Strage di musulmani nello Yemen: oltre le 140 vittime
Cinque kamikaze si sono fatti esplodere in due moschee sciite a Saana – L’ISIS rivendica la paternità dell’attentato
Il venerdì è un giorno di preghiera per i musulmani, per cui le moschee prese di mira dai terroristi del sedicente Stato Islamico erano piene di fedeli.
Si tratta di moschee presenti nello Yemen, nelle quali sono entrati cinque criminali che si sono fatti esplodere in mezzo agli «infedeli» per compiere una strage.
E la strage c’è stata. I morti sono stati almeno 140, i feriti 250.
L’attentato è stato rivendicato dai cialtroni dell’ISIS
Proprio ieri era stato bombardato da un caccia non identificato il palazzo presidenziale di Aden in cui si trovava il Presidente dello Yemen Abd-Rabbu Mansour Hadi.
Le truppe fedeli a Hadi hanno fatto sapere di aver portato il Presidente in un luogo sicuro.
Oggi gli attentati suicidi di cui sopra, avvenuti a Sanaa all’interno di due centralissime moschee (Badr e Hashush) frequentate dal gruppo sciita zaydita degli Houthi, che da settembre controllano il nord dello Yemen e la capitale.