I segni Grande Guerra in Vallagarina in una brossura essenziale
Una guida stampata in 7.000 copie, strumento di conoscenza e commemorazione della tragedia consumata in Vallagarina
La storia della Grande Guerra è impressa nella Vallagarina.
Cento anni fa il Trentino fu campo di battaglia; innumerevoli sono i segni del conflitto, li vediamo nei forti e nelle trincee, nei cimiteri di guerra, nei sacrari, nei musei.
E oggi tutti quei luoghi sono luoghi di pace. Ricordare, percorrere le tracce lasciate dalla prima guerra mondiale non solo serve a conoscere la storia, a rendere omaggio alle tante vite sacrificate, ma è anche un utile monito a non ripetere il dramma della guerra.
Di questo si è parlato stamani nella sede della Comunità della Vallagarina dove si è svolta la presentazione della prima pubblicazione sulla Grande Guerra in Vallagarina.
Una brochure frutto di più mani, la Comunità anzitutto oggi presente con il presidente Stefano Bisoffi e l’assessore alla cultura Marta Baldessarini, il Museo della Guerra con il direttore Camillo Zadra, la Fondazione Opera Campana, l’Apt con il suo presidente Germano Berteotti, le amministrazioni comunali.
Nel corso dell’incontro è stato ricordato come la Vallagarina sia un territorio di straordinaria rilevanza per quanto riguarda tutti gli accadimenti che vanno dal 1914 al 1918, in particolare le strutture a carattere difensivo realizzate dai Comandi austro-ungarici tra cui – come esempio più significativo - il Valmorbia Werk, o Forte Pozzacchio, completamente scavato in roccia e giunto fino alla soglia della dotazione delle artiglierie.
Di eccezionale rilevanza anche il luogo di Serravalle dove il 29 ottobre 1918 vi fu l’avvio dei colloqui per un armistizio sul fronte italiano.
La brochure in poche ma essenziali pagine racconta i fatti salienti e conduce il visitatore alla scoperta dei luoghi che mantengono ancora le tracce del conflitto.
Per orientare alla conoscenza sono stati individuati 6 ambiti: il fondovalle con Rovereto che ospita alcune delle principali istituzioni italiane dedicate alla memoria della guerra come il Sacrario dove riposano ventimila caduti austriaci e italiani, la Campana del Caduti, il Museo Storico della Guerra che ben documenta l’evolversi del conflitto.
Poi le Valli del Leno con il forte di Pozzacchio, i sentieri militari e le trincee; il Monte Pasubio campo di battaglia dei 10 mila morti; il Monte Zugna con il «Trincerone» e passo Buole; la valle di Gresta cerniera austriaca tra Adige e Garda e il Monte Baldo linea italiana e dove operò il battaglione Volontari Ciclisti e Automobilisti con alcuni tra i più noti artisti futuristi: Martinetti, Boccioni, Sironi, Russolo e Bucci.
La guida che è stata stampata in 7 mila copie e che sarà tradotto in tedesco e inglese è il primo strumento di conoscenza e commemorazione della Grande Guerra.
Un prontuario utile sia ai visitatori che agli abitanti della Vallagarina intenzionati a percorrere i siti della memoria.
Si tratta di un primo step di lavoro in previsione di future tappe e proprio per riunire i molti soggetti e le diverse esigenze la Comunità – a suo tempo - ha stipulato una Convenzione con il Museo della Guerra che garantisce la consulenza storica e scientifica.
Numerosi, infatti, saranno gli appuntamenti da qui al 2018.
Tra i più imminenti le mostre e i percorsi che animeranno i prossimi mesi, dalla mostra che aprirà al Mart, al «diario di guerra» di Rovereto che si terrà alla Fondazione Museo Civico, alla mostra inerente il Pasubio del Museo della Guerra al «pellegrinaggio civile» ideato dalla Campana dei Caduti.
Non sarà quindi una commemorazione segnata da eventi di breve durata quella che coinvolgerà tutto il territorio.
E l’invito della Comunità della Vallagarina è volto ad abitare la storia affinché i luoghi della memoria siano anche luoghi di conoscenza, di conservazione del patrimonio storico e di responsabilità verso il presente.