico e quello medico.
Da un punto di vista legislativo si hanno:
• le droghe lecite, ossia liberamente in commercio (alcool, tabacco);
• le droghe illecite, il cui commercio è vietato e punito da apposite norme di legge – D.P.R. 309/90 (oppiacei, derivati della canapa, cocaina, amfetamine etc);
Da un punto di vista chimico si hanno:
• le droghe naturali, quelle il cui principio attivo (principale componente chimico) è presente in natura (THC, Oppio, Codeina, LSD etc.)
• le droghe sintetiche: quelle prodotte in laboratorio per sintesi chimica (amfetamina, metamfetamina etc.)
Da un punto di vista medico si hanno:
• droghe c.d. leggere, quelle per le quali i pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica sono di intensità e gravità minori (derivati della cannabis indica quali hashish e marijuana; prodotti ad uso terapeutico contenenti principi attivi delle varie sostanze stupefacenti);
• droghe c.d. pesanti, quelle in grado di produrre effetti sul sistema nervoso centrale ed hanno capacità di determinare dipendenza fisica o psichica nell’assuntore (oppio e suoi derivati quali morfina ed eroina; cocaina; amfetamine etc.);
OPPIO E DERIVATI
Per oppio si intende il succo lattiginoso ottenuto dall’incisione delle capsule ancora verdi del papavero sonnifero.
Il Papaver Somniferum è stato coltivato nelle regioni mediterranee circa dal 300 a.C. Da qui si è diffuso in numerosi paesi: attualmente le coltivazioni si trovano nei paesi del Sud-Est Asiatico, nel Medio Oriente, in alcune regioni dell’Asia Sovietica e della Cina.
Le capsule del papavero hanno la forma di una sfera irregolare o di un calice, sormontato da una corona dentellata. Possono avere dimensioni e peso variabili da 1-2 cm a 5-6 cm di diametro e da meno di 1 g a qualche grammo, dopo l’essiccamento. Assomigliano molto alle capsule del papavero nostrano, ma sono più grandi.
Dall’oppio si ricavano numerosi alcaloidi, tra i quali la morfina e l’eroina.
La morfina è la principale alcaloide dell’oppio.
Per fare un kg. di morfina occorrono 10 kg. di oppio. Nei grossi traffici, viene trattata come morfina grezza. Generalmente ha l’odore dell’oppio e in genere assomiglia al caffè, nei paesi asiatici è chiamata eroina nr. 1.
La morfina ha avuto ed ha un notevole impiego nell’industria farmaceutica per il confezionamento di potenti analgesici: il superamento della dose terapeutica e soprattutto l’uso prolungato determinano, però, dipendenza fisica e psichica, oltre che il bisogno di aumentare la dose per ottenere gli effetti desiderati.
Il metadone è una sostanza ottenuta per sintesi completa in laboratorio; ha una struttura chimica diversa da quella della morfina, ma possiede le stesse azioni farmacologiche. Oltre che come analgesico, viene usato nei trattamenti di disassuefazione degli stati di dipendenza da oppiacei, soprattutto perché è attivo per via orale ed ha una vita media biologica di più lunga durata rispetto agli oppiacei morfinici.
L’eroina, che non ha alcun uso terapeutico, si prepara per via sintetica trattando la morfina estratta dall’oppio con anidride acetica: questo procedimento è semplice e alla portata di laboratori anche non attrezzati di apparecchiature sofisticate. E’ opportuno sottolineare che l’eroina prodotta per il traffico illecito si presenta spesso in forme assai varie dal punto di vista organolettico.
L’eroina si presenta sul mercato in polvere o granuli di colore bianco o marrone o rossastro, a seconda del tipo e della qualità; è normalmente tagliata con altre sostanze, anche dannose, come il lattosio, la polvere di marmo, la farina, il talco etc.
L’eroina ha un effetto drogante immediato (c.d. flash) ma perde rapidamente i suoi effetti, che per essere riprodotti necessitano di sempre maggiori quantità della sostanza. Determina gravi fenomeni di dipendenza fisica e psichica che inducono il consumatore ad una sempre più disperata ricerca dello stupefacente (sindrome di astinenza).
COCAINA
La cocaina viene estratta dalle foglie della pianta di coca, un arbusto diffuso nell’America Latina, in particolare in Bolivia, Colombia e Perù e si presenta in commercio sotto forma di una polvere bianca o biancastra.
