«L’Iraq è uno stato islamico: per tutte le donne l’infibulazione»
Lo avrebbe decretato il sedicente Califfo dell’Iraq Abu Bakr al Baghdadi
La notizia è tutta da verificare, ma al momento sembra che l’autoproclamato Califfo dell’Iraq Abu Bakr al Baghdadi abbia promulgato un decreto che impone l’infibulazione obbligatoria a tutte le donne siriane e irachene.
L'infibulazione è una mutilazione genitale femminile che consiste nell'asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la riduzione di tutte le attività funzionali.
L'infibulazione (o comunque qualcosa che corrisponda a detta pratica) non è menzionata dal Corano: non è dunque richiesta dall'Islam alcuna forma di manipolazione dei genitali che rechi danno fisico alla donna.
Con la legge 9 gennaio 2006, n. 7, il Parlamento italiano ha provveduto a tutelare la donna dalle pratiche di mutilazione genitale femminile, in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 settembre 1995 nella quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne.
Al codice penale è aggiunto l'articolo 583-bis che punisce con la reclusione da quattro a dodici anni chi, senza esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili.
L'articolo 583-ter precisa inoltre che l'esercente la professione sanitaria resosi colpevole del fatto sottostà altresì alla pena accessoria dell'interdizione dall'esercizio della professione da tre a dieci anni, con comunicazione della sentenza di condanna all'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Ciò premesso, atteso che deve essere confermato il testo del decreto del sedicente Califfo Abu Bakr al Baghdadi, vogliamo vedere che cosa intende fare la comunità internazionale per impedire questo grosso passo indietro della civiltà.