A Vinitaly il Bacco di Caravaggio – Di Giuseppe Casagrande
In prestito dalla Galleria degli Uffizi sarà esposto al Vinitaly (2-4 aprile) assieme al Bacco Fanciullo di Guido Reni. Due capolavori dell'arte italiana e mondiale
Il Bacco di Caravaggio.
In alto i calici. Il mondo dell'arte, quella universale, sposa Vinitaly. Un matrimonio che abbraccia idealmente la bellezza, la cultura, la civiltà.
Le migliaia di visitatori che dal 2 al 4 aprile visiteranno gli stand e i saloni della Fiera scaligera potranno ammirare due capolavori dell'arte italiana e mondiale: il Bacco di Caravaggio e il Bacco Fanciullo di Guidio Reni.
I due preziosi dipinti saranno esposti nello spazio del Ministero dell’Agricoltura, protetti da teche di vetro infrangibile, costantemente sorvegliati da due Carabinieri e assicurati con una cifra importante dalle Generali.
Il vino e l'arte rappresentano un’unica idea di civiltà e di cultura
Oggi il vino non è più una bevanda popolare, ma universale come dimostra la sua cultura di massa. E se lo consumiamo di meno, è anche perché lo rispettiamo di più.
Ma anche perché i valori che porta con sé sono così elevati, che ne fanno un bene dell’umanità, della quale ha accompagnato tutto il cammino, fino ai nostri giorni. In questo senso possiamo accomunarlo all’arte: insieme rappresentano un’unica idea di civiltà e di cultura.
Per questo l’esposizione di due capolavori dell’arte italiana e mondiale come il Bacco di Caravaggio ed il Bacco Fanciullo di Guido Reni, a Vinitaly rappresenta un evento unico per l’Italia. Che è diverso dalle numerose mostre dedicate al connubio tra la storia della vite e quella dell’arte, perché unisce la cultura ai massimi livelli al vino per la prima volta nel suo appuntamento più importante, simboleggiando quella volontà sentita nel nostro Paese e caldeggiata da molti, tra i cui i più celebri critici d’arte, di promuovere il patrimonio italiano nel suo complesso.
Ma che ci fa anche riflettere su un concetto da sempre fondamentale per WineNews nella fare comunicazione enogastronomica: l’importanza del vino come «medium» della nostra grande bellezza, per il legame che ha con i territori, le loro comunità, la loro cultura, i loro paesaggi inimitabili, fatto di storie, persone e produzioni, che ci rendono unici al mondo.
Il Bacco di Caravaggio.
Il Bacco di Caravaggio (conservato agli Uffizi) forse un autoritratto
Il Bacco di Caravaggio conservato agli Uffizi a Firenze è uno dei dipinti più famosi e ammirati al mondo, un’opera meravigliosa dipinta tra il 1596 e il 1598 dal giovane Caravaggio, figura tra le più rivoluzionarie della storia dell’arte.
Raffigura un giovane nelle vesti del famoso dio Bacco - forse un autoritratto dello stesso Caravaggio - secondo una visione dell’antichità che inneggia alla libertà dei sensi, ai riti iniziatici e ai travestimenti bacchici praticati nella Roma che ci porge un calice di vino accanto ad una canestra con i frutti dell’autunno, prima natura morta moderna.
Per molti studiosi rappresenta un invito oraziano a cogliere l’attimo fugace della vita come un frutto da consumare nel giusto tempo, alla convivialità e all’amicizia, in una riflessione esistenziale sul qui e ora.
Il Bacco fanciullo di Guido Reni raffigurato con i grappoli d'uva
Il «Bacco fanciullo» è una delle opere più note di Guido Reni (secoli XVI-XVII), uno dei più grandi pittori italiani del Seicento.
È conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, che fa parte delle Gallerie degli Uffizi.
Raffigura il dio del vino da bambino, ritratto con i suoi consueti attributi iconografici (la corona con grappoli d’uva e foglie di vite, e oggetti connessi al vino, come la fiasca, la brocca e la coppa), che si rivolge sorridente verso l’osservatore reggendo una larga alzata sulla quale posa una coppa di vetro colma di vino bianco, dalla quale egli si accinge a bere.
Lo sguardo del dio è allegro, già mosso da una lieve ebbrezza che è un’altra caratteristica tipica dell’iconografia di Bacco.
Il Bacco fanciullo di Guido Reni.
A Verona i due dipinti si potranno ammirare a gruppi di 25 persone
Le due opere, come confermato ufficialmente a Roma durante la conferenza stampa dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, saranno esposte, per la prima volta, a Verona, nello spazio del Ministero, a partire da «Bacco di Vino», che sarà l’evento di apertura, e si potranno ammirare a gruppi di 25 persone, per questioni di sicurezza, con la volontà, ha detto il Ministro, di far percepire quanto sia radicato il vino nella storia e nella cultura italiana e mondiale.
«Un elemento utile per raccontarla e garantire ai nostri prodotti agroalimentari, attraverso i nostri beni culturali, di entrare nei mercati attraverso strade alternative.»
Forse mai come in questo momento l’Italia sta puntando tutto sulla sua bellezza, sul nostro patrimonio culturale, storico, artistico e paesaggistico, ma anche sull’enogastronomia attraverso lo straordinario potere evocativo dell’arte e l'appeal dei nostri vini.
La strada imboccata è quella giusta. Dal mondo del vino italiano, riunito a Verona nel suo evento più importante, può partire un messaggio importante per il nostro Paese e per il made in Italy.
Giuseppe Casagrande – [email protected]