Pesanti ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione

Italia maglia nera in Europa: torna a superare quota 100 giorni il ritardo. Per le imprese un conto da 4,2 miliardi

Dopo un lieve calo registrato tra il 2015 e il 2016, da 131 giorni a 95 giorni, soprattutto per merito della fatturazione elettronica, i ritardi nel pagamento dei debiti da parte della Pa alle imprese, ha ripreso nuovamente a salire nel 2017 passando da 95 a 104 giorni, facendo conquistare all'Italia il primato negativo in Europa.
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione dei dati Banca d'Italia, Eurostat e Intrum Justitia.
I tempi medi della Pa italiana superano di 18 giorni quello del Portogallo e di ben 31 giorni quello della Grecia, che l'anno precedente guidava la classifica con 103 giorni.
 
Resta inoltre più alto di 44 giorni rispetto al Belgio, di 48 giorni rispetto alla Spagna, di 49 giorni rispetto alla Francia, di 61 giorni rispetto all'Irlanda, di 71 giorni rispetto alla Germania e di 78 giorni rispetto al Regno Unito.
La relazione annuale presentata a fine maggio dalla Banca d'Italia certifica che nel 2017 lo stock dei debiti accumulati dalla PA ammonta ancora a 57 miliardi di euro, appena 7 miliardi in meno rispetto all'anno precedente.
 
Per anticipare il credito necessario a pagare i propri dipendenti e onorare gli impegni presi le imprese creditrici nei confronti della Pa che decidono di scontare le fatture sono costrette a pagare 4,172 miliardi di euro di interessi passivi dovuti.
Una stima, questa, ottenuta prendendo come riferimento il dato fornito da Bankitalia sullo stock complessivo e il costo medio del capitale (pari al 7,32% su base annua) che le imprese hanno dovuto sostenere per far fronte al relativo fabbisogno finanziario generato dai mancati pagamenti.