Andreas Hofer, oltre il mito, in due pubblicazioni
Ieri sera la presentazione in Regione, in una sala gremita di persone
Sala gremita di persone, ieri sera
nella sede della Regione, per la presentazione dei volumi «Andreas
Hofer dalle fonti alla storia», di Andreas Oberhofer e «Andreas
Hofer e l'Alto Garda. Dalle guerre napoleoniche alla rivoluzione
dell'Anno Nove», di Marco Ischia.
Una serata che ha riunito istituzioni diverse (la Fondazione Museo
storico del Trentino, la Società di Studi trentini di Scienze
storiche e la Provincia autonoma di Trento) per riflettere sulla
figura di Andreas Hofer andando oltre il mito che si è costruito e
stratificato in questi duecento anni, ma anche per lanciare un
messaggio sull'importanza di studiare la storia, per essere
cittadini europei consapevoli delle proprie radici e della propria
specificità.
Si è tenuta dunque ieri sera, presso la sala di rappresentanza del
Consiglio Regionale, la presentazione del volume «Andreas Hofer
dalle fonti alla storia», di Andreas Oberhofer, pubblicazione
promossa dalla Fondazione museo storico del Trentino, che raccoglie
parte della tesi di dottorato del giovane ricercatore
dell'Università di Innsbruck e rappresenta la più completa
biografia dell'oste della Passiria.
Presenti l'assessore alla Cultura, rapporti europei e cooperazione
della Provincia autonoma di Trento, Franco Panizza, la
vicepresidente e assessore regionale alla previdenza e al pacchetto
famiglia Martha Stocker, i consiglieri provinciali Caterina
Dominici e Mauro Ottobre, il presidente del Circolo culturale
«Michael Gaismayr» di Trento, Sieghard Gamper, e il vicepresidente,
Stefano Frenez.
Assieme all'autore sono intervenuti Marcello Bonazza, presidente
della Società di studi trentini di scienze storiche e Marco
Bellabarba, docente dell'Università degli Studi di Trento, mentre
Marco Ischia, a lato dell'incontro, ha presentato il volume
«Andreas Hofer e l'Alto Garda. Dalle guerre napoleoniche alla
rivoluzione dell'Anno Nove», promosso dall'associazione «Il
Sommolago» di Arco.
Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del
Trentino, ha moderato la serata, seguita da un fitto pubblico,
ricordando l'importanza di ragionare al di fuori della logica delle
manifestazioni, di leggere la figura di Hofer al di là del mito
creato attorno al personaggio.
Ferrandi ha poi lasciato la parola all'assessore Panizza, il quale
ha ricordato la grande partecipazione che ha accompagnato il
bicentenario hoferiano, da poco trascorso: «La folta presenza a
questa serata dimostra quanto i trentini vogliano recuperare la
loro storia.
La figura di Hofer e dell'insurrezione era poco o nulla conosciuta,
siamo quasi partiti da zero per rendere noto ai trentini questo
capitolo della loro storia; per questo voglio ringraziare la
preziosa collaborazione con la Fondazione museo storico del
Trentino, oggi più che mai struttura radicata sul territorio,
mirata ad approfondirne la storia e l'identità, ma un
ringraziamento particolare va anche a Martha Stocker, con la quale
abbiamo coordinato numerose iniziative a livello regionale».
L'assessore ha poi ricordato l'impegno degli Schützen e di tutta la
rete di volontari che hanno promosso l'anno hoferiano ed ha
concluso con un richiamo alle iniziative per il 150° anniversario
della proclamazione dello Stato italiano e all'Euregio: «Tutte le
storie vanno rispettate.
Siamo nello Stato italiano, ma non dobbiamo rinunciare alla nostra
differente storia, alla nostra tradizione di autogoverno e alla
nostra identità.
Per questo a Roma porteremo la nostra specificità, ricordando anche
il grande progetto dell'Euregio che unisce comunità con radici e
territori comuni, in uno scenario globale che faccia nascere una
solida alleanza attorno alle Alpi».
La vicepresidente e assessore regionale Martha Stocker ha elogiato
l'impegno del Trentino, e in particolare dell'assessore Panizza,
nel riallacciare i legami con le comunità tirolesi, e ricordato che
nel 2011 ricorre l'importante 500° anniversario del Landlibell,
ovvero quel patto di confederazione territoriale che per secoli
preservò la regione dalle aggressioni che via via si
presentarono.
Tra un intervento e l'altro si è esibito il coro La Valle di Sover,
che ha allietato la serata con alcuni canti storici dell'epoca.
Bonazza e Bellabarba sono entrati nel vivo del libro di Oberhofer,
il primo descrivendo il percorso che ha portato l'autore a
rileggere la figura dell'oste della Passiria attraverso i documenti
dell'epoca, il secondo ricordando l'Hofer sconfitto, quell'uomo
tradito, ma carico di umanità che con tanta devozione religiosa
andò incontro alla morte con coraggio.
Bellabarba ha riportato inoltre alcune testimonianze dei
contemporanei di Hofer, mentre Andreas Oberhofer ha ricordato il
percorso che lo ha portato dal 2004 a studiare l'eroe popolare
tirolese attraverso i suoi scritti.
Sono quasi 700 infatti i documenti autografi di Andreas Hofer,
analizzati nel volume, risultato delle ricerche condotte negli
archivi e nelle biblioteche di numerosi paesi del Tirolo.
Libero dal mito creato attorno alla sua figura soprattutto in
ambiente tedesco fra Ottocento e Novecento, Andreas Hofer è un uomo
semplice, che non si distinse particolarmente in azioni politiche o
militari, profondamente radicato alla religione e ai costumi
tirolesi dell'epoca ma che, trascinato dagli eventi, si trovò a
comandare l'insurrezione popolare tirolese.
A margine della serata, Marco Ischia ha presentato il suo volume
«Andreas Hofer e l'Alto Garda. Dalle guerre napoleoniche alla
rivoluzione dell'Anno Nove».
Frutto di ricerche condotte presso gli archivi storici di Arco e di
Riva del Garda, il libro di Ischia ricostruisce gli avvenimenti
accaduti nel Basso Sarca durante l'insurrezione tirolese.
Dopo un inquadramento sul territorio e il Trentino meridionale alla
vigilia dell'insurrezione comandata da Hofer, il libro edito dal
Sommolago analizza la figura dell'oste della Passiria da una
prospettiva diversa.
Hofer rimane un elemento centrale nella vicenda narrata, e lo
confermano anche le cronache dei testimoni locali dell'epoca,
tuttavia i protagonisti di questo volume sono gli abitanti di Arco
e di Riva e le amministrazioni comunali che seppero risolvere le
emergenze causate dalla rivoluzione popolare.
Seppur rivolto all'Alto Garda, la ricerca fornisce chiavi di
lettura per comprendere situazioni generalizzabili a tutti i comuni
di frontiera del Trentino meridionale.
A conclusione della serata, il coro La Valle ha cantato «L'inno
alla gioia», che ha ricordato ai presenti lo spirito europeista con
il quale si deve guardare al futuro.