Storie di donne, letteratura di genere/ 106 – Di Luciana Grillo

Rossana Lamberti, «Il Contastorie» – E' un informatico pentito, un inguaribile curioso che guarda nelle vite degli altri...

Titolo: Il contastorie
Autrice: Lamberti Rossana
 
Editore: Il Quaderno Edizioni
Anno: 2015
 
Pagine: 130, brossura
Prezzo di copertina: € 10
 
Il Contastorie è un informatico pentito che gira di paese in paese vendendo piccoli oggetti.
È un inguaribile curioso che guarda nelle vite degli altri, ma non con atteggiamento condannabile: «Non sono quel tipo di voyeur attento davanti alle scuole, ladro d’immagini di adolescenti svolazzanti come farfalle appena uscite dal bozzolo; né sono il pertinace spione con il binocolo nel privato dei dirimpettai che aspetta passi davanti alla finestra una donna discinta; neanche giro di notte per fratte, cercando di saziare la sete di perversione osservando le evoluzioni acrobatiche di coppiette appartate. Io sono un guardone della vita».
Presentandosi, ci dice: «Sono un moderno cantastorie, anzi un contastorie… e come un contastorie non voglio essere pagato. I miei racconti sono un regalo per chi vuole ascoltare…».
 
Dunque, si parte con le storie: «L’innamorato», «Pulcinella», «Il marinaio», «Lambada» e così via; per due volte troviamo «Intrecci di storie» che, in circa trenta pagine, ci fa vivere i giorni e gli anni difficili che precedettero e seguirono l’8 settembre 1943: incontriamo Annibale, il giovane sardo che, dopo varie peregrinazioni, si impegnò nella Resistenza in Val d’Ossola.
«Quello era il tempo di combattere, a testa china, senza farsi distrarre, senza pensare troppo alla famiglia lontana. ..occorreva (che la mente) fosse sempre vigile e lucida per continuare ad avere la speranza di sopravvivere.»

Passata la bufera, Annibale finì ad est, a Tarvisio, «quando arrivò il tempo della ricostruzione», ma anche a Tarvisio l’8 settembre era stata una giornata drammatica, «il tempo della disperazione, delle grida, dei pianti e delle bestemmie… In una di quelle case si trovava una giovane donna sarda con la piccola figlia Elena… il marito, quella notte, era di turno in dogana.
Madre e figlia… se ne stettero abbracciate…, poi, arrivò, anche a Tarvisio, «il tempo della pace… della ricostruzione, del ritorno alla vita pacifica…» e Annibale «un giorno, mentre passeggiava distratto, all’improvviso vide bacche di mirto lucide e nere che lo fissavano… e si perse per sempre e irreparabilmente in quegli occhi di mirto e nel sorriso lucente di Elena».
 
Ci sarebbero altre storie da citare, dolci, tenere, sempre ben scritte, talvolta surreali come «Cocò», ambientata nell’isola d’Ischia, i cui protagonisti sono cani che parlano in dialetto e che sanno ascoltare i consigli della luna, proprio come Cocò che «aveva orecchie e cuore per sentirla… Così seppe cosa dire a Cerasella per farla innamorare e cominciò a sorridere.»
E con il Contastorie sorridiamo anche noi, di fronte a storie narrate con garbo da un’avvocata che ama sognare e far sognare.
 
Luciana Grillo
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