Ecco come sarà il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo

Quasi 12.000 presenze da giugno a settembre hanno generato una ricca serie di progetti per il futuro

Una stagione straordinaria quella vissuta dal Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo che, nell’estate 2014, ha registrato quasi 12.000 presenze.
Le visite registrate nei mesi da giugno a settembre, mostrano un trend in crescita, con un passaggio dai 6.198 visitatori del 2012, ai 9.046 del 2013, alle 11.904 presenze di quest’anno.
Forte di questo successo, e dell’incremento delle già numerose partnership e collaborazioni, il museo mette in cantiere per il 2015 una serie di proposte e novità, tra le quali il riallestimento delle sale.

 Un successo frutto di una rete di relazioni
Il successo di questa stagione estiva è frutto dell’ottima collaborazione fra il Comune di Predazzo e il MUSE Museo delle Scienze di Trento, di cui il museo geologico è sede territoriale dal 2011, e altresì di una programmazione estiva ricca e variegata, che ha compreso proiezioni, visite sul territorio, laboratori, consulenze, conferenze, spettacoli teatrali e mostre legate alle realtà e alle tradizioni locali e non solo.
Tra i principali partner del museo figurano Apt della Valle di Fiemme, Comunità di Valle, Vigili del Fuoco, Museo del Nonno Gustavo, Istituto culturale Ladino di Fassa, CML di Predazzo, Società Latermar 2200, oltre alle Associazioni del territorio: Gruppo Micologico A. Scopoli,Gruppo Fotoamatori, Ass. Filatelici, Associazione Sentieri in compagnia, La Bottega delle Erbe e l'Università della Terza Età.
Il 2014 è stato anche l’anno di una nuova collaborazione, sorta tra il MUSE, il Museo Geologico e il Parco Naturale di Paneveggio e Pale di San Martino e che ha coinvolto anche gli Accompagnate di Territorio e la Associazione Sentieri in Compagnia.
La nuova partnership si inserisce all'interno dei pacchetti che il MUSE promuove sul territorio, nell’ambito del Progetto Emozioni e Territorio e consiste di tre proposte didattiche rivolte al scolastico a livello nazionale.
 

 
 Le novità del 2015
Tra le novità per il 2015, la principale sarà il rinnovo del percorso espositivo. Sviluppato su due piani, il nuovo allestimento permetterà al visitatori di immergersi nei paesaggi dolomitici approfondendone la storia e il significato.
Al piano zero, il percorso si focalizza sulle Dolomiti, per evidenziarne la centralità nella nascita del pensiero scientifico, approfondire le motivazioni e i criteri sui quali si basa il loro valore universale, fornire chiavi di lettura efficaci per la loro valorizzazione.
Al piano interrato, invece, si propone come un viaggio tra le Dolomiti di Fiemme e Fassa presentate nelle loro peculiarità e nei loro rapporti con i massicci montuosi circostanti: il Lagorai, il Catinaccio, il Sella, la Marmolada, i Monzoni.
 

 
 I contenuti del nuovo allestimento
Il percorso del piano zero si sviluppa attorno alla «Nave d’Oro», ricostruzione evocativa del luogo in cui, nel corso del XIX secolo, si sono fermati naturalisti e scienziati.
Attorno a essa, i registri degli avventori e i quadri dei protagonisti della ricerca ottocentesca diventano parte di un’esposizione che si completa con un apparato multimediale interattivo.
Grazie a questa modalità, il visitatore potrà sfogliare i libri degli ospiti dell’albergo, incrociare i loro nomi con le loro storie e con le vicende della ricerca geologica nelle Dolomiti.
Le Dolomiti sono arcipelago e sono isola, sono presenze materiche e assenze significanti, che si sviluppano in una dicotomia diacronica tra pieni e vuoti.
Sono sistemi indipendenti tra loro, ma legati dallo stesso destino che ne ha stratificato una ricca rete di relazioni genetiche ed estetiche.
Dal 2009, le «Dolomiti sono un bene di tutti»: la presa di coscienza del significato di queste montagne, nata dentro la Nave d’Oro, esce fisicamente dal settore espositivo espandendosi su tutto il piano.
La diversità sia geologica che culturale interna alle Dolomiti è fattore caratterizzante, tanto quanto lo sono gli aspetti unitari dei massicci dolomitici.
Questo spazio della mostra è un luogo di relazione aperto dove è possibile prendere atto del dialogo tra le singole narrazioni sulle Dolomiti - di cui i vari stakeholder sono testimoni - e la nuova narrazione del «bene dolomitico» così come proposta dall'iscrizione delle Dolomiti nelle liste del Patrimonio dell'umanità.
Il piano interrato, racconta di Predazzo come porta delle Dolomiti. I singoli massicci montuosi sono rappresentati mediante allestimenti che possono essere percorsi dall’esterno, e ne riproducono le forme, i colori e le storie umane, oppure esplorati dall’interno scoprendone l’evoluzione geologica e le radici profonde del paesaggio odierno.
L’opera della natura è protagonista dei settori interni delle singole isole dove i tesori custoditi nel cuore delle montagne si offrono al visitatore.
L’opera dell’uomo è protagonista dei settori esterni; dalle prime esplorazioni del territorio alla sua conformazione odierna attraverso la sua trasformazione nei secoli. Il tutto in un percorso organico che connette ogni singolo elemento con continuità spaziale e temporale.