NO alla violenza contro le donne – Di Nadia Clementi
L’eloquente messaggio di Filomena Lamberti nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
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«Le donne, uguali agli uomini, ma diverse cercano dignità e libertà. Non vogliono essere oggetti di possesso, ma vogliono rispetto e amore. Insegniamolo ai ragazzi per la speranza di un futuro migliore.»
È questo il messaggio che Filomena Lamberti ha rilasciato al nostro giornale, per dire No alla violenza contro le donne.
Dopo trenta operazioni in sette anni, la lotta quotidiana contro lo specchio e contro i ricordi, le sofferenze fisiche e morali subite per un atto di atrocità inaudita, Filomena Lamberti porta avanti la sua battaglia di testimonianza, affinché simili episodi e la violenza sulle donne in generale non si ripetano mai più.
Mostra con orgoglio il suo volto sfigurato dall’acido che Lei stessa definisce «ferita e rinascita allo stesso tempo».
Lei è una sopravvissuta, ed oggi è più donna di prima: il prima era la sua vita a fianco all’uomo che un giorno le ha versato dell’acido sul viso nel tentativo di ucciderla e il dopo è ciò che la ha resa una donna simbolo di coraggio, forte e sicura che ha deciso di abbattere i muri del silenzio e dell’indifferenza che l’hanno condannata.
Filomena racconta la sua storia che non parla solo di dolore, ma di riscatto e libertà rilasciando diverse interviste sulle principali emittenti nazionali al programma «Le Iene» così come ad «Amore Criminale» con l’intento di sensibilizzare la violenza contro le donne e il femminicidio. Ha inoltre scritto il libro «Un’altra vita» edito da Spaziodonna per testimoniare tutta la violenza e la sopraffazione subite e il coraggio di riprendere in mano la propria vita e andare avanti.
La storia della salernitana Filomena Lamberti, madre di tre figli è, purtroppo, ben nota.
La sera del 28 maggio 2012 il marito, che da anni la picchiava e da cui stava per separarsi, le gettò addosso dell’acido solforico.
La donna venne ricoverata al Cardarelli per le gravi ustioni riportate.
Niente sono riusciti a fare i medici dell’ospedale che l’hanno soccorsa: una parte di un braccio è stata persa, così come sono stati sfregiati i lineamenti del viso, ricostruiti in parte con una serie di dolorosi interventi chirurgici.
Un vero e proprio incubo, causato dal marito e carnefice, che le ha rovinato la vita.
Addirittura dopo il fatto, l’uomo non è stato neppure arrestato, ma gli sono stati concessi i domiciliari, nella stessa abitazione in cui aveva commesso il reato.
Dopo un breve processo ha scontato solo 18 mesi di carcere, di cui tre detratti per buona condotta.
Filomena, è vittima due volte, la prima di un marito criminale, la seconda di istituzioni indifferenti alle sue denunce.
Ma oggi il disegno di legge nr. 69/19, ribattezzato «codice rosso» ed entrato in vigore lo scorso 9 agosto, introduce i reati di revenge porn, sfregi e nozze forzate, impone una stretta sui maltrattamenti in famiglia e aumenta le pene per violenza sessuale e stalking.
Con esso, se una donna denuncia una violenza o una persecuzione questa denuncia deve avere una corsia preferenziale. Vuol dire che le forze dell’ordine devono trasmettere immediatamente la denuncia al pubblico ministero, che dovrà sentire la persona offesa entro tre giorni.
La violenza contro le donne, rimane un’emergenza.
E per combatterla non basta solo la giornata, seppur importante, del 25 novembre.
Occorre un cambio culturale ed un’educazione maschile che sappia far accettare agli uomini la parità con le donne che sono sempre più autonome e capaci di occupare importanti ruoli sociali e nel lavoro.
In modo che non possano e non debbano più, di fronte ad un rifiuto, essere artefici di tanta, assurda violenza.
Nadia Clementi - [email protected]