Il bianco e nero del Brasile, ultima tappa – Di Nadia Clementi

Il diario di viaggio in Brasile si conclude a Salvador de Bahia, una città povera e violenta, con il più alto tasso di omicidi del Brasile

(Link alla puntata precedente)

Salvador de Bahia è il punto d’incontro di razze e costumi, conosciuta come la capitale del sincretismo religioso con penetrazione di religioni e correnti di pensiero di sangue negro, bianco e indigeno.
È la Stella Polare del nord-est brasiliano, punto di riferimento per chiunque arrivi in questo pezzo di Brasile. Non solo per la bellezza della città, piena di colori è un crocevia di etnie e di popoli, la maggioranza della popolazione è di origine africana, da qui nasce il suo riconoscimento come centro mondiale della «capoeira».
A qualunque ora del giorno e della notte si possono incontrare soteropolitani (abitanti di Salvador) praticare l’arte marziale brasiliana per strada.
Salvador non è solo questo, anche se la musica non manca mai nelle piazze.
 

 

 
La capitale dello stato di Bahia è forse la dimostrazione vivente più eclatante dell’iniquità e della povertà che affligge il Brasile, Il centro, piccolo e molto bello, è letteralmente circondato da favelas, a cui si accede attraverso piccole vie e stradine invisibili dove la povertà è dilagante. 
Salvador infatti è priva di quel filtro proprio di altre città brasiliane, che nasconde - o tenta di farlo - il lato più povero: in città sono molti i ragazzi, alcuni giovanissimi quasi dei bambini, in evidente stato di alterazione: la tossicodipendenza è una vera e propria piaga e le droghe più consumate sono quelle tipiche della disperazione, come la colla, il crystal meth e gli avanzi di cocaina.
 

 

 
Salvador è una città povera e violenta, con il più alto tasso di omicidi del Brasile.
La popolazione di colore, non ha mai accettato di integrarsi con i bianchi, probabilmente a causa della superiorità numerica che può vantare; tuttora i neri si reputano discendenti di schiavi, vivono una identità orgogliosamente separata, rendendo difficile l'osmosi sociale.
Davanti alle chiese e agli edifici barocchi i senzatetto sono sorvegliati da poliziotti armati. Si respira un senso di inquietudine come ci si trovasse in una città-fantasma, dove la quotidianità segue schemi diversi da qualsiasi altro luogo al mondo.
Ben lontana dalla città amata ed esaltata da Jorge Amado, la capitale del candomblé e della capoeira, del samba e degli orixá.
 

 
Proprio per questi motivi, sembra scontato dirlo, ma quando si visita una metropoli vanno aumentate le regole di sicureza: visitare la città vuol dire prestare una particolare attenzione ai borseggiatori, meglio non circolare con orologi costosi, borse e telefoni in vista, evitare vie e quartieri poco raccomandabili, e portare con sé un secondo borsellino con qualche spicciolo, documenti e carte di credito scaduti.
Il divieto di circolazione a piedi per i turisti scatta alle nove di sera, quando la città si trasforma nel regno di accattonaggio, prostituzione e droga.
 

 

 
Con i suoi oltre 2,5 milioni di abitanti è la capitale dello stato di Bahia, nel Nordest del Brasile, è famosa per l'architettura coloniale portoghese, la cultura afro-brasiliana e la costa tropicale.
Pelourinho, il centro storico, è caratterizzato da vicoli acciottolati che si aprono in ampie piazze, edifici colorati e chiese barocche come quella di San Francesco, con interni intagliati in legno dorato.
La sua disposizione urbanistica è frutto di una impostazione portoghese, e si sviluppa su due piani, la Città Alta e la Città Bassa, collegati tra loro da un ascensore spettacolare, l’Elevador Lacerda. Comprende vari quartieri: Pelourinho, Vittoria, Barra, Boanfim e Commercio.
Fondata nel 1549, Salvador è stata anche la prima capitale del Brasile ed i fasti di quell’in vestitura si notano ancora nell’eleganza dei sui edifici e nell’imponenza delle sue chiese in stile barocco.
 

