«C’era una volta… l’Ospedalino di Trento» – Di Nadia Clementi

La mostra, allestita allo spazio Foyer del Centro S.Chiara, ripercorre storie di bambini e di mamme, di cure, di speranze e di vita dal 1919 al 2019

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Grande emozione per il taglio del nastro rosa e azzurro allo spazio Foyer del Centro Servizi Culturali S.Chiara per «C’era una volta… l’Ospedalino di Trento», la mostra che ripercorre storie di bambini e di mamme, di cure, di speranze e di vita dal 1919 al 2019, a cura di Dino Pedrotti e organizzata dall’associazione Amici della Neonatologia Trentina con la fondazione Museo storico del Trentino.
A presenziare l’evento inaugurale, insieme a centinaia di visitatori, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, l’assessore all’istruzione università e cultura della PAT Mirko Bisesti, il presidente dell’ordine dei medici Marco Ioppi, il presidente della Fondazione Museo Storico Giorgio Postal, la presidente degli amici della Neonatologia Trentina Katia Bertuol, il neonatologo Luigi Cataldi, il segretario di ANT Carlo Ceolan, il concept della mostra arch. Roberto Festi e lo stesso curatore dott. Dino Pedrotti.
 

 
La mostra è stata progettata e allestita dall’arch. Roberto Festi con oggetti e immagini inedite dei fotografi Sergio Perdomi, Flavio Faganello e Gianni Zotta, e corredata da pannelli grafici con testi e citazioni a cura del dott. Pedrotti.
La mostra riassume l’evoluzione delle cure ai bambini trentini in un arco temporale ricco di trasformazioni dal punto di vista culturale, economico e medico.
Racconta un importante pezzo di storia della nostra città, riporta alla luce vicende legate al mondo dei bimbi prematuri, intreccia drammi di vita e di morte, rivive sentimenti lieti e tristi e dà vita al bambino trasformato negli anni da «oggetto di cure» a «soggetto di diritti».
 

 
«C’era una volta… l’Ospedalino di Trento»: questa non è una favola ma è anche la vera e propria storia del dottor Dino Pedrotti che ripercorre con grande sensibilità e commozione le fasi della sua illustre carriera che non è stata soltanto un’operazione di assistenza sanitaria, ma un impegno collettivo di socialità.
A dimostrarlo la presenza all’inaugurazione della mostra dei suoi numerosi «bambini», ormai in età, dei medici e delle sue preziose collaboratrici infermiere con le quali ha condiviso gioie e dolori di quell’epoca.
 

 
Cent’anni fa venne ideato a Trento un Ospedalino dedicato specificamente alle cure dei bambini.
«Molti non lo ricordano più – racconta il dottor Pedrotti – perché oggi, quando un bambino ha bisogno di cure ospedaliere, si rivolge al Pronto soccorso pediatrico del S. Chiara, con ricovero in una «Area pediatrica» integrata nell’Ospedale di Trento.
«Ma nei decenni scorsi, quando un bambino stava male, il genitore doveva andare in piazza Venezia e affrontare una stretta salita di 300 metri; quando un neonato stava male presso la sala parto o il Nido dell’Ospedale S. Chiara, il pediatra doveva andare di corsa dall’ altra parte della città e non sempre arrivava in tempo; quando una neo-mamma aveva suo figlio ricoverato, poteva vederlo ed allattarlo solo dopo diversi giorni.
«Sono stati centinaia di migliaia i bambini trentini passati da via della Collina e sono stati circa 10.000 i neonati ricoverati nel Centro Immaturi negli ultimi 25 anni di vita dell’Ospedalino.»
Di quel periodo, il dottor Pedrotti ricorda la dedizione del medico chirurgo Giuseppe Bacca e del pediatra Carlo D‘Anna e l’impegno di Giuseppina Bassetti che rinnovò la struttura con un nuovo «Ospedale Infantile Angeli Custodi».
 

 
«Nel 1991 dopo 70 anni di vita le cure pediatriche furono trasferite dall’Ospedalino al S.Chiara e negli anni 70-80 le stesse vennero rivoluzionate, si deospedalizzò al massimo (i 300 bambini presenti nel 1970 si ridussero a 60 nel 1990); si registrava inoltre un forte calo di nascite (da 8.000 a 4.000 all’anno). In quegli anni si riuscì a organizzare in tutta la provincia una assistenza neonatale molto efficiente dal punto di vista tecnico e umano. Dal 1972 i genitori ebbero libero accesso in neonatologia e dal 1982 in ogni altro reparto.
«Oggi la mortalità infantile si è ridotta ai più bassi livelli mondiali, infatti, muore circa un bambino su 400 rispetto a cento anni fa quando, dopo la guerra in Trentino moriva un bambino su 4 e negli anni '70 un bambino su 40 (il doppio rispetto alla Svizzera e il triplo rispetto alla Svezia).
«La mostra, inserita nel programma nel Festival della famiglia, vuole essere anche un’iniziativa ricca di spunti per le istituzioni pubbliche e le associazioni private coinvolte al problema sempre più sentito della decrescita demografica e del calo delle nascite.»
 

 
La mostra è stata realizzata grazie all’inesauribile energia del padre, nonno, pediatra e neonatologo dottor Dino Pedrotti che nonostante i suoi 87 anni, portati come un giovanotto, continua ancora a curare bambini e a tenere incontri formativi con i genitori.
È stato lui a fondare l’associazione Amici della Neonatologia Trentina (1985) e un Gruppo Trentino di Volontariato (1998), impegnati nel Trentino e in diversi stati del Sud-Est asiatico.
Nel suo libro «Un mondo a misura di bambino» ha raccontato la storia della Neonatologia trentina dal 1970 al 2004. Inoltre, negli ultimi trent’anni sono state diffuse 80.000 copie dell’altro suo libro «Bambini sani e felici».
Attualmente sta lavorando per redigere il periodico «Neonatologia Trentina» in cui spiega tante novità sul mondo del Neonato trentino e ha appena finito di correggere la seconda edizione del libro «ABC della Vita» (Reverdito editore).
La Mostra è visitabile, gratuitamente, dal 7 dicembre 2019 fino al 25 febbraio 2020 dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (esclusi lunedì e festivi).
Sono previsti incontri su temi storici, sanitari, educativi e politici.
È inoltre disponibile il libro-catalogo con la documentazione di fatti storici e della vita nell’ambiente dei reparti dell’Ospedalino.

Nadia Clementi - [email protected]
Info: http://www.neonatologiatrentina.it/neonatologia/