Whirlpool in Consiglio provinciale/ 3: La nostra replica

Assimilare Dorigatti a Bava Beccaris è solo una cattiveria gratuita nei confronti di un ex sindacalista che è riuscito a rivestire cariche istituzionali utilissime ai lavoratori

Perdere il lavoro è la tragedia peggiore che possa accadere a una persona. Non guadagna più e quel che è peggio è che non è più inserita nel ciclo produttivo della società.
La chiusura dello stabilimento trentino della Whirlpool è stato l’episodio più grave accaduto in Trentino nel corso della grande crisi. La Provincia è riuscita a tenere fino all’ultimo, poi ha dovuto prendere atto della sciagura e cercare soluzioni alternative.
In gran parte le ha trovare, così come molti dipendenti sono riusciti da soli a trovare nuove occupazioni.
La crisi peraltro si è abbattuta pesantemente su tutto il mondo produttivo, anche quello della stampa, per cui tanti - troppi – giornalisti si sono trovati sulla strada. Con l’aggravante, rispetto gli operai, che per essere riciclati in altre occupazioni devono rinunciare a una professione per raggiungere la quale hanno combattuto e sofferto per anni, spesso guadagnando meno degli operai.
 
Per quanto riguarda la Whirlpool, fossero ancora pochi coloro che devono essere reinseriti nel mondo del lavoro, deve restare comunque alta l’attenzione dell’ente pubblico. Non si deve mollare mai.
La tragedia continua e le pressioni che fa il sindacato alla Provincia non devono mai cedere il passo.
Ma quello che è accaduto oggi in Consiglio Provinciale è certamente un evento molto grave, come lo ha definito il presidente Dorigatti, al quale va tutta la nostra solidarietà.
Le Istituzioni sono sacre e vanno rispettate.
Ma soprattutto il sindacato non può giustificare l’invasione dell’emiciclo consiliare per protestare con chi, come il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti, altro non può fare che sollecitare l’azione dell’Esecutivo.
 
Non solo, Dorigatti è accusato di essere un ex sindacalista passato dall’altra parte e di curare in sostanza solo i propri interessi.
Il sindacato accusa poi la Provincia di «sperperare i soldi con grandi imprese» (sic), come se fosse stato meglio far chiudere la Whirlpool anni prima.
Infine, la vergognosa minaccia «Quando il popolo ha fame, il popolo si ribella. E Dorigatti lo sa». Una battuta del genere, fatta nel centenario della rivoluzione sovietica, è una minaccia gratuitamente violenta.
Comprendiamo che il sindacato usi sempre un linguaggio verbale estremamente violento, ma non lo condividiamo perché alla lunga perde l’effetto che pretende di avere. Fa contenti solo i propri iscritti, anche se non porta risultati.
Assimilare Dorigatti a Bava Beccaris lascia senza parole. È solo una cattiveria gratuita nei confronti di un ex sindacalista che è riuscito a rivestire cariche istituzionali, dalle quali riesce ad essere molto più utile ai lavoratori di quanto non lo siano le offese e le minacce.

GdM