Martedì 29 marzo, ore 20.30, Teatro Comunale di Bolzano
InDanza.22: la Compagnia Daniele Cipriani porta a Bolzano un intramontabile classico come la «Carmen»
Dopo la magia del circo offerta dagli straordinari Machine de Cirque, la Stagione di inDanza.22 del Centro Servizi Culturali S. Chiara (con la direzione artistica del m° Renato Zanella) prosegue ancora da Bolzano con un grande classico del balletto.
Martedì 29 marzo al Teatro Comunale è attesa la Compagnia Daniele Cipriani, tra le realtà di punta del panorama coreutico italiano, con un intramontabile classico come la «Carmen» nella versione firmata nel 1995 per Aterballetto dal celebre coreografo e regista Amedeo Amodio (ai tempi della sua direzione della compagnia reggiana) e tratto dal racconto scritto nel 1845 da Prosper Merimée. Le scene e i costumi sono stati creati da Luisa Spinatelli.
Sulle ammalianti note di Georges Bizet (con adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Calì), Amodio porta sul palco l’intreccio amoroso che vede protagonista Carmen, bella e ammaliante venditrice di sigari, capace di far innamorare di sé il brigadiere Don José (che per lei lascia la sua fidanzata Micaela) e il torero Escamillo, provocando infine un terribile duello tra i due che sfocia nella tragica fine della stessa Carmen.
A dare corpo alla drammatica vicenda di Carmen ci saranno due eccellenze della danza direttamente dal Teatro dell’Opera di Roma: l’étoile Susanna Salvi (nei panni dell’affascinante sigaraia) e il primo ballerino Michele Satriano (Don José). La parte di Escamillo sarà invece interpretata da Mattia Tortora.
La Carmen portata in scena dal maestro Amodio è un personaggio profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento finale, ma è capace al tempo stesso di condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte.
La scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto, fino a rimanere nel momento finale completamente scarna, desolata ad esprimere la «solitudine tragica e selvaggia» di una donna che cerca di affermare il proprio diritto all’incostanza.
Ad accompagnare la tragica vicenda di Carmen, risuonano i meravigliosi brani composti da Georges Bizet tra il 1873 e il 1874, ora riadattati da Giuseppe Calì.
«Carmen vive una tragedia, quella di chi non può sopravvivere alle proprie trasgressioni ed anche la musica, a suo tempo, è stata sentita come trasgressiva e forse quasi blasfema; un flusso incontrollabile di sensualità portato nel luogo più borghese e meno trasgressivo della società tardo ottocentesca: il teatro, – spiega lo stesso Calì. – In questo lavoro di adattamento ho voluto restare il più fedele possibile all’originale di Bizet, mantenendo i brani delle suites già esistenti ed adattando le parti vocali nel modo più conforme possibile alla partitura dell’epoca.»
Amedeo Amodio
Amedeo Amodio nasce nel 1940 a Milano dove studia alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala entrando quindi a far parte della Compagnia di ballo nella quale ricopre molti ruoli solistici.
A 24 anni lascia La Scala perché scelto come primo ballerino nella trasmissione televisiva “Studio Uno”.
Lavora quindi come artista ospite all’Opera di Roma dove nel 1970 realizza versione di Petroushka (1970). Fra le altre sue coreografie: Escursioni (1967), Variazioni (1969), Après-midi d’un faune (1972), Ricercare a nove movimenti (1975), Oggetto amato (1976), Actus III (1977), Il flauto danzante (1978), Parsifal (1980) e la regia di Tristano e Isotta (1981).
Molte le sue interpretazioni accanto a Carla Fracci, mentre al cinema è fra gli interpreti principali in Il portiere di notte (1974) e Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani.
Nel 1979 gli viene affidata la direzione artistica del nascente Aterballetto, riconosciuta sotto la sua guida come la prima compagnia di balletto italiana. Impostosi come coreografo-regista, realizza Romeo e Giulietta di Berlioz e Lo Schiaccianoci di Cajkovskij che gli valgono il premio Danza & Danza per il migliore spettacolo dell’anno nel 1987 e 1989. Nel 1996 lascia la Direzione della Compagnia per dirigere il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma fino al 2000.
Nel 2003 è Direttore di Ballo al Teatro Massimo di Palermo, dove firma le coreografie per Lakmè e Romeo e Giulietta e la nuova creazione We like Mozart. Firma quindi le coreografie dell’Aida al Regio di Parma. Nel 2006 firma la coreografia di Sakuntala all’Opera di Roma e di Macbeth al Regio di Parma. Nel novembre 2010 gli viene assegnato il Premio alla carriera Anita Bucchi.