Lavori socialmente utili: il numero massimo dei posti per il 2014
Le opportunità occupazionali rimangono le stesse del 2013, ovvero 1.225 unità più 40 posti da riservare a lavoratori con disabilità pari o superiori all'80%
Lo scorso anno erano più o meno gli stessi di quelli del 2014, ma nell’esercizio precedente il 60% degli emolumenti proveniva dall’Europa. Oggi l’Europa non si è ancora pronunciata in merito, ma la Provincia autonoma li ha approvati lo stesso. Se poi l’Europa si ricorda dei propri impegni, tanto meglio. Certo è che per la Provincia autonoma di Trento al momento si tratta di un impegno non da poco: circa 20 milioni di euro. |
È stato fissato oggi dalla Giunta provinciale - su proposta del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi (foto), che recepisce a sua volta la proposta avanzata dalla Commissione provinciale per l'impiego - il numero massimo di posti per lavori socialmente utili da mettere a disposizione nel 2014.
Le opportunità occupazionali rimangono le stesse del 2013, ovvero 1.225 unità, a cui si aggiungono 40 posti da riservare a lavoratori con disabilità pari o superiori all'80%.
La decisione rientra nell'ambito delle previsioni del Piano degli interventi di politica del lavoro e riguarda progetti di accompagnamento alla occupabilità tramite lavori socialmente utili di soggetti «deboli» nel mercato del lavoro messi a disposizione da enti pubblici, come Comuni, Comunità di valle e Rsa.
I progetti vengono portati avanti da cooperative sociali o di produzione e lavoro.
Di norma i progetti per lavori socialmente utili vengono attivati a valle degli stanziamenti del Fondo sociale europeo, con i quali essi vengono finanziati.
Nel 2014, non essendosi ancora concluso l'iter della programmazione europea, il Trentino è comunque in grado di mettere a disposizione questi posti di lavoro, per i quali la richiesta è molto elevata, utilizzando finanziamenti provinciali.
«La scelta di anticipare come Provincia autonoma le risorse atte a garantire la copertura finanziaria degli oneri conseguenti al provvedimento – sottolinea Olivi – è motivata dal fatto che per noi è imprescindibile offrire alle fasce più deboli del mercato del lavoro delle opportunità di impiego, che vanno nella direzione di consolidare l'equità e la coesione sociale del Trentino.»
Nel 2013 erano stati coinvolti complessivamente più di 1.700 lavoratori (comprendendo i soggetti impiegati a tempo parziale).
I rapporti di lavoro in questione hanno una durata massima di 8 mesi.