Il libro trentino della settimana – Di G. de Mozzi

Titolo: Russia 1942-1943 Autore: Carlo Hendel A cura di: Quinto Antonelli, commento Adriano Sofri Editore: Fondazione Museo Storico del Trentino 2011 Pagine: 143, con DVD allegato

IL CONTENUTO
«Grazie a circostanze di privata amicizia lessi il diario del sottotenente Carlo Hendel, tenuto così a lungo in un cassetto - più di sessant'anni - e fui colpito, profano come sono di quel capitolo storico, dal doppio tono del testo. Che, scritto senza artificio e con vivacità, e senza altra destinazione se non personale e famigliare, si apriva su un registro scanzonato e quasi futile, accompagnato da un amore da tempi di pace, e lo teneva fin dentro l'arrivo al fronte vero della guerra e alle sue giornate senza storia, per precipitare all'improvviso nella tragedia. In questo stridente trapasso si potrebbe leggere una inconsapevolezza o una superficialità del ventenne autore del diario e di tanti suoi compagni di ventura, e si sbaglierebbe di grosso. Il sottotenente Hendel è un ennesimo della lunga fila che va dal giovane Fabrizio del Dongo a Waterloo, ai soldati e ai cavalli di Tolstoj e al bambinello Useppe della Storia di Elsa Morante, che capitano dentro la guerra e non la vedono, perché non c'è da vedere se non l'insensatezza e l'orrore. Il ‹lavoro di morte›, come lo chiama ora Carlo Hendel» (dal Commento, di Adriano Sofri).
Carlo Hendel è nato a Budapest il 15 febbraio 1920. Ha partecipato alla seconda guerra mondiale, dal 1942 al 1943, sul fronte russo dove è stato ferito. Laureato in legge, è stato direttore della Berlitz School di Firenze, dove vive attualmente. Ha alternato il lavoro di insegnante di inglese e di italiano con quello di disegnatore e illustratore.
Quinto Antonelli (Rovereto, 1952) è ricercatore presso la Fondazione Museo storico del Trentino. È stato tra i fondatori dell'Archivio della scrittura popolare, di cui ora è responsabile. Si occupa delle forme autobiografiche della gente comune; dei processi di alfabetizzazione e di scolarizzazione; della storia culturale delle guerre del Novecento.

IL COMMENTO
E' uno dei tanti incredibili diari di guerra di quella inutile disfatta che fu la campagna di Russia voluta da Mussolini, contrariamente al parere di Hitler.
Di tutti i diari che abbiamo letto di quella campagna, e che secondo noi un giorno dovrebbero essere collazionati in un unico libro di ricordi, forse è uno dei più chiari e circostanziati.
Va ricordato infatti che il più delle volte quelli troppo chiari sono stati manomessi al ritornmo dallo stesso autotre che li ha aggiustati con il senno di poi.
In questo caso, il Museo Storico ne garantisce la fedeltà al punto che il curatore, Quinti Antonelli, ha voluto addirittura segnare con una barra l'andare a capo del diario manoscritto.
Impressionanti alcune scene descritte con gli occhi di un soldato in guerra e lette con gli occhi di oggi, come la fucilazione immediata di partigiani russi, come se fosse ovvio e giusto: Naturalmente sono stati tutti fucilati...
Sull'originale, i nomi delle persone citate a volte vengono cancellati con una riga: significa che quel personaggio è deceduto.
Consiglio di leggerlo, anche perché all'inizio c'è un sommario degli avvenimenti principali che hanno caratterizzato la campagna di Russia: da tenere sempre in mano come promemoria, dato che tra pochi giorni scade il 70esimo anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia coitnro la Russia. Hitler aveva dichiarato guerra il 22 giugno.