Parliamo di Calcio Trento con Giorgio Moser – Di Nadia Clementi

L’ex presidente: «Trento senza una squadra di calcio che la rappresenti è qualcosa di sbagliato»

A poco più di tre mesi dalla fine della presidenza del club Trento Calcio, l’imprenditore trentino Giorgio Moser racconta così la sua travagliata esperienza nella società giallo/blu: «Non so dire se lo rifarei!»
 
Quale situazione ha trovato all’interno dell’organizzazione del club? E quali aspetti cambierebbe sia in ordine amministrativo sia tecnico?
«Nel 2011, per aiutare degli amici, fui contattato dal direttore Gianni Petrollini il quale mi chiedeva di trovare degli sponsor e un aiuto personale per evitare il tracollo della società dove la situazione e l’organizzazione erano incerte e confuse.
«La decisione che mi spettava fu difficile anche perché la mia famiglia non era d’accordo e aveva paura che mi facessi prendere da un entusiasmo a loro parere pericoloso.
«Nonostante tutto, accettai, per un motivo molto importante: Calcio Trento rappresenta la città dove sono nato, dove vivo e dove sono cresciuti i miei figli. Trento è la mia città e la adoro
 
Vede un futuro per il Calcio Trento?
«Penso che la città di Trento senza una squadra che la rappresenti sia qualcosa di enormemente sbagliato.
«Da non sottovalutare anche il fatto che qualsiasi giovane calciatore della Provincia ambirebbe a vestire la maglia di questa gloriosa società.
«Quindi spero che il nome Trento, a livello calcistico, ritorni a risuonare come ai vecchi tempi di grande gloria.» 
  
Quanto sono importanti le risorse finanziare nello sport?
«Una grande squadra vive di risorse finanziare, non bastano dei bravi calciatori ci vogliono progetti più ambiziosi spesso molto costosi. Oggi lo sport in trentino vive unicamente dei finanziamenti di piccole imprese locali ma quello che manca è il grande sponsor che permetta di contribuire a investimenti importanti utili per l’acquisto di attrezzature, trasferte, etc.
«A differenza di quanto succede nelle altre città, nella nostra si fatica a trovare imprese disposte a investire non solo nel calcio ma nello sport in genere, forse per colpa della crisi o delle troppe società sportive che disperdono le risorse necessarie a creare un'unica opportunità importante. Il calcio Trento ne è visibile realtà. 
  
Come pensa sia possibile ritornare agli alti livelli?
«Per ritornare agli alti livelli, secondo la mia piccola esperienza in questa società, ci vorrebbero giocatori e dirigenti trentini che abbiano grande voglia e passione.
«Bisognerebbe seguire un programma di lavoro di 3-4 anni, anche a livello di volontariato, per ricostruire e valorizzare il settore giovanile: il perno da cui partire per poter porre le basi ad un futuro di grandi traguardi.» 
  
Ci sono giovani talenti in Trentino?
«Sicuramente credo ci siano dei giovani emergenti da scoprire ma non sono un tecnico non saprei dire.»
   
Rifarebbe il presidente di una squadra di calcio?
«Rifare il presidente? Il cuore mi dice di sì, il portafoglio dice no. Però mai dire mai…»
 
Sente di dover ringraziare qualcuno?
«Devo ringraziare soprattutto quelle persone che nel periodo della mia presidenza mi hanno aiutato, e delle volte anche sostituito, nel settore giovanile e con la squadra della juniores.
«Infine un grande ringraziamento lo devo agli sponsor che ci hanno permesso di andare avanti con i loro finanziamenti.»
 
Vuole fare un augurio al nuovo presidente e alla squadra?
«Spero che il Trento Calcio riesca a trovare il suo equilibrio e la sua tranquillità soprattutto per quei ragazzi che in queste ultime stagioni si sono impegnati seriamente per tenere alto il nome della società: a loro faccio i miei migliori auguri.»
 
Qualche idea per un futuro stadio?
«Per quanto riguarda il nuovo stadio vedrei uno spostamento nella zona del Pala Trento o in quella di Mattarello che permetterebbe di coinvolgere anche i privati a creare una struttura da 10.000 posti usufruibile non solo per lo sport, ma anche per altri eventi.»
 
Un ultimo commento?
«Come ultimo commento vorrei che i tifosi del Calcio Trento sapessero quanto io e il sig. Bizzozero abbiamo cercato di convincere la proprietà a farci gestire, con l’amministratore Morelli, il campionato in corso riuscendo a coinvolgere anche qualche imprenditore trentino.
«Inizialmente la proprietà aveva dato la propria disponibilità, ma aveva poi cambiato rotta qualche giorno prima dell’iscrizione al campionato.
«Questa decisione ci ha fatto capire che non si poteva più proseguire il rapporto con quelle persone e l’unica cosa che ci rimaneva da fare era andarcene.
«Comunque auguro a tutti buona fortuna!»
 
Giorgio Moser - [email protected]
Nadia Clementi - [email protected]