Il «J’accuse!» della UIL del Trentino all’iniziativa della Regione su una delle poche competenze rimaste, la «Previdenza Complementare» dei consiglieri
Comunicato stampa Uil del Trentino del 29 agosto 2016
La notizia che la Regione Trentino Alto Adige versa un contributo milionario (che perlomeno adesso è soggetto a un’opportuna tassazione) al Fondo di previdenza complementare dei consiglieri regionali - in relazione a quanto prevede la complessa e discussa riforma dei vitalizi del 2014 - forse non scandalizzerà più di tanto la maggior parte dei cittadini trentini e sudtirolesi (che se sottoscrivono un fondo di previdenza complementare come Laborfonds non godono certo di simili contribuzioni pubbliche), ma questo è solo perché sono ormai abituati alla «resilienza» della casta politica trentina a tutte le riforme e battaglie di equità promosse dalla società civile locale. C’è però un limite a tutto e certo non possiamo ignorare che la stessa Regione - per opera della propria Giunta - sta agendo su una delle poche competenze rimaste, quella della Previdenza Complementare, per operare, nell’ultimo anno, riduzioni di finanziamento e restrizioni normative che agiscano per la promozione e la diffusione della previdenza complementare fra i lavoratori. Ecco che questa stessa azione di verifica e razionalizzazione non è stata portata avanti - ma nemmeno ipotizzata - per il Fondo di previdenza complementare dei Consiglieri Regionali. Ne prendiamo atto, così come assistiamo al costante e generale aumento del distacco fra la politica, anche regionale, e i cittadini. Siamo di fronte ad una voragine che non si riempirà con le chiacchiere e con le manovre ambigue buone solo a passare dalla padella alla brace o, nello specifico, da un regime di vitalizi d’oro ad un’ingiustificata ingiustizia complementare o contributiva, che dir si voglia. Walter Alotti Segretario Generale UIL del Trentino
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