Il vino? Buono pulito e giusto – Di Giuseppe Casagrande
È la stessa filosofia del movimento Slow Food protagonista alla Fiera di Bologna (dal 26 al 28 febbraio) dell'evento «Slow Wine Fair»
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Buono, pulito e giusto. Sono i tre aggettivi che identificano la filosofia di Slow Food, l’associazione no-profit che opera in 150 Paesi del mondo con l'obiettivo di promuovere la biodiversità e combattere al fianco dei contadini e delle diverse culture la standardizzazione del gusto.
Il Movimento, fondato nel 1986 a Bra (Cuneo) da Carlo Petrini, fin dagli esordi si pose l’obiettivo di dare un valore reale al cibo, rispettando chi lo produce e chi lo consuma.
Il tutto in armonia con l’ambiente, grazie ai saperi e alle conoscenze di cui sono custodi i territori e le tradizioni locali.
Lo stesso concetto di «buono, pulito e giusto» vale non solo per il cibo, ma anche per il vino. Lo ha ribadito Giancarlo Gariglio, coordinatore internazionale della Slow Wine Coalition, illustrando il programma che animerà la Slow Wine Fair 2023, la Fiera internazionale del vino buono, pulito e giusto, in programma a Bologna dal 26 al 28 febbraio.
La figura del vignaiolo difensore del paesaggio e promotore di cultura
«Con la Slow Wine Fair vogliamo cambiare il paradigma con cui si comprano e si vendono i vini.
«Sappiamo che è una missione molto complicata, ma solo lavorando sull’educazione dei consumatori e sulla formazione di chi commercializza le bottiglie si può sperare di modificare radicalmente il sistema di produzione, privilegiando metodi che preservino le risorse naturali e che incrementino la fertilità del suolo, abbandonando la chimica di sintesi.
«Inoltre, vogliamo sia riconosciuto alla figura del vignaiolo il giusto ruolo di difensore del paesaggio, promotore di cultura e di un sistema etico di investimenti sul territorio.
«Per questo la Slow Wine Fair 2023 ha un ricco programma di masterclass, di incontri, di convegni, di scambi tra i protagonisti della filiera: produttori, professionisti e appassionati.
«Solo attraverso l’unione delle loro forze si può pensare di rivoluzionare l’agricoltura e migliorare il futuro del pianeta» – ha dichiarato Giancarlo Gariglio annunciando la presenza in fiera di 750 aziende, esattamente il doppio della prima edizione.
A novembre Bologna ospiterà il salone dei Vignaioli Indipendenti
Altra novità. «Quest’anno ci saranno anche la sezione degli amari e una decina di aziende che operano nella filiera all’insegna della sostenibilità», – ha aggiunto Domenico Lunghi, direttore di Bologna Fiere, sempre più hub delle piccole imprese del vino.
A questo proposito egli ha anche annunciato l’accordo con i Vignaioli Indipendenti che hanno trasferito da Piacenza a Bologna il loro tradizionale evento-mercato dei vini (fissate le date: dal 25 al 27 novembre 2023).
«Slow Wine Fair» ospiterà masterclass, conferenze, forum e workshop
La Fiera internazionale Slow Wine Fair sarà altresì un’occasione di conoscenza e approfondimento: oltre ad un nutrito programma di conferenze, forum e workshop, ospiterà 8 masterclass.
Si comincia con «Il futuro del vino è buono, pulito e giusto» che dà il titolo alla conferenza inaugurale che apre, il 26 febbraio, la manifestazione.
Una dichiarazione d’intenti che prende ispirazione dal Manifesto Slow Food con l’obiettivo di riunire tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne, come racconteranno, tra gli altri, Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, Brunella Saccone, direttrice agroalimentare e vini Ice Agenzia, Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia, Sabiha Apayd?n Gönenli, portavoce della comunità Slow Food «Heritage Vines of Turkey».
Lo stesso giorno, il 26 febbraio, sarà di scena la Slow Wine Coalition con una conferenza dal titolo «Vino e comunità: insieme siamo più forti».
Prevista la partecipazione di associazioni e presì da tutto il mondo, dall’Italia all’Ucraina.
La Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli con il Carapace di Arnaldo Pomodoro.
Paesaggi e territori da preservare: dalle Cinque Terre alla Turchia
Un interessantissimo focus sarà dedicato al paesaggio nell’esperienza dei vignaioli, numi tutelari e custodi del territorio.
Un territorio da preservare per le generazioni future, dalle Cinque Terre alla Turchia. Saranno gli stessi produttori i protagonisti della conferenza «Vino e paesaggio: bellezza e cura».
