Matteo Boato, l’ultima mostra oltreconfine – Di Daniela Larentis

Di ritorno da Nizhny Novgorod, ci racconta la sua recente e prestigiosa esperienza in Russia

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L’apprezzato artista trentino è molto attivo sia in Italia che all’estero. Nel 2016 lo avevamo visto, fra l’altro, impegnato a New York, Hong Kong.
 
All’inizio dell’estate aveva esposto anche una trentina di opere nella splendida location di Torre Mirana, nel cuore della città di Trento, la sua città; si era trattato di un’importante personale dal titolo «Luoghi Trentini», oli su legno e carta di grandi e piccole dimensioni.
 
Una successiva e prestigiosa esposizione, quella allestita a Bolzano, in agosto.
 
Recentemente, Matteo Boato si è recato nuovamente in Russia, in occasione della sua ultima e felice esposizione a Nizhny Novgorod.
 
Fra i temi da lui affrontati, a lui molto cari, la città, il centro urbano e la piazza.

Diciamo «nuovamente» perché lui in Russia c’era già stato in passato e in più occasioni lavorative.
Risale a qualche anno fa l’organizzazione della prima mostra a Nizhny Novgorod e, successivamente, l’esposizione delle sue opere in altre città russe fra cui S. Pietroburgo.
A pochi giorni dal suo rientro lo abbiamo incontrato per porgergli alcune domande.
 

 
Lei è da poco ritornato dalla Russia. Ha trovato un clima diverso rispetto agli anni precedenti? Che aria si respira negli ambienti culturali delle città in cui lei si è recato?
«È stata una vera emozione tornare in territorio russo dopo più di un anno di assenza: re-incontrare alcune delle persone coinvolte nei primi episodi espositivi a Nizhny Novgorod (2014) è stato un piacere. Come un piacere è stato rendermi conto dell'interesse rinnovato di queste persone nei confronti del mio lavoro.
«Dal punto di vista culturale non ho notato novità di rilievo. Il clima artistico, inevitabilmente specchio del clima economico (direi che si produce cultura e arte solo dove ci si può permettere di sostenerla) pare suggerire una leggera ripresa dopo la profonda e impattante regressione del 2014/5.
«L'embargo economico ai danni della Russia di prodotti europei continua e le strategie per sopperire a tale lacuna sono varie ma molto costose per il consumatore russo finale: 180 euro per una bottigia di vino italiano ne è stato un esempio alla prima cena.
«Nei sette padiglioni della Fiera (Russian Art Fair – Nizhny Novgorod) dove sono stato ospitato ero l'unico artista straniero fisicamente presente e con un suo spazio espositivo dedicato.»
 
Le opere dove sono state esposte?
«Ho esposto nella Russian Art Fair – Nizhny Novgorod dal 11 al 20 novembre 2016 e presso spazi dell'Marriott Hotel sempre di  Nizhny Novgorod.»
 
Le opere che sono state esposte appartengono a quale periodo artistico? Dove le ha esposte e quali tecniche ha utilizzato?
«Si tratta di lavori realizzati nel maggio / giugno del 2014 legati alla tematica della casa, della piazza, del paesaggio urbano in generale. Sono olii su tela principalmente, ma ho usato anche tecniche miste integrando l'olio con acrilico, grafite, gouache.»
 
Dove le ha realizzate?
«Non potendo portare alcun lavoro oltre frontiera neppure per scopi puramente espositivi ho deciso due anni fa di realizzare l'intera mostra in Russia, in occasione di una permanenza prolungata e interamente dedicata alla pittura, nella città di Nizhy Novgorod. Il risultato sono 33 lavori di medie e grandi dimensioni dedicati a scenari russi e italiani.»
 
Le andrebbe di raccontarci un episodio particolare, relativo ai retroscena, che ha caratterizzato questa sua ultima esperienza russa?
«Un intervista a Ralph Radio NN mi ha dato molta soddisfazione perché l'ambiente era estremamente giovanile ed io, che in Italia sono considerato giovane, in terra russa sono un artista più che maturo.
«Ma il momento più particolare è stato passare un'intera serata in un locale con Karaoke ascoltando, a volumi assordanti, canzoni popolari russe per ore. Esperienza faticosa e divertente allo stesso tempo.»
 
Ha in programma di ritornerà in Russia a breve?
«Credo di tornare nel giugno 2017.»
 
Una curiosità: cosa ama di più dei russi, basandosi sulla sua personale esperienza?
«Amo la precisione lavorativa e l'affidabilità delle persone che ho incontrato. Inoltre una profonda dedizione al rapporto umano e all'amicizia.»
 
La domanda è di rito: progetti per il nuovo anno?
«Decisamente domina la mia scena espositiva un appuntamento in casa (ma che casa!): 25 febbraio – 26 marzo 2017 esposizione, dal titolo Piazza, di più di sessanta tele di grandi dimensioni presso il MUSE di Trento.
«Poi vorrei dedicarmi a tempo pieno ad un antico e nuovo tema pittorico, l'albero, che ho in pancia da 16 anni e finora ho solo accennato agli albori del mio lavoro.»
 
Daniela Larentis – [email protected]