Ancora innocenti uccisi in Siria, ancora donne e bambini morti

L’aviazione governativa ha bombardato un panificio uccidendo almeno 100 persone che stavano in coda per avere un pezzo di pane

Le circostanze richiamano vergognosamente la strage compiuta dal Bava Beccaris a Milano nel maggio del 1898.
In seguito ai tumulti milanesi, passati alla storia col significativo nome «Protesta dello stomaco», il Governo Di Rudinì aveva mandato il generale Bava Beccaris a rimettere ordine nella città lombarda. Dopo aver dichiarato lo stato d’assedio, il generale interpretò male un assembramento di persone e ordinò ai suoi artiglieri di aprire il fuoco sulla folla con i cannoni caricati a mitraglia.
Morirono 80 cittadini e altri 450 rimasero feriti.
 
In realtà si trattava di poveracci che attendevano una ciotola di minestra all’esterno di un convento. Ciononostante, due mesi dopo il re Umberto Primo decorò il generale per la «brillante operazione».
A leggerla così, sembra quasi una leggenda metropolitana, eppure fa parte della storia del nostro paese.
Qualcuno scrisse la canzone intitolata «Il feroce monarchico Bava».
 
Tra le grida strazianti e dolenti / di una folla che pan domandava /
il feroce monarchico Bava / gli affamati col piombo sfamò... 

Beh, se credevamo che non sarebbe potuta accadere nuovamente una strage così infame, ci eravamo sbagliati.
Ieri, a Hama, l’aviazione siriana ha compiuto un’incursione aerea per contrastare un assembramento di persone che in qualche modo dava l’impressione di essere pericolosa per il regime.
Il bilancio è di almeno 100 morti e di non si sa quanti feriti. Per la maggior parte si tratta di donne e bambini, perché erano in fila per prendere la propria razione di pane.
 
Non abbiamo parole per commentare l’accaduto, se non che l’Occidente non può restare ancora alla finestra a guardare.
La Provincia autonoma di Trento sta distribuendo, per il tramite dell'Associazione Amici di Villa Sant'Ignazio, 2.500 pasti caldi al giorno alla popolazione civile di Aleppo (vedi nostro servizio). Lo farà per due mesi, investendo 200.000 euro dei fondi destinati alla cooperazione internazionale.
È molto, ma non è abbastanza. La gente deve far sentire il peso della propria indignazione.
Non è possibile festeggiare serenamente il Natale senza provare un senso di angoscia per quanto non siamo in grado di fare.
 
GdM