La fotografia naturalistica protagonista al MUSE il 9 settembre
«Milimani», le montagne del mondo si raccontano con Andrea Bianchi e Osvaldo Negra – Giardino del MUSE – Ingresso libero, prenotazioni su Eventbrite
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Dopo i racconti fotografici di Mattia Dori e Matteo Pavana, la rassegna estiva Click di sera porta nel giardino del MUSE le immagini di «Milimani. Biodiversità in quota tra il Tropico del Cancro e del Capricorno»: oltre 150 scatti che ricercatori e studiosi del museo hanno immortalato sulle montagne della fascia intertropicale del nostro Pianeta.
Una raccolta multi-autoriale di fotografie di viaggio. Un giro del mondo «tropicale» alla scoperta di 13 zone differenti sopra i 2.000 metri.
Un’inedita esplorazione tra fauna e flora d'alta quota per scoprire che «oltre il limite degli alberi» sono molti i punti in comune con le nostre Alpi, ma altrettante e sorprendenti sono le differenze.
Mercoledì 9 settembre, alle 20.30 nel giardino del MUSE, la rassegna estiva Click di sera ospita i racconti e le immagini che hanno portato alla nascita di «Milimani. Biodiversità in quota tra il Tropico del Cancro e del Capricorno», la mostra fotografica dedicata agli ambienti d’alta quota visitabile fino al 30 settembre 2020 al Giardino Botanico Alpino delle Viote del Monte Bondone.
Alla serata prenderanno parte Andrea Bianchi e Osvaldo Negra, naturalisti del MUSE e autori di alcune delle foto esposte.
«Milimani – spiegano i curatori – è l'espressione che in swahili significa sulle montagne. Queste fotografie, scattate negli anni da ricercatori e collaboratori del MUSE, permettono di compiere un giro della Terra attraverso il quale conoscere la biodiversità d’alta quota e scoprire che sopra i 2.000 metri d'altitudine piante e animali, dovendo affrontare simili condizioni ambientali, rispondono spesso con gli stessi adattamenti.»
Dalle Ande al Ruwenzori, dall’Ethiopian Plateau alla Nuova Guinea, dal Teide al Kinabalu, catene montuose anche imponenti o singole «sky island», svettanti ben oltre i 2.000 metri rispetto ai territori circostanti, dominano anche la fascia intertropicale: oltre 150 scatti ne raccontano gli elementi comuni e gli inconsueti driver ecologici che ne caratterizzano i cicli naturali.