Grande oro per Libania Grenot nei 400 agli Europei di Zurigo
L'azzurra è raggiante dopo la conquista del titolo europeo: «È solo l'inizio»
Medaglia d'oro per l'Italia ai Campionati Europei di Zurigo. La conquista Libania Grenot nei 400 metri, tagliando per prima il traguardo in 51.10.
La «panterita» azzurra corre un giro di pista magnifico: in testa fin dal primo metro, entra nel rettilineo conclusivo davanti a tutte, e la rimonta delle avversarie non può nulla contro la sua determinazione.
L'argento va all'ucraina Olha Zemlyak (51.36), il bronzo alla spagnola Indira Terrero (51.38).
È la 37esima medaglia d'oro per l'Italia nella storia degli Europei.
Nella finale dei 1.500 metri, eccellente quinto posto della 19enne Federica Del Buono, abile ad interpretare una difficile finale tattica e ad esplodere nell'ultimo giro, recuperando posizioni su posizioni (dal decimo al quinto posto), fino al primato personale di 4:07.49.
Oro all'olandese Hassan (4:04.18). Diego Marani è quinto nei 200 in 20.43; l'oro va al britannico Gemili, 19.98 nonostante la pioggia, il vento contrario a -1.6 e il freddo!
Settimo posto in coabitazione per Marco Fassinotti e Gianmarco Tamberi, appaiati a 2,26 (per il marchigiano è il primato stagionale); oro all'ucraino Bondarenko con 2,37.
Libania Grenot non riesce a smettere di guardare e accarezzare la medaglia d'oro che ora ha al collo. A Zurigo è lei la regina d'Europa dei 400 metri.
«È un sogno che si avvera. È da un pezzo che op ci credo, dal 2 dicembre dello scorso anno quando sono tornata negli Stati Uniti per allenarmi.
«Perché tre anni di duro lavoro con il mio coach Loren Seagrave alla fine dovevano per forza dare i loro frutti ed io avevo una fiducia enorme che sarebbe successo agli Europei. Volevo portare questa medaglia all'Italia.»
Negli occhi le brilla fortissima una luce che non è soltanto emozione.
«Io sono una guerriera. Oggi era come se le altre non esistessero, era qui che si doveva vedere chi fosse quella veramente tosta, con e senza pioggia. Le chiacchiere non contano. La finale è stata una passeggiata. Dal canto mio, avevo paura solo di me stessa e di quello che potevo fare.»
La primatista italiana assoluta del giro di pista è un fiume in piena mentre parla e, come in pista, oggi non la ferma nessuno.
«On questi giorni dormivo, mangiavo e scherzavo perché ero serena. È la lezione che ho trovato anche nel libro di Bolt: lui ha iniziato a vincere nel momento in cui ha iniziato a crederci.»
«Ma questo non basta – aggiunge – senza un vero programma di allenamento e i sacrifici che, giorno dopo giorno, si deve essere disposti ad affrontare per raggiungere il proprio obiettivo.
«E adesso mi sento ripagata di tutto il lavoro fatto fino a questo momento.»
La "panterita" ha una tigre tatuata sulla mano destra e vuole graffiare ancora a Zurigo.
«C'è ancora la 4x400 da correre. Domani lascerò alle mie compagne il compito della batteria. In finale poi ci sarò anche io.
«Siamo un gruppo unito e ci stiamo dando la carica a vicenda. Anche lì possiamo fare molto bene.»
E guardando oltre i Campionati Europei?
«Ho almeno altri due anni davanti. Ci sono Mondiali e Giochi Olimpici ed io ho vorrei regalare ancora altre medaglie all'atletica italiana.»