Storie di donne, letteratura di genere/ 120 – Di Luciana Grillo
Sara Rattaro, «Splendi più che puoi» – Scritto con straordinaria abilità, nasce da una storia vera, la vittima di una violenza tanto inattesa quanto efferata
Titolo: Splendi più che puoi
Autrice: Rattaro Sara
Editore: Garzanti Libri, 2016
Genere: Narrativa
Pagine: 222, rilegato
Prezzo di copertina: € 16,40
Il Trentino Book Festival mi ha dato l’occasione di conoscere Sara Rattaro e di apprezzarla come donna e come scrittrice: è giovane, semplice, chiara, immediata e consapevole della responsabilità che assume quando racconta storie di personaggi che possono diventare modelli.
Il suo ultimo romanzo – Splendi più che puoi – nasce da una storia vera, drammatica e molto complessa, che le è stata raccontata dalla diretta interessata, vittima di una violenza tanto inattesa quanto efferata.
E drammaticamente attuale.
Ogni giorno, come sappiamo, i media ci comunicano, insieme alle più varie notizie di cronaca, che una donna (un’altra! ancora!) è stata uccisa, spesso da un uomo che non si rassegnava a perderla e che diceva di amarla.
E ogni giorno, dopo qualche frase convenzionale, si parla di «amore malato», delle poche donne che denunziano, delle tante che si illudono di salvare il loro uomo e che sperano di cambiarlo.
In questo senso, «Splendi più che puoi» è un romanzo esemplare: Emma è una giovane donna, vivace, bella, indipendente. Ha un lavoro che la soddisfa – designer di successo – ma che non le impedisce di incontrare e di farsi incantare da uomini sbagliati, prima da Tommaso, che ha venti anni più di lei, poi da Marco, «un collezionista d’arte… Aveva uno sguardo profondo…» che sposa dopo soli sei mesi, in forma estremamente privata.
«Per desiderio di Marco, senza dirlo nemmeno ai rispettivi genitori. Emma ha alle spalle una famiglia solida, affettuosa e protettiva. Forse un po’ troppo, per cui il rapporto tra padre e figlia non è sempre facile.
«Solo dopo aver confessato il matrimonio già celebrato, Emma capisce quanto dolore provochi nei genitori questa notizia… Marco, pur avendo una famiglia numerosa, sembra vivere in una condizione di isolamento, di esclusione: fratelli e sorelle se ne tengono alla larga, non partecipano alla sua vita; la mamma parla di lui come di «un uomo molto difficile» e si lascia sfuggire, al primo incontro con la nuora, «…ho paura per te…».
Nonostante la buona volontà e la docilità di Emma, Marco si lascia spesso sopraffare dall’ira («…la discesa inizia sempre con un piccolo passo verso il basso») e in un drammatico crescendo finisce per diventare un crudele sequestratore. Neppure la nascita di una bambina fa migliorare la situazione.
Anzi, dopo l’arrivo di Martina, i genitori di Emma vengono allontanati bruscamente, la famigliola si rifugia in montagna e lì, in un appartamento vicino al bosco, per Emma inizia la discesa all’inferno.
Marco è malato, Emma teme che possa far del male alla loro bimba e quindi sopporta i pugni, le cinghiate, la segregazione in cantina.
Alla preoccupazione dei genitori di Emma si contrappone l’indifferenza della famiglia di Marco che vuole apparire unita e perfetta e dunque finge di non vedere e di non sentire.
Emma uscirà dal baratro e salverà la sua bambina, ma le prove che dovrà affrontare sembrano senza fine.
Soltanto nelle donne come lei, abusate violentate tormentate, Emma troverà sostegno e comprensione: «Solo le donne maltrattate sono in grado di riconoscersi fra loro. Per le altre siamo invisibili. In questo paese la violenza domestica è percepita come un affare privato e non come un reato da rendere pubblico.»
Dal baratro, però, si può uscire e una vita nuova può ancora essere vissuta, con coraggio e determinazione.
La Rattaro sa scrivere con straordinaria abilità e sa raccontare con il pudore dell’intelligenza sia le ferite e le cicatrici che le segnano anima e corpo, sia il ritorno faticoso all’equilibrio interiore.
Luciana Grillo
(Precedenti recensioni)