A livello di spaccio la cocaina è addizionata ad altre sostanze tipo il bicarbonato di sodio (crack), la lidocaina, la procaina, il glucosio etc..
Anni addietro è stato uno stupefacente che aveva una notevole diffusione soprattutto nelle classi più elevate per via del costo e per l’effetto di eccitazione e di accentuazione delle energie fisiche e intellettuali che determina. Attualmente purtroppo il suo consumo si è allargato a tutti i ceti sociali perché il prezzo è crollato.
La sua insidiosità risiede nel fatto che se ne trascurano spesso i danni fisici e mentali che provoca sull’organismo. Falsa la leggenda che non dia origine a fenomeni di dipendenza fisica e psichica.
Varianti della cocaina.
Il crack, recentemente diffuso sul mercato, è un miscuglio di cocaina e bicarbonato di sodio, cui spesso viene aggiunta anche eroina.
Il basuco che è una miscela composta dalla lavorazione della cocaina e della marijuana.
CANAPA INDIANA E DERIVATI
La denominazione scientifica è «cannabis indica», varietà della «cannabis sativa».
La cannabis sativa è una pianta dioica (cioè esiste una pianta maschile e una femminile) ampiamente distribuita nelle zone temperate e tropicali. Le maggiori coltivazioni si trovano nel Sud-Est Asiatico, nel Medio-Oriente, in Africa, nel Nord e Sud America e nella zona caraibica.
La droga si ricava dalle foglie e dall’essudato resinoso delle infiorescenze delle piante femminili non fecondate, da cui viene ricavato il principio attivo stupefacente cha va sotto il nome di tetraidrocannabinolo (THC).
I prodotti della canapa indiana normalmente presenti sul mercato sono l’hashish e la marijuana. Differiscono, oltre che per il contenuto di THC (normalmente più elevato nella prima sostanza), anche per le modalità di realizzazione, in quanto l’hashish è ottenuto dall’essudato resinoso dei fiori, mentre la marijuana si ricava dalle foglie essiccate.
Dall’hashish viene ricavato un prodotto liquido detto olio di hashish che presenta una maggiore concentrazione percentuale di THC rispetto agli altri derivati.
È importante sottolineare che, se pur riconosciuto che i cannabinoli non determinano dipendenza fisica, è altrettanto accertato che l’uso provoca gravi danni all’organismo, soprattutto a livello del sistema nervoso centrale, e può rappresentare per il consumatore il primo gradino per avvicinarsi all’utilizzo di altre e più nocive sostanze stupefacenti.
LSD E ALTRI ALLUCINOGENI
Le sostanze allucinogene sono difficilmente classificabili a causa della molteplice varietà degli effetti droganti prodotti e della più disparata provenienza.
Una caratteristica comune degli allucinogeni può essere trovata nel c.d. stato psichedelico da questi prodotto e che si manifesta con una accentuazione degli impulsi sensoriali esterni, accompagnata dalla creazione delle più mutevoli ed indescrivibili immagini mentali (c.d. viaggio).
Tra gli allucinogeni più diffusi vi sono:
• L’LSD, o acido lisergico, che è uno dei più potenti allucinogeni conosciuti estratto da un fungo detto «segale cornuta». Viene venduto clandestinamente sotto forma di palline o impregnato in fogli di carta (c.d. francobolli);
• la mescalina, ricavata dal cactus peyote.
ANFETAMINBE E EXTASY
Sono prodotti di sintesi utilizzati in terapia a scopo dimagrante. Nell’uso illecito sono assunti per gli effetti psicostimolanti.
Mentre le amfetamine prodotte dalle industrie farmaceutiche a scopi terapeutici sono commerciate sotto forma di compresse, confetti o capsule, nel mercato illecito delle droghe si presentano in forma di polveri di colore che varia dal bianco, al rosa, al giallo, al bruno, in dipendenza delle impurità e degli adulteranti presenti.
Sempre nel quadro delle amfetamine, particolare rilievo ha assunto l’uso illegale, localizzato soprattutto nelle discoteche, di una sostanza chimica prodotta sinteticamente, il cui nome scientifico è metilendiossi metamfetamina, meglio nota con il nome di «exstasy» che si presenta in forme di compresse di varie dimensione e colorazioni con alcune immagini (loghi) impresse nel centro.
