Un Moscato Rosa da Grand Prix – Di Giuseppe Casagrande

La Guida «Il vino per tutti» ha premiato con la clessidra di platino il Moscato Rosa «Maso Schwarzhof» di Andrea e Roberto Zeni: punteggio 94 centesimi

Il nostro giornalista Giuseppe Casagrande consegna la targa a Rudi, Roberto e Andrea Zeni.
 
Ho un ricordo bellissimo di questo Moscato Rosa che mi fa tornare indietro nel tempo, diciamo ad una trentina di anni fa.
Frequentavo l'Istria già da molti anni e dopo la dissoluzione della Jugoslavia con proclamazione dell'indipendenza della Croazia fui invitato a Parenzo (Porec) dall'amico giornalista Drago Orlic che aveva organizzato una serata conviviale nell'ambito delle Giornate dedicate ad uno dei tesori della gastronomia istriana: il tartufo bianco pregiato.

Al tavolo ero seduto con il presidente della Contea istriana Ivan Nino Jakovcic, con Veljko Ostojic ministro del Turismo in pectore, con Denis Ivošević, direttore dell'Ente turistico, con Graziano Musizza presidente della Comunità degli Italiani di Parenzo e con Giordano Peršurić, direttore della Scuola di Agraria di Parenzo fondata nel 1875, ai tempi dell'impero austro-ungarico, esattamente un anno dopo l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, oggi Fondazione Edmund Mach.
 

Ecco, al completo, la famiglia Zeni di Grumo San Michele all'Adige.
 
 Quel Moscato Rosa un tempo diffuso a Parenzo e poi abbandonato  
All'incontro con gli amici istriani (alcuni erano vecchie conoscenze) non potevo presentarmi a mani vuote per cui prima di partire, conoscendo il tema della serata (il Tuber Magnatum Pico dell'entroterra istriano) mi rivolsi all'amico Roberto Zeni che mi consegnò un cartone di Teroldego Rotaliano e alcune bottiglie del suo Moscato Rosa.
«Fallo assaggiare ai tuoi amici istriani – mi disse – e sentiamo cosa ne pensano.»

Missione compiuta. Un successo il Teroldego abbinato ai piatti a base di tartufo pregiato preparati da Marino Markežić (un tempo ristoratore a Kremenje e oggi affermato vignaiolo a Momjan).
Ma tutti rimasero stupiti da quel Moscato Rosa che, assaggiato a fine cena, ai commensali ricordava il mitico «Vin de Rosa» di dannunziana memoria.
Un vino molto diffuso in Istria (a Parenzo, in particolare) e in Dalmazia, ma che ai tempi della Jugoslavia era stato abbandonato poiché durante la fioritura l'aborto floreale ne limitava la produzione (la parola d'ordine, a quei tempi, era la quantità, non la qualità).
Oggi, a distanza di anni, alcuni lungimiranti produttori istriani (Cattunar, Kabola, Kozlović, Bagolar) lo stanno riproponendo con grande soddisfazione dei wine lovers.
 

Premiato con 90 centesimi anche il Teroldego Ternet bio di Maso Schwarzhof.
 
 Oggi è diffuso soprattutto in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia  
Oggi il Moscato Rosa è diffuso soprattutto in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia, in misura minore in Piemonte, Emilia e Sicilia. Il suo nome sembra derivare più dall'aroma primario di rosa che caratterizza questo vitigno aromatico che non dal colore della bacca.
Fa parte della grande famiglia dei Moscati («muscum» in latino), il cui aroma caratteristico si ritrova anche nell'uva matura.
Due sono le versioni di Moscato Rosa presenti sul mercato: il passito e la vendemmia tardiva.
L'affinamento arricchisce ed esalta le caratteristiche del vino che si presenta con un bel colore rubino brillante e riflessi granati. Il bouquet è piacevolmente aromatico con marcati sentori speziati accompagnati da delicati profumi di piccoli frutti di bosco.
Al palato è elegante e vellutato con un buon equilibrio tra dolcezza e sapidità.
 

L'Istituto per l'Agricoltura di Parenzo-Porec fu fondato nel lontano 1875.
 
 Il Moscato Rosa dell'azienda Zeni, un vino ideale con la pasticceria secca  
Il Moscato Rosa 2020 di Andrea e Roberto Zeni che la commissione di Degustatori della Guida «Il vino per tutti» ha giudicato eccellente (94 centesimi il punteggio assegnato) ha conquistato la giuria non solo per la brillantezza del colore (un rosso rubino intenso), il bouquet elegante di rosa canina, il gusto speziato di cannella e chiodi di garofano, ma soprattutto per quella delicata sensazione di dolcezza che in bocca sembra non finire mai.
«Un vino ideale per accompagnare la pasticceria secca, lo zelten, lo strudel, i formaggi erborinati. Ma è un piacere assaggiarlo anche a fine pasto, d'inverno al caminetto, con gli amici o in dolce compagnia», – come vino da meditazione per usare un termine caro a Veronelli.
La stessa giuria ha premiato con il punteggio di 90 centesimi anche il Ternet Teroldego bio Igt Vigneti delle Dolomiti di Maso Schwarzhof annata 2019.
Color porpora, bouquet di mirtilli ed erbe balsamiche, sapore speziato, austero in bocca. Un vino ideale per accompagnare piatti di carni, grigliate e selvaggina.
 

 
 Il Moscato di Maso Schwarzhof, poche bottiglie rare e preziose  
Il Moscato rosa dell'azienda Zeni nasce sulle colline di Maso Schwarzhof (sponda sinistra del fiume Adige) su un terreno costituito da marna bianca calcareo dolomitica.
L'uva (non più di 20 quintali ad ettaro con l'appassimento) viene raccolta a mano, riposta nelle cassette e arriva in cantina intera dove è pigiata e travasata in botti d'acciaio per eseguire la fermentazione alcolica in rosso.
Dopo sei giorni il mosto viene raffreddato per arrestare il processo di fermentazione garantendo così una piacevole presenza di residuo zuccherino naturale.
Non effettua la malolattica per mantenere integra tutta la sua acidità legata alla complessità dei profumi tipici del Moscato Rosa.
L'affinamento: riposa per alcuni mesi in serbatoi d'acciaio per poi concedersi in primavera alla bottiglia. Poche bottiglie, rare e preziose.

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Giuseppe Casagrande – [email protected]