Fiom-Cgil: Premetal, dal 6 febbraio quasi tutti i lavoratori licenziati
Alcuni già ricollocati presso altre aziende, ma si continua a sperare in nuovi investitori per raccogliere l’eredità della prestigiosa azienda roveretana
Raggiunta l’intesa tra lavoratori e Liquidatore sulla procedura di licenziamento collettivo, e ottenuto dal Tribunale il via libera sull’accordo, lo scorso lunedì 6 febbraio la Premetal ha cessato quasi tutti i 31 rapporti di lavoro rimasti.
Tutt’ora in forza c’è solo un piccolo nucleo di addetti, poche unità, per sbrigare la burocrazia delle ultime commesse e del concordato.
Un’altra dozzina di lavoratori era stata cessata a dicembre, attraverso un apposito accordo sindacale finalizzato a consentire agli interessati di usufruire della mobilità, prima della sua definitiva abolizione.
«Con l’azienda in liquidazione e in concordato, non poteva acquisire nuove commesse né attivare ammortizzatori sociali. Il licenziamento dei lavoratori, dunque, era purtroppo ineluttabile - dichiara Michele Guarda della Fiom-Cgil del Trentino -. La speranza di trovare un nuovo investitore, che potesse rilevare l’attività dell’azienda e salvare i posti di lavoro, si è infranta contro i tempi stretti della liquidazione.»
I lavoratori della Premetal, che per effetto del concordato si sono visti congelare dal Tribunale i pagamenti di diversi stipendi, hanno affrontato questa difficile situazione con estremo sangue freddo e grande unità.
«L’azienda, per ragioni esterne, era in difficoltà da qualche anno - riferisce Michele Guarda - e in tutto questo periodo, e fino all’ultimo, i lavoratori hanno dimostrato di essere una vera squadra di professionisti, in grado di sopportare sacrifici e disagi continuando tuttavia a garantire eccezionali standard qualitativi. Ricordo, ad esempio, i riconoscimenti ottenuti da Premetal in occasione dell’Expo. Non sarà un caso se alcuni lavoratori si sono già ricollocati in tempi record, ma certo sarebbe un peccato vedersi disperdere del tutto un team di così alto livello.»
Forse però non tutto è perduto. «Non appena appreso della decisione di chiudere l’azienda - prosegue il sindacalista della Fiom - ci siamo coordinati con l’assessore Olivi affinché la Provincia, proprietaria del capannone, si attivasse immediatamente per ricercare un potenziale subentrante o, in subordine, un’attività sostitutiva. Qualcosa si è oggi effettivamente messo in moto, riaccendendo la speranza di veder raccogliere la prestigiosa eredità della Premetal e di riassorbire almeno una parte della manodopera, in tempi compatibili col periodo coperto dall’indennità di disoccupazione/Naspi.»