L’uso di tali sostanze, agendo sia sul sistema nervoso centrale che sul sistema cardiocircolatorio, induce una forte dipendenza fisica e psichica e gravi sono gli effetti della privazione che si manifestano con ansietà, nausea etc. Inoltre l’uso in dose massiccia può portare alla morte per insufficienza cardiaca.
SCHEMA RIASSUNTIVO DI EFFETTI E SINTOMI DELLE SOSTANZE STUPEFACENTI
Oppiacei
• effetti: euforia iniziale, depressione cardiorespiratoria, comportamento alterato in fase di astinenza;
• segni di intossicazione: miosi (pupilla a spillo), scordinazione motoria, sudorazione e tremori;
• rischi alla guida : - sonnolenza;
• rischi per la salute e/o danni cronici: cardiopatie, epatopatie, abbassamento delle difese immunitarie infezioni virali (AIDS, Epatiti);
• durata: dalle 3 alle 6 ore.
Metadone
• effetti: euforia iniziale, depressione cardiorespiratoria, comportamento alterato in fase di astinenza;
• segni di intossicazione: miosi (pupilla a spillo), scordinazione motoria, sudorazione e tremori;
• rischi alla guida : - sonnolenza;
• rischi per la salute e/o danni cronici: cardiopatie, epatopatie, abbassamento delle difese immunitarie;
• durata: - dalle 12 alle 24 ore.
Cocaina - crack
• effetti: euforia, insonnia, alterazioni del ritmo e della frequenza cardiaca, eccitazione motoria, ipervalutazione delle proprie capacità, mancanza del senso del pericolo;
• segni di intossicazione: - midriasi (pupille dilatate), ipereccitabilità;
• rischi alla guida : - illusione di poter guidare senza rischi, al termine degli effetti colpo di sonno
• rischi per la salute e/o danni cronici: - paranoia, depersonalizzazione, mania di persecuzione, manifestazioni psichiche di tipo schizofrenico;
• durata: - 1 ora.
Cannabis (marijuana - hashish)
• effetti: euforia, disinibizione, disorientamento temporale e spaziale, alterazione dei processi di memorizzazione, allucinazioni (specie ad alte dosi);
• segni di intossicazione: - pupille invariate o lievemente ridotte, congestione congiuntivale (occhi arrossati);
• rischi alla guida : - nella fase euforica iniziale sopravvalutazione della propria abilità di guida, nella successiva fase depressiva rallentamento dei riflessi e sonnolenza;
• rischi per la salute e/o danni cronici: - paranoia, insonnia, sindrome amotivazionale, abbassamento delle difese immunitarie;
• durata: - 2 – 4 ore
Anfetamine
• effetti: - analoghi a quelli della cocaina ;
• segni di intossicazione: - midriasi (pupille dilatate), ipereccitabilità;
• rischi alla guida : - illusione di poter guidare senza rischi, al termine delgi effetti rischio del colpo di sonno;
• rischi per la salute e/o danni cronici: - stesse conseguenze della cocaina e possibile anoressia cronica;
• durata: - 2 – 4 ore
Ecstasy
• effetti: euforia, disibinizione, potenziamento delle facoltà intellettive ed entactogene, disorientamento temporale e spaziale, ipertermia, tachicardia, allucinazioni visive ed auditive;
• segni di intossicazione: - midriasi (pupille dilatate), secchezza della bocca, ipertermia e tremori;
• rischi alla guida : - distorsione delle percezioni di distanza e di profondità di campo, al termine degli effetti rischio del colpo di sonno;
• rischi per la salute e/o danni cronici: - neurotossicità (danni cerebrali permanenti), possibili manifestazioni di tipo schizofrenico e disturbi psichiatrici (depressione maggiore);
• durata: - 4 -6 ore
Allucinogeni - LSD
• effetti: errata percezione del tempo e dello spazio, allucinazioni visive ed auditive con modificazione della percezione dei colori;
• segni di intossicazione: - midriasi (pupille dilatate), secchezza della bocca e tremori;
• rischi alla guida : - distorsione delle percezioni di distanza e di profondità di campo, al termine degli effetti rischio del colpo di sonno;
• rischi per la salute e/o danni cronici: - neurotossicità (danni cerebrali permanenti), manifestazioni di tipo schizofrenico e fenomeno del flash-back (ripetizione delle allucinazioni senza nuove assunzioni di droga);
• durata: - 6 – 12 ore.
