HUB Cles: consegnate le chiavi alle prime tre imprese
Olivi, De Laurentis e il sindaco Flaim augurano buon lavoro ai giovani che si insediano nel centro
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Tre imprese giovani, che hanno scelto di sfidare la crisi, operando in tre ambiti ben individuati: l'assistenza psicologica e la cura dei disturbi cognitivi; l'edilizia sostenibile, con particolare attenzione al legno; la manutenzione di telefoni cellulari, Pc e altri apparecchi tecnologici che al primo guasto si è spesso costretti a buttare.
Sono le prime tre attività ad insediarsi nel centro per lo sviluppo di imprese Hub Cles, con sede in via Lorenzoni, nel capoluogo della valle di Non.
Questo pomeriggio la cerimonia di consegna delle chiavi, alla presenza del sindaco di Cles Maria Pia Flaim, del vicepresidente della Provincia e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi e del presidente dell'Associazione Artigiani Roberto De Laurentis.
« Eravamo qui un paio di mesi fa per presentare questa struttura, – ha detto l’assessore Olivi. – Oggi siamo ritornati per assegnare i primi spazi. Parliamo di imprese che hanno già ricevuto dei riscontri, attraverso i bandi Seed Money e D2T.
«Il loro percorso si inserisce nel contesto degli sforzi che il Trentino sta facendo per creare nuova impresa e incoraggiare l'iniziativa dei giovani, con Trentino Sviluppo, l'Agenzia del lavoro, gli incentivi alla nuova impresa, la defiscalizzazione. Ciò che è importante è che tutti stiamo lavorando nella stessa direzione.»
«Anche per mantenere in vita l'apparato pubblico e i suoi servizi – ha chiosato de Laurentis. – Qui ci siamo trovati bene, siamo sulla stessa lunghezza d'onda, abbiamo molto feeling anche con l'amministrazione di Cles. Per il resto, basta avere coraggio di buttarsi, non importa dove si comincia.
«Anch'io ho iniziato da solo, 32 anni fa, anch'io in un paese, ad Arco, e oggi siamo in 35. Non è semplice lanciarsi in queste attività, senza sicurezze, senza paracaduti sociali, ma la soddisfazione che se ne ricava è impagabile, lo diceva anche Oscar Wilde.»
L'Hub ha una superficie di circa 200 metri quadrati, suddivisi in cinque spazi autonomi.
Oltre alle tre imprese che iniziano la loro attività ora c'è spazio dunque per altre due imprese. I contratti di locazione hanno durata di sei anni, ed il canone per i primi tre anni è agevolato (30 euro al metro quadro il primo anno, 60 il secondo, 120 il terzo, quindi 180 per gli altri 3 anni).
«Sono imprese già operative – ha sottolineato il sindaco Flaim – che ci auguriamo possano dare il buon esempio ad altre, ancora in fase embrionale. Questo centro deve diventare una fucina di idee, di sperimentazioni, e far crescere l'imprenditorialità nelle nostre valli anche in settori diversi rispetto a quelli a cui tradizionalmente il territorio è vocato.»
A giudicare dai primi esempi, le cose stanno proprio così.
NeuroImpronta nasce grazie all'iniziativa di tre psicologhe, Carla Delpero, Sara Pedroni e Sara Ghezzer, ed è già stata vincitrice del bando Seed Money 2013.
Il settore è quello dei servizi, che verranno erogati sia nella nuova sede di Cles sia anche sul territorio con prestazioni a domicilio.
La cooperativa si rivolge a privati ma anche a soggetti pubblici: si rivolge principalmente a persone che soffrono di disturbi della memoria, dell'attenzione e di altre funzioni cognitive nonché disturbi emotivi e del comportamento causati da eventi traumatici o patologie neurodegenerative.
Abete è stata fondata invece dall'architetto Mauro Marinelli e dall'ingegnere Federico Genetti. Vincitrice del premio D2T nel 2012, del premio energia nell'ambito dell'Umweltpreis Euregio, e selezionata fra le 64 migliori start up italiane al premio Innovazione di Bari, si occupa di edilizia sostenibile e ha già sviluppato numerosi progetti e prototipi, fra cui Eco-Logics, per lo sviluppo di case in legno, e il prototipo Case sugli alberi.
La Smartphone x doctor G di Stefano Guolo, infine, si dedicherà ad un'idea che è un po' l'uovo di colombo: aggiustare l'apparecchiatura elettronica di consumo, che spesso, per un incidente da poco, siamo costretti a buttare (con ovvie conseguenze anche suo fronte ambientale qualora non tutto sia smaltibile o recuperabile).