Durnwalder a Vienna, a 20 anni dalla chiusura del «Pacchetto»
Da Vienna una scorsa al passato e uno sguardo al futuro dell'Autonomia altoatesina

Il percorso verso un’autonomia integrale, la situazione economica europea, i rapporti tra Roma, Bolzano e Vienna: questi i temi affrontati oggi pomeriggio nella capitale austriaca dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nell’incontro con il cancelliere Werner Faymann.
«Abbiamo informato il governo austriaco del progetto di aggiornamento dell’autonomia e delle difficoltà con Roma, ma senza chiedere di intervenire. - Ha ricordato Durnwalder. - Tocca alla Provincia trattare.»
Entro l’anno Faymann farà visita in Alto Adige.
L'autonomia è un patrimonio contro l'insidia del centralismo ma anche contro ogni tentazione di localismo, è un impegno ad aprirsi all'Europa e a mantenere il livello di sviluppo raggiunto: questi i concetti ribaditi oggi (foto sotto) al Parlamento di Vienna negli interventi alla cerimonia per i 20 anni della chiusura della vertenza altoatesina davanti all'ONU.
Il presidente Luis Durnwalder ha ringraziato i protagonisti del cammino dell'autonomia, ha guardato al suo futuro e alle prossime tappe.
Vent'anni fa l'Austria consegnava la quietanza liberatoria che sanciva l'adempimento delle misure del Pacchetto per l'Alto Adige: nello stesso giorno e nella stessa sala in cui il Nationalrat aveva dato via libera alla chiusura della controversia internazionale tra Austria e Italia, oggi (19 giugno) a Vienna una cerimonia ha ripercorso il cammino dell'autonomia e anticipato i passi futuro di questo sviluppo di successo.
La presidente del Nationalrat Barbara Prammer, che assieme al Ministro degli esteri Michael Spindelegger ha invitato all'evento i protagonisti di ieri e di oggi, nel suo saluto ha definito l'autonomia altoatesina «modello internazionale per la soluzione dei conflitti, la strada della negoziazione si è dimostrata quella giusta».
Il ministro Spindelegger ha osservato che la quietanza liberatoria ha un significato particolare.«Un successo per la diplomazia austriaca nella fase preparatoria all'ONU, nelle trattative, nella tenacia per dare attuazione alle 137 misure del Pacchetto. Ma la tenacia è stata soprattutto dei sudtirolesi.»
Spindelegger ha ricordato che l'Austria nella sua funzione di tutela ha mantenuto la stessa posizione negli anni, indipendentemente dal colore del governo di Vienna.
«Abbiamo imparato che buone soluzioni non vengono dall'oggi al domani, servono negoziati, consapevolezza, convinzione della propria posizione.»
Oggi, ha aggiunto il ministro e vicecancelliere, l'autonomia si è consolidata, si è aggiornata, guarda alla collaborazione in Europa. Spindelegger ha sottolineato che l'Austria ha rapporti stretti e amichevoli con l'Italia, «siamo orgogliosi che questo sostegno ai sudtirolesi non abbia mai messo in gioco i nostri rapporti con l'Italia. Si può lavorare assieme bilateralmente quando il dialogo è aperto e franco».
Il ministro degli Esteri austriaco ha ricordato che negli ultimi tre anni ha sempre trovato la comprensione anche dei ministri Franco Frattini e Giulio Terzi.
«Mettere i problemi sul tavolo e cercare una soluzione è la strada anche per il futuro, – ha detto Spindelegger. – L'Alto Adige resta centrale nella politica estera austriaca che mantiene la sua funzione di tutela nei confronti delle minoranze.»
E infine il futuro.
«Oggi guardiamo all'Europa, il confine non è più visibile, la cooperazione nell'Euregio e a Bruxelles conferma come le Regioni possono lavorare assieme nell'UE.»
«Siamo qui per dire grazie a tutti coloro che ci hanno portato fino a questo punto del cammino dell'autonomia. – Ha premesso l presidente Durnwalder, che Ha citato Magnago, Benedikter, Riz, Berloffa, due in particolare tra gli austriaci: il cancelliere Kreisky e il ministro Mock. – I vantaggi del secondo statuto sono stati fondamentali, ci hanno permesso di poter fare una politica adeguata per la nostra terra. Un Alto Adige, inizialmente in sofferenza, è diventato una Provincia moderna e con un indubbio benessere. Ora dobbiamo confermare il livello raggiunto, assicurare anche in futuro ai cittadini un lavoro, una casa, i servizi necessari e di qualità.»
Secondo Durnwalder la vertenza non chiude la storia dell'Autonomia, è un libro che avrà ancora molti capitoli, quelli che dovranno interpretare la realtà che cambia.
«Dobbiamo riconoscere il segno dei tempi in Europa – ha ribadito il Presidente – non aver paura di aprirsi: non siamo gelosi della nostra Autonomia, oggi abbiamo il compito, come zona di confine, di lavorare con le regioni a noi vicine, di unire gli Stati. Lo stiamo facendo con l'Euregio, che abbraccia 1,8 milioni di persone.»
In conclusione Luis Durnwalder ha definito l'autonomia «un'opera di pace delle diplomazie e di politici democratici e lungimiranti: conferma che fiducia, tenacia, dialogo, rispetto portano alla pacificazione».
A questo proposito il Landeshauptmann ha ringraziato anche i politici italiani, «senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere il livello di sviluppo di oggi. E grazie alla popolazione che ha sempre sostenuto questi sforzi con senso di responsabilità e saggezza».
I presidenti del Trentino Lorenzo Dellai e del Tirolo Günther Platter hanno ribadito la volontà della collaborazione nell'Euroregione nella solidarietà e senza dimenticare le radici alpine.
Alla cerimonia nel Parlamento di Vienna hanno partecipato tra gli altri l'intera Giunta provinciale, l'ambasciatore italiano a Vienna Eugenio d'Auria, i ministri austriaci Karl Heinz Töchterle e Claudia Schmied, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, la consorte dell'ex ministro Mock, molti protagonisti di ieri e oggi della scena politica euroregionale.