«Dentro. Una storia vera, se volete»

Al Teatro Comunale di Pergine Mercoledì 1 e giovedì 2 dicembre, ore 20.45

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Torna finalmente sul palcoscenico del Teatro di Pergine la grande Giuliana Musso, con DENTRO. Una storia vera, se volete, un lavoro sull'occultamento della violenza ideato per la Biennale Teatro 2020 di Venezia - 48° Festival Internazionale del Teatro.
La rappresentazione prodotta da La Corte Ospitale in collaborazione con Operaestate Festival Veneto verrà proposta in doppia replica, mercoledì 1 e giovedì 2 dicembre alle 20.45.
In scena Giuliana Musso, anche autrice e regista dello spettacolo, e Maria Ariis.
 
«DENTRO» è la messa in scena del mio incontro con una donna e con la sua storia segreta.
La storia di una verità chiusa dentro ai corpi e che lotta per uscire allo scoperto. Un’esperienza difficile da ascoltare.
Una madre che scopre la peggiore delle verità. Una figlia che odia la madre. Un padre innocente fino a prova contraria.
 E una platea di terapeuti, consulenti, educatori, medici, assistenti sociali, avvocati che non vogliono sapere la verità.
Il segreto ha un contenuto preciso e un fine positivo: protegge qualcosa o qualcuno.
Il segreto silenzia una verità che potrebbe danneggiare degli innocenti.
Anche la censura ha un contenuto preciso ma il suo fine è contrario a quello del segreto: danneggia gli innocenti, protegge vili interessi.
Il tabù invece, per noi, oggi, è il puro terrore di sapere, quindi il suo contenuto rimane ambiguo e indeterminato.
 
In tutte le vicende di abuso sui minori che io ho conosciuto per voce delle vittime nessun colpevole è mai stato condannato.
La violenza sessuale è un segreto che permane tutta una vita dentro alle case, dentro agli studi dei medici, degli psicoterapeuti o degli avvocati, in quelle dimensioni private in cui le vittime possono restare confinate senza venire riconosciute.
I fini compassionevoli del segreto quasi sempre si fondono con quelli vergognosi della censura e con quelli inconsci del tabù.
L’esistenza stessa delle vittime, con la loro rabbia inavvicinabile o con il loro inconsolabile dolore, ci turba fino alle radici e così, pur di non maneggiare l’odio dei padri, deploriamo quello dei figli.
 
Storia antica quanto il patriarcato: narrazioni che sono strategie di rimozione e occultamento, prime tra tutte la normalizzazione stessa dell’abuso e la colpevolizzazione della vittima.
Persino le storie fondanti della civiltà occidentale sono tutte storie di traumi, eppure, mentre conosciamo tutto di Edipo, di Laio invece, il padre assassino, sappiamo ben poco.
Da sempre, pur di salvare l’ordine dei padri, costruiamo impalcature concettuali che fanno perdere consistenza alla realtà dei traumi e alla voce dell’esperienza.
E se la nostra esperienza di violenza non può essere riconosciuta allora viene minata alla radice la nostra dimensione ontologica, noi stessi forse smettiamo di esistere.
 
DENTRO non è teatro d’indagine, è l’indagine stessa, quando è ancora nella vita, la mia stessa vita.
DENTRO non è un lavoro sulla violenza ma sull’occultamento della violenza.
DENTRO è un piccolo omaggio teatrale alla verità dei figli - Giuliana Musso.
 
Giuliana Musso, classe 1970, vicentina d’origine e udinese d’adozione, è diplomata presso la Civica scuola d’Arte Drammatica «Paolo Grassi» di Milano.
Durante gli anni della sua formazione predilige lo studio dell’improvvisazione comica, della maschera e della narrazione. In qualità di attrice lavora in diverse produzioni di prosa contemporanea e di Commedia dell’Arte. Dal 2001 si dedica esclusivamente a progetti di teatro d’Indagine, firmando tutti i testi che porta in scena.
 
Attrice, ricercatrice, autrice, Premio della Critica 2005, Premio Cassino Off 2017 e Premio Hystrio 2017 per la drammaturgia, è tra le maggiori esponenti del teatro d’indagine: un teatro che si colloca al confine con il giornalismo d’inchiesta, tra l’indagine e la poesia, la denuncia e la comicità. Una poetica che caratterizza tutti i suoi lavori: una prima trilogia sui fondamentali della vita, «Nati in casa», «Sexmachine» e «Tanti Saluti (nascita, sesso e morte)», e poi un impegnativo viaggio nella distruttività del sistema patriarcale con «La città ha fondamenta sopra un misfatto» (ispirato a Medea. Voci di Christa Wolf), «La Fabbrica dei preti» (sulla vita e la formazione nei seminari italiani prima del Concilio Vat. II) e «Mio Eroe» (la guerra contemporanea nelle voci di madri di militari caduti in Afghanistan).
 
Nel 2019 debutta a Mittelfest il monologo La scimmia, testo originale ispirato al protagonista del racconto di Franz Kafka «Una relazione per un’accademia».
Il suo ultimo lavoro «DENTRO. Una storia vera, se volete,» esito di un’indagine teatrale sul tema della violenza intra-familiare, ha debuttato per Biennale Teatro 2020.
I suoi testi sono stati pubblicati e tradotti in antologie, raccolte e riviste.
Dal 2008 La Corte Ospitale, Rubiera (RE), è la sua casa di produzione.