L’ultimo appuntamento di giornata, infine, metterà al centro la dimensione culturale del vino e del suo racconto, analizzata, tra gli altri, da Xavier Fornos e Jordi Ribas Boldú, di «Vinseum», Museo della Cultura e del Vino di Catalunya, e del «Most», Festival Internazionale del Cinema e del Vino.
Il ruolo della ristorazione, il viaggio delle bottiglie e i cambiamenti climatici
Lunedì 27 febbraio si parlerà del futuro della Slow Wine Coalition, che oggi coinvolge produttori e professionisti di 37 Paesi nel mondo.
Tema del dibattito: «Il vino buono, pulito e giusto».
Seguirà un talk sul ruolo della ristorazione, con Eugenio Signoroni, curatore della Guida Osterie d’Italia, Marta Passaseo, sommelier de L’Imbuto di Lucca, e Giacomo Pavesi, patron dell'Osteria Fratelli Pavesi.
Ci sarà spazio anche per il «Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow», gran cerimoniere Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine.
Da segnalare, sempre il 27 febbraio, il forum dedicato al vetro e alla bottiglia, «Il viaggio del vino, dalla vigna alla bottiglia», e soprattutto le risposte dei vignaioli ai cambiamenti climatici che impattano anche sul vino, al centro del tema «Come cambia la geografia del vino: le risposte alla crisi climatica».
Di natura molto più tecnica, invece, la tavola rotonda di Federbio e Uiv (Unione Italiana Vini) sul tema delle contaminazioni accidentali di residui di fosfiti e di altre sostanze attive non ammesse in bio:
«Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica».
La giornata si concluderà con l’incontro dedicato alle enoteche di Eataly come modello di un «cantiere aperto» a tutti - dai produttori ai selezionatori - dove incontri, eventi e formazione siano propedeutici alla creazione di un manifesto condiviso da tutti gli attori della coalizione: «Le enoteche di Eataly, cantiere aperto per la Slow Wine Coalition».
Il percorso virtuoso verso una viticoltura più naturale e sostenibile
L’ultimo giorno, in Slow Wine Fair 2023, di scena il focus Sana Tech per la costruzione di una viticoltura più naturale, lavorando sulle cause e non sugli effetti, con l’obiettivo di mantenere un basso impatto ambientale garantendo vantaggi economici ed ecologici: «Il percorso verso una viticoltura bio più naturale e sostenibile».
Ancora più interessante il convegno che chiuderà i lavori, con il grande tema della comunicazione e della promozione del vino, messa in discussione dalle tante voci critiche nei confronti del vino e del suo ruolo nell’abuso di alcol, che si levano all’interno dell’Unione Europea.
Sul tema «La comunicazione del vino tra revisione Ocm e istanze salutiste» interverranno, tra gli altri, Roberto Sarti, coordinatore del tavolo di lavoro «Vino & Salute» Unione Italiana Vini (Uiv), Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, Alessio Planeta (Sicilia), Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo Socialists & Democrats alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.
Tra gli espositori la Tenuta Castelbuono (Lunelli) e l'Abbazia di Novacella
A Bologna nella tre giorni di Slow Wine Fair 2023 sono attese oltre 750 cantine.
Gli espositori provengono da tutta Italia: dalla Tenuta Castelbuono di Bevagna (Perugia) della famiglia Lunelli all'azienda franciacortina Barone Pizzini, dall'Abbazia di Novacella a San Salvatore 1988, da Domenico Clerico a Ettore Germano, da Borgogno a Casa Eredi di Mirafiori, da Giacomo Fenocchio a Vietti, da Centopassi a Donnafugata, da Planeta a Baglio del Cristo di Campobello, da Le Chiuse a Lisini, da Panizzi a Patrizia Cencioni (Solaria), da Ridolfi alla Tenuta di Capezzana, dalla Tenuta Col d’Orcia alla Tenuta Sette Ponti, da Decugnano dei Barbi a Bertani, da Secondo Marco a Speri, da Ceretto all'azienda Il Colombaio di Santa Chiara, da Cupano a Ca’ del Baio, solo per citare alcuni espositori.
Arnaldo Pomodoro con Matteo, Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli davanti al Carapace.
La Germania è il più importante mercato europeo per il vino biologico
Appassionati, buyer e professionisti avranno così la possibilità di scoprire vini prodotti da agricoltura sostenibile, le cui parole d’ordine sono biodiversità, tutela del paesaggio agricolo, uso ponderato delle sue risorse, crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori.
Grazie alla collaborazione con Italian Trade Agency (Ice) e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, saranno presenti a Bologna oltre 100 i buyer internazionali insieme a numerosi manager italiani.
