Rauscedo e i vitigni resistenti – Giuseppe Casagrande

Giovedì 16 febbraio l'Onav di Trento organizza presso la sede del Consorzio Vini di via Suffragio una serata-degustazione di 16 vini PiWi

Le barbatelle di viti resistenti dei Vivai Cooperativi di Rauscedo, Pordenone.

La sezione Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) di Trento, delegato Luca Miorandi, organizza per giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 18 presso la sede del Consorzio Vini del Trentino, via Suffragio 3, una interessante serata che ha come tema la conoscenza (con degustazione) dei nuovi vitigni PiWi.
La serata sarà condotta da Eugenio Sartori, direttore generale dei Vivai Cooperativi Rauscedo, località friulana del comune di San Giorgio della Richinvelda, in provincia di Pordenone. Sartori è uno dei massimi esperti di queste nuove varietà resistenti.
I PiWi, acronimo dal tedesco «Pilzwiderstandfähig» che letteralmente significa vitigni resistenti alle malattie fungine, sono degli ibridi sempre più diffusi in Europa e, da qualche anno, anche in Italia.
I vitigni resistenti alle crittogame sono incroci tra una varietà sensibile (come ad esempio Merlot, Sauvignon, Sangiovese, Glera) e una resistente, caratteristica che è il risultato di reincroci su vite europea di ibridi creati alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento, usando per lo più viti americane e/o asiatiche.
 

La distesa di barbatelle nell'area dei Vivai Cooperativi di Rauscedo.
 
 Il flagello della fillossera, dell'oidio e della peronospora  
Se in Italia il dibattito sui PiWi si è sviluppato solo di recente, va ricordato che le prime ricerche sulle varietà resistenti risalgono a due secoli fa quando l'importazione di viti dalle Americhe aprì le porte non solo alla diffusione della fillossera che arriva in Francia nel 1863, ma anche ad altre malattie e parassiti, come l'oidio nel 1867 e la peronospora nel 1878.
Per quanto riguarda la fillossera, si utilizzò il piede americano, mentre per le malattie fungine le strade percorribili erano due: da un lato tamponare con rame e zolfo, dall'altro attuare una forte azione preventiva attraverso lo sviluppo di nuove varietà resistenti, grazie anche alla tecnica dell'incrocio e della selezione.
 

Alcune varietà di vitigni resistenti a bacca bianca e rossa.
 
 I primi incroci (ibridi di prima generazione) risalgono al 1820  
I primi incroci (ibridi di prima generazione) risalgono al 1820, quando ibridazioni spontanee o artificiali da parte dei cloni americani danno origine al Clinto e al Noah, entrambi ottenuti da Vitis Lambrusca X Vitis Riparia.
Proprio l'incrocio fra la Vitis Vinifera con altre Vitis è alla base dello sviluppo della seconda generazione, realizzata in Francia negli stessi anni, annoverando diverse varietà come l'uva «Fragola», il «Bacò» ottenuto nel 1902 dall'enologo François Baco e lo «Seibel» (dal nome dell'agronomo francese Albert Seibel, 1844-1936).
L'introduzione della Vitis Vinifera determinò anche un notevole miglioramento organolettico, che rimase però sostanzialmente limitato.
 
 Alcune varietà resistono anche a temperature di meno 40 gradi  
Queste peculiarità non favorirono una cospicua diffusione, dato che nel 1950 ammontavano a 400.000 ettari in Francia, 150.000 nell'Ex Urss e 30.000 in Romania.
Ma nel frattempo, attorno al 1920, i ricercatori dell'Ex Unione Sovietica riuscirono ad incrociare tra loro alcune varietà ibride franco-americane in grado di resistere a temperature di meno 40 gradi.
La resistenza all'oidio venne raggiunta definitivamente solo nel 1970 grazie agli incroci di Vitis Vinifera e Vitis Rotundifolia, mentre dagli anni Ottanta in poi la ricerca e le sperimentazioni si concentrarono per lo più nel far prevalere le proprietà della Vitis Vinifera rispetto alle altre tipologie di Vitis.
 
 I centri di ricerca di 25 Paesi hanno creato 370 varietà  
Con il passare del tempo l'intensa attività di incroci ha permesso di creare 370 differenti varietà, prodotte in 25 Paesi da prestigiosi centri di ricerca che, rispetto alle precedenti, presentano una quota preponderante di genoma di Vitis Vinifera, mentre è del tutto minoritaria la percentuale appartenente ad altre Vitis portatrici di geni di resistenza.
Le caratteristiche ampelografiche e le performance agronomiche ed enologiche sono tali che, a tutti gli effetti, oggi si possano considerare delle varietà di Vitis Vinifera, eccezion fatta per l'Italia che continua a considerarle come ibridi.
 

 
 In degustazione a Trento 16 vini: spumanti, bianchi e rossi  
Sedici saranno i vini dei Vivai Cooperativi di Raucedo in degustazione alla sede del Consorzio Vini del Trentino. Sei spumanti metodo Charmat: Fleurtai, Kersus, Pinot Kors, Volturnis, 156-680 e Soreli (metodo classico di un'azienda privata). Sei vini bianchi tranquilli: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Rytos, Pinot Iskra e Kersus.
Quattro vini rossi: Cabernet Volos, Merlot Kanthus, Pinot Kors e Volturnis.
La serata è esclusivamente su prenotazione con la conferma del nome e del cognome alla mail [email protected].
Costo della serata: 20 euro (da versare direttamente all'ingresso della sala degustazione).

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Giuseppe Casagrande – [email protected]