«La casa deve essere come un vestito» – Di Nadia Clementi

Parliamo di progettazione virtuale con l’architetto Carlo Alberto Covelli

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Il futuro appartiene a coloro che attraverso la creatività e con scelte intelligenti anticipano la realizzazione dei propri progetti.
Oggi, grazie alle nuove frontiere virtuali, è possibile interagire con uno studio di progettazione architettonica con un semplice drag&drop (clicca e trascina) attraverso un software specifico che permette di realizzare, arredare o ristrutturare la propria casa, sia in termini di lavori in muratura che di arredamento.
Partecipare in maniera attiva alla progettazione della propria abitazione diventa utile, economico e divertente. Disegnare, pensare i cambiamenti con la propria testa e verificare in anteprima grafica a tre dimensioni (3D), permetterà di farsi un’idea precisa, sebbene virtuale, di come risulterà l’appartamento o la propria casa.
 
Delle nuove tecniche digitali di rappresentazione e dello sviluppo di un modello tridimensionale vero simile, ne parliamo con l’esperto in architettura e ingegneria Carlo Alberto Covelli.

 Chi è Carlo Alberto Covelli
Nel 1983 si laurea in ingegneria civile sezione edile architettonica presso il Politecnico di Milano, nell’anno seguente s’iscrive all’Ordine di Trento col numero 1.076.
Nel 1984 Inizia a lavorare a Trento, collaborando con lo studio degli architetti Lupo e Deutsch, occupandosi tra l’altro della ristrutturazione di Palazzo Trentini (sede del Consiglio Provinciale) e di palazzo Geremia (sede del comune di Trento).
Nel 1987 decide di aprire uno studio privato dove inizia ad acquisire i primi rudimenti della progettazione virtuale per poi arrivare a specializzarsi nella nuova tecnica di progettazione in 3D.

Architetto Covelli cosa vuol dire progettazione con uso della costruzione virtuale?
«Una volta si progettava usando il tecnigrafo, la penna a china su carta lucida cancellando ed usando la lametta. L’evoluzione tecnologica poi ha privilegiato l’utilizzo del computer attraverso programmi come Autocad che permettevano di disegnare righe, cerchi, etc.  su un monitor.
«Ora con programmi specifici dedicati alla progettazione architettonica come Allplan si può finalmente simulare la realizzazione di un progetto costruendolo virtualmente.
«Le potenzialità di questa nuova generazione di software è davvero notevole, possiamo ad esempio inserire il modello 3D del nostro progetto nell’ambiente in cui verrà realizzato dandone così una visione completa e realistica. Il risultato finale sarà tanto verosimile da poter interagire con esso. Questo per il cliente è un vantaggio importante, è un po’ come se si potesse costruire e demolire la propria casa virtuale fino ad ottenere la soluzione ottimale prima della realizzazione fisica.
«Un progetto non è più un disegno fatto di righe ma un’unità composta di parti complesse. Una parete ad esempio è un elemento 3D composto di intonaco, mattoni isolanti, cartongesso, elementi  riprodotti in forma realistica.»
 
Quali sono i vantaggi del virtuale rispetto alla progettazione tradizionale o passata?
«Nella progettazione tradizionale il tecnico era vincolato a riassumere un’idea tramite un piano di lavoro bidimensionale.
«Per sua natura tridimensionale la progettazione di un’opera architettonica è complessa, ricca di dettagli, colori, materiali. Uno scarno elaborato bidimensionale in bianco e nero, decontestualizzato dall’ambiente in cui verrà realizzato, oggi non è più sufficiente a coinvolgere il cliente finale.
«La progettazione con la tecnica della costruzione virtuale permette al cliente, durante tutte le fasi di ideazione, di rendersi conto esattamente di quello che il progettista sta realizzando da molteplici prospettive. Il progetto collocato virtualmente nell’ambiente che lo ospiterà, potrà essere “esplorato” in ogni sua parte tramite appositi applicativi, restituendo fin da subito maggior consapevolezza del risultato finale.
«Questa tecnica non va confusa con la modellazione virtuale. Mentre la progettazione con l’uso della costruzione virtuale permette di vedere direttamente il progetto stesso, in tutte le fasi della progettazione, in forma dinamica sotto forma di rendering e/o animazione. La modellazione virtuale invece é impiegata coinvolgendo società specializzate che ricavano dal progetto finale, realizzato in forma classica 2D, un rendering e/o modello semplificato che illustra parzialmente il lavoro al cliente.»
 
Qual è il limite dell’architettura virtuale?
«Non vedo limiti ma sviluppi in forma sempre più raffinata, con la possibilità d’interazione del progetto virtuale architettonico con gli altri piani di lavoro come ad esempio quello strutturale, impiantistico, etc. all’interno dello stesso modello.»
 