 

 
Ai tempi di Bahia capitale il porto, smistava le merci che giungevano dall’interno dello Stato, da qui arrivavamo gli schiavi dall’Africa Occidentale, e partivano i prodotti più pregiati per i mercati dell’Europa, come per esempio il cacao, il tabacco e la canna da zucchero.
Proprio per la sua posizione geografica, al centro di commerci e traffici della regione, Salvador è stata punto di incontro di popoli e culture.
Ne derivò un dinamismo culturale ed un fervore socio-religioso che ne caratterizzarono le dinamiche sociali e generazionali.
Da un lato la popolazione nera di origine africana ( la maggioranza ), dall’altro la minoranza bianca di origine europea.
 

 

 
Salvador è una delle maggiori destinazioni turistiche del Brasile. Il lento processo di riqualificazione urbanistica, iniziata con la nomina dell’Unesco nel 1985, non è però ancora giunto a compimento.
La città infatti, pur avendo cambiato la veste ed avendo implementato i servizi di ricezione turistica resta tuttora insofferente e poco sicura, tuttavia, con le dovute precauzioni è possibile, avvicinarci alla matrice della cultura nera, nelle sue tradizioni, nelle sue manifestazioni, nel colore della pelle della gente e soprattutto nei ritmi di vita.
 

 

 
 Vediamo alcune delle principali attrazioni da non perdere assolutamente 
Il Pelourinho è sicuramente il fulcro della vita sociale e turistica della Salvador odierna. La sua attrattiva risiede nelle sue caratteristiche urbanistiche.
Si tratta, infatti, di un complesso che accoglie un’architettura prettamente portoghese in un contesto tropicale quale quello della Bahia.
Edifici di varie epoche coloniali (XVI-XIX sec.) ne caratterizzano lo stile ed evidenziano il fascino di un quartiere divenuto simbolo e scrigno di un passato ricco e controverso.
  

 
Un passato che si evidenzia fin dal nome del quartiere: storicamente, infatti, il Pelourinho era il palo della gogna dove gli schiavi venivano pubblicamente fustigati.
Tale nome fu inizialmente utilizzato per identificare la piccola piazza triangolare nel cuore della città dove appunto si svolgevano le flagellazioni pubbliche. Solo successivamente passò a indicare tutto il quartiere alto della città, che corrisponde oggi al nucleo storico dell’insediamento.
Il Pelourinho che domina la città portuale sottostante (alla quale è collegato, oltre che da alcune ripide strade, dallo storico Elevador Lacerda) e che è oggi simbolo dei soprusi che la razza nera subì nel corso di vari secoli di colonizzazione.
 

 
Camminando con attenzione per le stradine acciottolate, si osservano bellissimi edifici coloniali colorati, respirando un’aria che solo a Salvador si può trovare: una commistione unica di usi e costumi africani con quelli tipicamente carioca. In questo quartiere popolare si trovano molte scuole di musica, in particolari di tamburi e di capoeira.
Le donne, le Bahiane, indossavano i costumi tipici della loro religione ed erano impegnate a fare un rituale magico con il quale avrebbero trasmesso agli uomini energie positive.
La magia bianca è il fulcro di quello che per i brasiliani è un vero e proprio culto religioso: il Candomblè, la danza tribale dei neri.
 

 
Dall’Elevador Lacerda si raggiunge la terrazza della Praça Thomé de Souza, che oggi ospita il nuovo Comune, un tempo situato nel vicino Palazzo Rio Branco.
Poco più a nord incontriamo Praça da Sé, dove si affaccia il complesso della Misericordia, costituito dal Museo della Santa Casa della Misericordia, dalla Chiesa della Misericordia, dal Memoriale delle Baiane.
Nelle immediate vicinanze dello slargo del Terreiro de Jesus, si affacciano poi la Cattedrale, l’Università (che ospita il Museo Afro-Brasileiro), la chiesa di San Pietro, quella del Terzo ordine Domenicano.
A chiudere questo prestigioso quadrato la chiesa e convento di San Francesco, una delle chiese in stile barocco più belle del Brasile.
 

