Il ciclone BalletBoyz chiude in bellezza la stagione InDanza

La formazione inglese di 10 danzatori maschi guidata da Michael Nunn e William Trevitt al Teatro Sociale di Trento il 16 aprile

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Fondati a Londra nel 2001 da due ex-ballerini del Royal Ballet, Michael Nunn e William Trevitt, i BalletBoyz fino a qualche anno fa si identificavano nei due fondatori e qualche guest illustre come l’étoile Sylvie Guillem.
Oggi sono molto di più dei loro fondatori. Se i primi spettacoli vedevano infatti Nunn e Trevitt in scena interpretare coreografie appositamente nate per loro e firmate da star del panorama internazionale, oggi i due stanno preferibilmente dietro le quinte e dietro la macchina da presa (della danza, naturalmente).
Il testimone della scena è passato a un gruppo di 10 brillanti danzatori under 24, scovati tramite audizione, a cui affidano di volta in volta un ricco repertorio originale.
Tra i 10 che compongono oggi i BalletBoyz spiccano anche due danzatori italiani: lo spezino Andrea Carrucciu e il romagnolo Simone Donati.
 
Per il nuovo The Talent 2014/2015 - ospite al Sociale per InDanza - la scelta degli autori è caduta su due nomi del panorama inglese: l’altisonante Christopher Wheeldon, già coreografo residente del New York City Ballet e oggi artista associato al Royal Ballet di Londra, e il giovane autore, sempre più sulla cresta dell’onda, Alexander Whitley, che il Sadler’s Wells si è già accaparrato insieme alla Rambert che ha voluto la sua compagnia in residenza.
The Talent 2014/2015 ha debuttato lo scorso settembre al Linbury Studio della Royal Opera House di Londra, è il successo è stato trionfale. Il Times ha commentato: “Il gruppo è meravigliosamente cementato, si muove con passione e straordinaria presenza scenica”.
 
Il programma si compone di Mesmerics, di Christopher Wheeldon, coreografia nata nel 2003 per i ‘vecchi’ BalletBoyz (danzato da Nunn, Trevitt e Oxana Panchenko) ricostruita dall’autore per il nuovo gruppo tutto al maschile e di formazione contemporanea Gruppo che sprigiona tutta la potenza, la solidità e il tono muscolare che appartiene alla giovane età dei componenti.
Il titolo rimanda alle forze magnetiche della teoria settecentesca di Franz Anton Mesmer e si dispiega sulla partitura minimalista di Philip Glass. Segue The Murmuring, di Alexander Whitley, brano sospeso tra citazioni di Robert Burns e Michel Foucault che si proiettano sul palco insieme a brevi filmati in bianco e nero che punteggiano la danza.
La partitura coreografica attinge alla robusta virilità del gruppo tra tecniche di contact e slanci di energia nervosa che illuminano l’individuo all’interno del movimento corale.
Costruito sulla partitura elettronica del duo inglese Raime, il sussurro (murmuring in inglese) acquista con Whitley sfumature inquietanti e radicali.