Il J'accuse! del presidente Trentino Volley Diego Mosna
Il presidente Mosna: «Quello della FIPAV uno sgarbo istituzionale. 24 milioni di danni economici per la Lega»
Ai microfoni di SuperNews il presidente della Trentino Volley Diego Mosna.
L'ex presidente della Lega Pallavolo Serie A ci racconta di come la società abbia accolto la decisione della chiusura del campionato, dei danni economici che hanno colpito l'ambiente del volley e di quando, secondo la sua opinione, si possa riprendere l'attività agonistica.
Infine, il presidente si augura che possa esserci un cambiamento che parta dal vertice di questo sport.
Sulla decisione della chiusura del campionato
È stata accolta malissimo, pur nella sua legittimità. Tutta la pallavolo di vertice si aspettava perlomeno di essere consultata, prima di prendere una decisione così importante. Questo non è avvenuto, generando così uno sgarbo istituzionale che mi ha spinto a dimettermi dalla carica di presidente della Lega Pallavolo Serie A.
Sulla ripresa dell’attività agonistica
Credo che le discipline individuali non facciano correre alcun rischio agli atleti, ai quali personalmente avrei fatto riprendere l’attività anche prima della data stabilita. Per ciò che riguarda gli sport di squadra, bisognerebbe fare una serie di valutazioni sui protocolli che ogni club ha, la scelta dovrebbe essere demandata ad autorità locali che conoscono meglio la situazione di ogni realtà. Dal mio punto di vista, rispettando le norme sanitarie si potrebbe riprendere da subito, non vedo la differenza tra oggi e tra quindici giorni. Tuttavia, accettiamo anche questa decisione.
Perdite economiche
Per tutta la Lega, sono circa 24 milioni di danni. Per il Trentino Volley, si tratta di perdite economiche pari a 1, 2 milioni. Ecco perché per noi sarebbe stato importante proseguire, giocare i playoff, ospitare un pubblico anche limitato, ma poterlo ospitare ugualmente. Abbiamo una serie di mancati ricavi importantissimi, che adesso dobbiamo trasferire ai soci e ai nostri atleti operando delle riduzioni.
Sul rapporto tra Lega e FIPAV
Si dovrà ricostruire su nuove basi, perché non è possibile non dialogare. Io, da presidente di Lega, incarnavo quella tensione che nasceva dal contrasto tra la corrente del «giocare sì» e quella del «giocare no». Togliendo l’imbarazzo della mia persona, sarà molto più semplice dialogare con la Federazione.