 
IGREJA DO SÃO FRANCISCO: importante chiesa situata nel centro storico con meravigliosi interni d’oro che esaltano elaborate decorazioni in stile barocco.
 
PONTA DA HUMAITÁ: un romantico punto panoramico sulla città dove la gente del posto adora riunirsi per godersi il tramonto.
 
MERCADO MODELO: è la gioia del turista in cerca di souvenirs e si trova alla base del grande Elevador che unisce la città alta con la zona portuaria.
Qui si trova qualsiasi tipo di artigianato: dai tamburi ai berimbau, alle statuette degli Orixas, cangas (parei), costumi e perfino una galleria d’arte.
 

 
BASILICA DA NOSSA SENHORA DO BONFIM: costruita nel 1745 è sicuramente una delle Basiliche più conosciute in tutto il Brasile. Qui si svolge la festa di Lavagem do Bonfim e, soprattutto, è riconoscibile per i nastrini colorati che sono legati ai cancelli. È tradizione comprare questi nastrini (ogni colore corrisponde a una divinità degli Orixas) e legarla al polso con tre nodi mentre si esprimono tre desideri. La chiesa é importante soprattutto perché si creda possa essere miracolosa, infatti al suo interno, si trovano, tantissime foto ed ex-voto di persone che sono state guarite grazie all’intercessione della Nossa Senhora
La Chiesa in stile neoclassico, inaugurata nel 1754 , ospita la statua del Signore di Bonfim. Nelle terre della Bahia, il Signore di Bonfim si sovrappose ad Oxalà, che nel candomble era la divinità della creazione, e tale sincretismo fece sì che il santuario venisse preso a riferimento sia dai cattolici che dai fedeli del candomble.
 

 

  
All’interno del santuario la sala degli ex-voto è la più chiara testimonianza di questo fervore.
Sul tetto della piccola stanza, e su tutte le pareti si vedono oggetti, tra i più singolari, come braccia e gambe di cera, che rappresentano gli ex-voto posti lì dai fedeli per chiedere la grazia al loro Signore.
Ogni oggetto lì depositato racconta una storia intrisa di sofferenza e di fede, di miracoli e di redenzioni.
  

 
 Info e alcuni consigli per la sicurezza 
All’interno del Pelourinho evitate di prendere strade laterali e sconosciute: purtroppo ci sono molti drogati, non è detto che succeda qualcosa, ma alcuni potrebbero infastidirvi.
Il Pelourinho è una zona moto turistica, verrete sicuramente fermati dai tanti venditori ambulanti dei Fitas, alcune volte sono un po’ insistenti.
Almeno che non abbiate intenzione di comprarne uno, rifiutate con gentilezza e fermezza.
Evita il quartiere di Comércio la sera e di notte.
La sera usa un taxi e portati dietro solo i contanti necessari.
 

 
 Cambio - la Moneta del Brasile è il Real Brasiliano (R$) 
La carta di credito è molto diffusa e generalmente non ci sono problemi. Prima di partire informate la banca del vostro viaggio a Salvador Bahia in Brasile. Così non rischiate di avere problemi, perché a volte la banca blocca le operazioni provenienti da paesi considerati insoliti.
Il Brasile in generale (e Salvador de Bahia in particolare) è un paese molto burocratico (si, molto più dell’Italia) e cambiare denaro non è sempre facile.
Nelle grandi città ci sono vari cambiavalute ma in quelle più piccole non esistono. Ovviamente il tasso di cambio è sfavorevole nei grandi alberghi e negli aeroporti.
 

 


«Viaggiare è anche una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra.»

Nadia Clementi - [email protected]
Fine viaggio in Brasile – luglio 2019