Come si realizza un progetto virtuale di una casa in 3D?
«Come in un progetto bidimensionale il progettista inizia utilizzando la matita per fare gli schizzi dell’idea che intende realizzare. In seguito passa al computer e virtualmente realizza quanto ipotizzato. Per fare un esempio pratico le fasi di lavoro prevedono i seguenti step:
1. si realizza il rilievo tridimensionale virtuale del terreno con eventuali edifici, muri e quant’altro presente, come i  sassi, l’erba, etc. come realmente sono.
2. si fa lo scavo,
3. si realizzano le fondazioni,
4. s’innalzano i muri, si fanno i fori, si inseriscono le porte, le finestre, etc.
5. arredo compreso.
 
«E così procedendo fino al completamento dell’edificio; in pratica si elabora virtualmente quello che dovrà realizzare l’impresa costruttrice. Un processo che permette di evidenziare fin da subito eventuali carenze e/o sviste progettuali e verificare la compatibilità del progetto architettonico con quello strutturale ed impiantistico.»
 
Perché è importante realizzare un’anteprima verosimile di un progetto?
«Troppo spesso, direi sempre, quando andiamo a vedere in cantiere la realizzazione di un progetto ci rendiamo conto che non è esattamente come lo avevamo immaginato guardando gli elaborati e siamo spesso costretti, qualora ancora possibile, a costose varianti in corso d’opera.
«Con la visione di un progetto virtuale ritengo sia impossibile non avere chiaro il risultato finale.
«Inoltre, costruire virtualmente un edifico, ci permette di scoprire quelle che possono essere eventuali carenze e/o difetti che in una progettazione classica è più facile avere.»
 
Come si pone l’interfaccia (cliente) nella realtà virtuale interattiva?
«Dopo aver realizzato il progetto che s’intende sottoporre al cliente, si può procedere in tre modi:
1) il cliente convocato in studio, partecipa direttamente alla progettazione virtuale modificano a piacimento l’opera proposta dal progettista.
2) il cliente può altresì collegarsi con il progettista mediante il proprio computer, tablet o smartphone e visionare il modello dinamico da qualsiasi luogo.
3) Al cliente viene consegnato un particolare file PDF con il modello 3D del progetto e, senza installare nulla sul suo computer, può interagire con esso. Può ad esempio ruotarlo, avvicinarlo, inclinarlo ma anche sezionarlo a suo piacimento.
 
«Inoltre, mediante delle sezioni dinamiche, può cambiare luci, può scomporlo togliendo ad esempio il tetto. Le possibilità sono tantissime tra cui anche vederlo in forma classica di disegno 2D.»
 
Interessante ma tutto ciò comporta un notevole aggravio dei costi per il cliente?
«La progettazione virtuale, come detto, evita modifiche in corso d’opera e permette fin da subito una soluzione condivisa con il cliente, se invece si riferisce ai soli costi di progettazione questi, per quanto mi riguarda, sono gli stessi di una progettazione fatta con la vecchia maniera.»
 
Quali sono i suoi progetti in 3D realizzati in questi anni?
«Penso di essere stato uno dei primi a Trento a progettare in 3D, che ora utilizzo abitualmente anche nelle ristrutturazioni di palazzi antichi.
«Sono molti gli edifici progettati in questi ultimi anni, fra i più conosciuti vi sono:

1) L’ostello della gioventù della città di Trento (ex albergo Astoria). 
 

  
2) La ristrutturazione di casa Campregher a Campregheri sopra il lago di Caldonazzo. 
 
 
 
3) Il nuovo Relais Palazzo Lodron all’interno di Palazzo Lodron a Villalagarina/Nogaredo. 
 
 
  
4) L’ampliamento delle scuole ITC Floriani a Riva del Garda primo esempio di scuola LEED. 
 
 
  
5) Ristrutturazione architettonica del rifugio Caduti dell’Adamello, dove è andato il Papa a sciare (progetto in collaborazione). 
 
 
  
6) A) Progetto definitivo d’intervento di risanamento del centro storico di Albiano (dinamico).
 

6) B) Progetto virtuale dell’autorimessa a Riva del Garda (dinamico).
 
 
7) Scuola materna di Vervò (progetto in collaborazione). 
 
 
  
8) Centro polifunzionale a Padergnone. 
 
 
  
9) Palazzo in via Santa Croce a Trento. 
 
 
  
10)  Via San Marco a Trento. 
 
 
  
11)  Appartamenti vari. 
 
 
  
12)  Ma anche opere di ingegneria come la ristrutturazione del ponte di Rovereto, il nuovo eliporto diurno e notturno di Storo, la rotatoria di Caldonazzo. 
 
 
  
A quali importanti progetti sta lavorando attualmente?
«La realizzazione di un nuovo bici grill e uno studio di comparto per una nuova lottizzazione.»
 
Come immagina la casa del futuro?
«Una casa assolutamente funzionale ed accogliente a bassissimo consumo e domotica.
«Luminosa, composta di vetro, legno, pietra e materiali durevoli facili da pulire e possibilmente con molto verde.
«La casa deve essere come un vestito, senz’altro bella, ma assolutamente confortevole e pratica. Se è solo bella non è più una casa ma un monumento.»
 
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Carlo Alberto Covelli - [email protected]
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