Tra i Paesi maggiormente coinvolti ci sono quelli del Nord America e del Nord Europa, e tra questi in particolare la Germania (il più importante mercato europeo per il vino bio, il quarto mercato al mondo per consumi e la seconda destinazione del nostro export di vino), Paese su cui «Slow Wine Fair» ha concentrato la sua attenzione con un terzo dei buyer selezionati.
Caucaso, la culla della viticoltura: vini georgiani, armeni e russi
Per quanto riguarda le masterclass c'è molta attesa tra i wine lover per l'evento «Caucaso, la culla della viticoltura» di scena domenica 26 febbraio (ore 13.30) con i vini georgiani, armeni e russi promossa dalla Slow Wine Coalition.
Nata nel 2021 con il lancio del Manifesto per il vino buono pulito e giusto, Slow Wine Collectione in poco tempo si è rafforzata nei numeri e oggi conta già 1.000 adesioni tra produttori e appassionati di 37 Paesi.
Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino: la grande annata 2010
Seguirà (ore 15.30) la degustazione più attesa, quella dedicata all'annata 2010 «La vendemmia perfetta» dedicata ad una di quelle annate che, grazie a condizioni climatiche ideali, ha rasentato la perfezione.
Il 2010 è stato, per molti vini, un millesimo eccezionale, specie nelle tre denominazioni rossiste più prestigiose e iconiche del Belpaese: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino, da riscoprire nelle bottiglie che la Banca del Vino di Pollenzo ha offerto dal suo scrigno.
I grandi bianchi e rossi di 14 regioni vitivinicole della Francia
Lo stesso giorno (ore 17.30) ci sarà anche spazio per «I grandi bianchi e rossi di Francia», una masterclass, protagonista Tannico che proporrà alcune grandi etichette importate in esclusiva per degustare le eccellenze di uno dei Paesi con la tradizione vitivinicola più antica d’Europa, grazie alla presenza di suoli e microclimi molto differenti: 14 Regioni vitivinicole che permettono ai vini francesi di offrire caratteristiche organolettiche e sensazioni completamente diverse da zona a zona.
Valpolicella, Collio, Toscana, Piceno e Cilento dove il bio è di casa
Lunedì 27 febbraio (ore 11) altro evento clou con la masterclass «Alla scoperta dei distretti biologici italiani di Federbio», occasione per conoscere i territori italiani che hanno scelto la via della certificazione bio con l’obiettivo di migliorare radicalmente la vita dei cittadini e di affrontare la sostenibilità ambientale non solo dal punto di vista strettamente agronomico.
In degustazione, sei vini di sei terroir differenti, in un viaggio lungo la Penisola: dalla Valpolicella a Cormons nel Collio, dalla Toscana di San Gimignano e Panzano al Piceno, fino al Cilento. Si prosegue, quindi (ore 13), con «La grande degustazione di Champagne Lombard»: protagonista della masterclass è la Maison Lombard (importata e distribuita da Tannico), azienda condotta da Thierry Lombard e da suo figlio Thomas, proprietaria di 5,5 ettari vitati, principalmente classificati Premier Cru, situati nella parte ovest delle colline di Reims.
Nei calici, sei grandi Champagne vinificati da uve Chardonnay e Pinot Noir in purezza, espressioni dell’identità minerale di ogni singolo terroir.
Il mondo degli amari abruzzesi (genziana) e siciliani (carciofo)
Dallo Champagne al mondo degli amari, il passo è relativamente breve: alle ore 15, c’è Amarezze sui monti d’Abruzzo: Scuppoz e la Genziana delle pecore, alla scoperta della genziana di Scuppoz, storica realtà abruzzese a conduzione familiare che, dal 1982, produce liquori valorizzando l’artigianalità e la qualità dei prodotti tipici della regione.
Martedì 28 febbraio (ore 13) l’altro appuntamento dedicato al mondo degli amari, con «Amarezze siciliane: Paesano e l’amaro al carciofo», andando idealmente a Niscemi, in Sicilia, dove l’azienda Paesano esalta con i suoi liquori e amari le materie prime isolane, tra cui proprio il carciofo di Niscemi, Presidio Slow Food, di cui l’azienda utilizza solo il cuore e i gambi, le parti più pregiate.
Infine, sempre il 27 febbraio (ore 17), «La biodinamica secondo Emma Gao», alla scoperta dei vini di Silver Heights Vineyard, pioniera nella produzione biodinamica nella Regione di Ningxia, stella nascente del panorama vinicolo cinese e mondiale.
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande – [email protected]