Conclusa la vendemmia 2010, con un calo del 4,4% sul 2009
Il 55% della produzione trentina consiste in Chardonnay e Pinot grigio Qualità mediamente buona
Il Consorzio Vini del Trentino ha
comunjicato i dati sulle quantità di uve raccolte e per varietà
nella vendemmia appena conclusa.
Una vendemmia iniziata alla fine del mese di agosto con lo
Chardonnay utilizzato per realizzare il TRENTODOC, una vendemmia
iniziata con una settimana di ritardo rispetto a quella del
2009.
Grappoli belli e sani di ottima qualità come lo sono state tutte le
uve a bacca bianca raccolte.
Qualche problema in qualche zona c'è stato nella raccolta delle uve
rosse a causa della pioggia (dovuto anche a ritardi pilotati), ma
nel complesso la qualità è stata buona.
La raccolta totale delle uve su circa 10.000 ettari di superficie
vitata, è stata pari a 1.250.124 quintali, di cui 885.047 bianche e
365.077 nere.
Comparando questo dato con quello della vendemmia precedente si
registra un lieve calo del -4.4%.
La flessione è più accentuata a carico delle uve nere (- 9,5%) e
più contenuta per le varietà bianche (- 2,2%).
Ciò ha comportato una ulteriore evoluzione nel rapporto fra uve
bianche e nere che risulta il seguente: 70,8% uve bianche, 29,2%
uve nere.
La parte più cospicua della produzione di uva del Trentino è
rappresentata dallo Chardonnay e dal Pinot grigio che superano da
sole il 55% della produzione totale.
Il Müller Thurgau è pari all'8,86%.
Il vitigno rosso che ha dato più produzione è stato il Teroldego 8%
seguito dal Merlot 7% della produzione totale.
I vitigni cosiddetti autoctoni, tralasciando il Müller Thurgau e il
Teroldego già citati, complessivamente raggiungono il 10% circa
della produzione totale.
Da questi dati e dalle tabelle che nell'ultimo lustro danno un
profilo evolutivo del vigneto Trentino si evince ancora una volta
che il nostro territorio è vocato soprattutto per i vitigni a bacca
bianca.
Come noto il settore sta vivendo un momento non facile, ma
sicuramente tra le azioni da perseguire con forza per assicurare
una dignitosa remunerazione al lavoro dei vitivinicoltori c'è
quella di far conoscere e valorizzare in modo più appropriato i
nostri vini di
territorio, sia i cosiddetti autoctoni, sia quelli che
rappresentano la fetta di produzione maggiore del nostro
vigneto.