Storie di donne, letteratura di genere/ 72 – Di Luciana Grillo
Sara Guelmi, Sette stelle per Chiara – Spunti di riflessione utili a giovani e meno giovani... per rendere a tutti meno arduo il cammino
Titolo: Sette stelle per Chiara
Conversazioni senza età sul senso della vita
Autrice: Guelmi Sara
Editore: Centro studi Erickson, 2014
Pagine: 110, brossura
Prezzo di copertina: €12,00
Sara Guelmi (foto in basso) è una sociologa trentina molto attenta ai rapporti intergenerazionali.
Ha impostato il suo saggio – la cui lettura è davvero godibile – immaginando un dialogo tra un uomo maturo, Sergio, e una giovane donna, Chiara, alle prese con le mille domande che ogni persona si pone quando deve affrontare delle difficoltà o operare delle scelte.
Ho letto avidamente le 110 pagine, ponendomi spesso nei panni dell’uno o dell’altra.
E ho apprezzato Sergio che «sa ascoltare.
«Dice parole che ha a lungo pensato e, soprattutto, non propone mai verità assolute. Offre il suo punto di vista ed è disposto anche a cambiare idea, se un’argomentazione lo convince. Questo lo rende un interlocutore piacevole e degno di fiducia», così come mi sono immedesimata in Chiara «arrabbiata e senza prospettive.
«Mi sento ingoiata da questo vischio senza fine. Mi sento brutta. E sola. Nessuno sa come mi sento, e anche chi cerca di comprendere, non può stare dentro la mia pancia e dentro i miei pensieri».
Chiara sa di vivere in una sorta di «terra di mezzo» e va alla ricerca della sua identità, mentre capisce le contraddizioni della società e l’inutilità di certi insegnamenti: «quello che serve conoscere e saper fare la scuola, l’università, i mille corsi e i master non te lo insegnano…».
Chiara comunque vuole andare avanti e non arrendersi, anche se le sembra «di non avere strumenti per contrastare la voglia di buttare via la chiave e rintanarmi in esilio… Penso anche che non sia giusto battere in ritirata… il futuro!… Un fantasma che fa paura.»
Uno degli incontri fra Sergio e Chiara, invece che in un ambiente chiuso, si svolge in un parco «protetto da mura massicce e grandi cancelli in ferro battuto che ne amplificano la quiete e la separazione rispetto alla città e alla vita ordinaria».
Ancora una volta, insieme, provano a «scorgere il filo d’un pensiero che sventola come fiamma, che vuole liberarsi e volare lontano…».
Chiara si chiede quanto valga vivere trascurando il presente, proiettati nel futuro; pensa che «forse c’è il desiderio, o il bisogno, di sapere che non finirà e che i figli e i figli dei figli proseguiranno ciò che è stato compiuto, in una specie di carico morale ereditario» e riflette sul fatto che una volta i figli si facevano un po’ incoscientemente, da giovani; oggi invece nei trentacinquenni (e oltre) prevalgono l’inquietudine, la mancanza di certezze, e così via, fino a sentirsi in un «garbuglio così fitto che non riesco proprio a metter ordine… Non so da dove partire, dove andare, cosa voglio fare…nella confusione, mi trovo quasi paralizzata…».
Sergio ascolta, medita, comprende, suggerisce con discrezione, cerca di sbrogliare la matassa: «C’è bisogno di adulti capaci di ascoltare oltre le parole, capaci di cogliere anche i segnali deboli… C’è necessità di un nuovo modo di incontrarci, tra persone, con il tempo per la riflessione, il confronto e la condivisione».
Per la prima volta da quando mi occupo di recensioni in maniera sistematica, più che recensire in senso classico ho proposto – con l’inserimento massiccio di citazioni – spunti di riflessione che possano tornare utili a giovani e meno giovani e rendere a tutti meno arduo il cammino.
Buona lettura!
Luciana Grillo
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