LEGISLAZIONE IN MATERIA DI STUPEFACENTI
Il traffico illegale di sostanze stupefacenti, come poche altre attività delinquenziali, caratterizza e nello stesso tempo preoccupa la società contemporanea e dà la misura, conseguentemente, del costante impegno che si richiede alle Forze di Polizia per contrastarlo con tutti i mezzi disponibili.
Le dimensioni e la complessità degli illeciti connessi al commercio delle droghe, con le implicazioni di carattere sociale ed economico che ne derivano, contraddistinguono anche gli interessi delle associazioni criminali le quali, proprio con il traffico di stupefacenti, hanno avuto l’opportunità di consolidarsi e di internazionalizzarsi.
Come pochi fenomeni delinquenziali, il traffico di stupefacenti ha consentito e consente di realizzare ingenti profitti e di alimentare, secondo una logica d’impresa, l’«industria del crimine».
Esso ha coinvolto in maniera massiccia in nostro Paese negli ultimi venti anni, in sintonia, del resto, con l’aggravarsi della situazione in quasi tutto il continente europeo.
La posizione geografica dell’Italia e la presenza di articolate organizzazioni criminali, collegate da strettissimi rapporti con i cartelli internazionali di narcotrafficanti, hanno fatto si che il nostro territorio divenisse una delle principali aree di transito delle sostanze stupefacenti.
La disciplina penale delle sostanze stupefacenti fu introdotta per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano dalla legge 18 febbraio 1923 nr. 396 e, successivamente, dal codice penale del 1930 (artt 447 e 729, ora abrogati).
Successivamente fu emanata la legge 22 ottobre 1954 nr. 1041 recante Disciplina della produzione, del commercio e dell’impiego degli stupefacenti, nella quale erano previste numerose fattispecie di reato punite con gravi sanzioni e per le quali era stabilita l’obbligatorietà del mandato di cattura.
A distanza di oltre venti anni la legislazione del 1954, ritenuta, tra l’altro, eccessivamente rigoristica nei confronti dei consumatori, è stata sottoposta a completa rivisitazione con la legge 22 dicembre 1975 nr. 685 che, prendendo atto della diffusione del consumo delle droghe ad effetto stupefacente, ha introdotto la disciplina relativa alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione dei tossicodipendenti, considerando non punibile l’assunzione di una modica quantità di droga.
L’indeterminatezza di tale riferimento, che si prestava ad una eccessiva discrezionalità nell’applicazione della norma, ed il diverso orientamento nel frattempo maturato nel legislatore, determinarono un mutamento della filosofia antidroga.
È stata quindi approvata la legge 26 giugno 1990 nr. 162 con la quale:
• sono stati ridefiniti i compiti dello Stato e delle Regioni;
• sono stati istituiti e regolamentati nuovi organismi per il contrasto ed il recupero dei tossicodipendenti;
• è stato ridisegnato il regime sanzionatorio, sulla base della differenziazione tra droghe cc.dd. pesanti e droghe leggere;
• è stato sancito il divieto, sanzionato amministrativamente e penalmente, di fare uso personale di sostanze stupefacenti, introducendo il concetto di dose media giornaliera;
• si è resa più incisiva l’attività delle Forze di Polizia attraverso la previsione di nuovi strumenti e procedure investigative.
Contemporaneamente, l’esigenza di riordinare la legislazione stratificatasi in materia ha determinato l’adozione di un Testo Unico, approvato con D.P.R. 9 ottobre 1990 nr.309, il quale, sulla base dell’esito del referendum abrogativo del 18 e 19 aprile 1993, ha subito modificazioni nella parte in cui faceva riferimento alla dose media giornaliera ed alla sua determinazione quantitativa.
Analizzando i punti di maggior interesse per la trattazione, il DPR 309/90, ratificando già quanto previsto nella Convenzione di New York del 1961 e di Vienna del 1971, ha stabilito che le sostanze stupefacenti siano ripartite in DUE tabelle e sono stati forniti i criteri che devono essere seguiti per l’identificazione della singola sostanza e la relativa appartenenza di ciascuna di essa (vedi art. 14 DPR 309/90).
Sistema sanzionatorio principale
Il sistema sanzionatorio in materia di sostanze stupefacenti è contemplato nel Titolo VIII – Capo I del DPR 309/90 negli artt. dal 72 all’86 e con modifiche dalla Legge n. 49 del 2006.
Sappiamo quanto sia importante informare per prevenire
Nadia Clementi - [email protected]