Il sen. Panizza ricorda in aula Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli
Al termine tutto il Senato si è unito al cordoglio per le vittime e in particolare degli alpinisti trentini
Qui di seguito riportiamo il testo pronunciato dal senatore Franco Panizza in Senato a ricordo delle due vittime del sisma del Nepal Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli. |
La ringrazio signor Presidente.
Prendo la parola, anche a nome del collega deputato Mauro Ottobre, per ricordare in quest'aula Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli e, attraverso il loro ricordo, quello di tutte le altre persone che hanno perso la vita in Nepal, con una conta delle vittime che, purtroppo, non si vuole arrestare: a ieri, 7.557 i morti accertati a questa mattina, più di 14.500 i feriti.
Un pensiero particolare va anche agli altri due escursionisti Marco Pojer e Renzo Benedetti, di cui in questo momento si continua la ricerca dei corpi.
Ieri in Trentino si celebrano i funerali di Gigliola e di Oskar.
Entrambi alpinisti del Soccorso Alpino, per molti Oskar era la migliore guida alpina della nostra terra.
Di Lui si scriveva:
«Oskar Piazza è un alpinista diverso. Di quelli che vanno in montagna per passione e per gli altri, quando gli altri hanno bisogno. Perché Oskar, classe 1960, è un pilastro del Soccorso alpino, capace di mettere da parte le proprie ambizioni per essere sempre pronto ad aiutare una cordata in difficoltà, a salvare delle vite.
«Non ricordo nessun fatto particolare che mi ha spinto a diventare un soccorritore, – diceva invece Oskar. – È semplicemente un bisogno che sento, analogo al desiderio di salire un Ottomila.»
E proprio sugli Ottomila, in più di un'occasione, Oskar ha dato prova delle sue doti. I suoi ricordi più belli, però, sono forse il McKinley (6194 m) salito con tre grandi amici quando tutto sembrava ormai compromesso e la traversata del Monte Bianco (4.810 m).
«Un'avventura con mio padre – ricorda – nel giorno del suo sessantesimo compleanno. Il Monte Bianco era il suo ultimo sogno e riuscire, proprio quel giorno, a regalargli quella cima, è stato assolutamente straordinario».
La montagna, per Oskar Piazza, è stata, senza alcuna retorica, una vera maestra di vita: «Mi ha aiutato a comprendere la cultura del rispetto. Rispetto delle persone, degli oggetti, dei pericoli e dell'ambiente naturale: qualcosa di cui, in quota e a casa, dovremmo sentire la più grande necessità.»
Perché, come amava essere definito, era un alpinista!
Credo, signor Presidente, che non ci sia da aggiungere altro, se non quello di mandare il nostro abbraccio ai familiari di Oskar e di Gigliola, di Marco e di Renzo e, attraverso questo, esprimere la nostra commozione per quanto accaduto in Nepal.
Sen. Franco Panizza