Cornelio Galas Conosser/ 3 – L’enciclopedia per capire i Trentini
Nuova infornata di modi di dire dialettali spiegati con dovizia di particolari
Ci sono modi di dire che non vanno tradotti, anche se un giorno lo faremo.
Per indicare che una persona non è del tutto normale, ad esempio, la fantasia popolare si è scatenata con creatività:
«No ’l g’ha tute le fassine al coèrt»
«L’è en scorlapéri»
«L’è córt de gabàna».
Già. Gli spostati hanno mille volti.
ESER COME LA LUNA D’AGÓST – Cioè grosso, grasso, ben nutrito. E magari avere anche… la luna, essere meteoropatico.
TEGNIR LA CA’ COME ’N BOMBO – Massima pulizia. Perfezione. Tenere la casa come un confetto.
«Ah, no sté vardàr en giro neh che g’ho ancora da meter a posto stamatina» (per far notare che è già tutto uno splendore, un bello e impossibile).
SEMPIO – Non scempio. Sta per «a un solo filo, semplice». Però si può usare anche come insulto (móna) o come buffetto amichevole («Che sémpio che te sei…»).
STRÒPOL – Significa tappo. Dicesi di persona bassa di statura. Si usa con i bambini: «Vèi chi stròpol che te ghe dài en baso al nono…» («No? Alora bàsete el cul»).
CAGABÀS – Vedi voce precedente. Vuol dire che si è bassi. Anche con il sedere evidentemente.
TESTA SBUSA – C’è un buco nel cranio. Dal quale sono usciti i neuroni. Sta per ignorante.
TE SEI ’N MASACRO – Non sta per serial killer. Sei una frana. Che può combinare «disastri» («Ma che disastro hat fat su po’?»)
NO AVERGHE DE MI, DE TI, DE VOI – Insapore. Non saper di niente. Nemmeno di una moltitudine di sapori assemblata da altri commensali.
VALA’ PAGNACA – Da «pagnotta». Sta per macaco. Scimunito. Molle. Flaccido e poco sveglio.
BACUCO – Scemo da età. «L’è ‘n vecio bacuco»: demenza senile.
MACABALE – Da macàr (ammaccare) e bàle (palle). Ammaccapalle. Rompiscatole.
LAMENTARSE DE OGNI PET DE CUL – Lagna continua. Ogni occasione è buona per… soffiare sulla polemica.
NAR A PASCOLAR LE GALINE DE L’ARZIPRET – Sta per morire. Nel senso… pastorale del termine.
NO FARME NAR ZO’ QUEL CHE NO G’HO – Di solito proferita dalle donne. E riferita alle parti molle degli organi sessuali maschili.
AVANTI COI SCAVI – Tirém innànz. Adelante. Forza. Insomma, dai, che vien sera e continui a dirmi le stesse cose.
BECOLAR QUALCOS – È il modo di mangiare delle galline (anche sbezolàr) cioè prendere il cibo di qua e di là con il becco. Spiluccare. Becolàr può anche voler dire raggranellare quattrini, qualcosa… sempre di qua e di là.
PERCHÉ ’L SE MOVA SE GHE VOL EL BINDÈL – Quando serve l’argano per smuovere qualcuno lento, pigro, con poca voglia di far qualcosa. O di alzarsi semplicemente dal letto.
TE PODI FAR EN QUADRET – Da incorniciare. Una volta si trattava di ex voto, messo in un quadretto appunto, da far pervenire ad un santuario o genericamente «ala Madòna». Cosa preziosa. «Vara che la t’è nàda de cùl, de lùsso; te podi farghe ’n quadrèt».