Iraq: «È immorale non intervenire per salvare le vite»
Dal vescovo Warduni e dai presuli canadesi appelli a intervenire in difesa dei cristiani
«È immorale non intervenire per salvare delle vite. Ogni giorno vengono calpestati diritti umani di migliaia di persone, costrette a fuggire, a pagare un tributo per restare nelle case o a convertirsi all’Islam.» Secondo l'Osservatore Romano, le testimonianze, le denunce, gli appelli in difesa dei cristiani in Iraq si susseguono senza sosta, da ogni parte del mondo. |
Ieri, a Rimini, ospite del Meeting, il vescovo di curia di Babilonia dei Caldei, Shlemon Warduni, non ha esitato a chiamare «genocidio» quello che sta accadendo nel Paese del Vicino oriente.
E, con cruda chiarezza, il presule ha sollecitato le autorità internazionali a muoversi con più decisione.
«Se continuerete a dormire, i terroristi arriveranno fin sotto le vostre case. Bisogna intervenire per via diplomatica» e, se necessario, con altri mezzi per difendere le popolazioni perseguitate.
Monsignor Warduni denuncia l’inerzia occidentale di fronte ai massacri perpetrati ai danni di cristiani, yazidi e membri di altre minoranze presenti in Iraq.
«Sono qui per gridare all’Occidente di svegliarsi da un sonno durato troppo tempo. I Paesi occidentali si muovono solo per interesse, primo fra tutti la vendita di armi e di petrolio. È immorale non intervenire per salvare vite umane.»
Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, la Conferenza episcopale canadese ha lanciato un appello alla misericordia, alla compassione e alla giustizia in Medio oriente e in tutto il mondo.
Il riferimento, esplicito, è alla situazione drammatica in Iraq, in Siria e in Terra Santa, ma anche alla crisi ucraina e ai conflitti in alcune regioni africane.
«Siamo testimoni — scrivono i vescovi — di persecuzioni e di difficoltà patite da centinaia di migliaia di persone oggi a causa della loro fede e delle loro convinzioni: cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani, membri di altre religioni e di minoranze etniche.
«Gli orrori della guerra e della violenza tormentano una moltitudine di cuori innocenti. Famiglie e bambini si ritrovano senza acqua, senza cibo, senza aiuto e senza riparo. Case e collettività vengono devastate.
«Non solo è ormai compromesso il futuro delle popolazioni di queste regioni ma è minacciata la stessa sicurezza internazionale.
«La guerra e la violenza attaccano i legami che uniscono l’umanità, dividono la famiglia umana. È Gesù che è perseguitato, senza riparo, è lui che ha fame, che viene imprigionato o torturato.»