«Il terribile fascino della guerra», a Trento mercoledì 22 gennaio
Il dibattito, organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e la Fondazione Museo storico del Trentino, si terrà nella Sala degli affreschi
Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e la Fondazione Museo storico del Trentino organizzano a Trento, mercoledì 22 gennaio, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito Il terribile fascino della guerra. Intervengono Massimo Libardi e Enrico Maria Massucci. Introduce Fernando Orlandi.
John Glenn Gray, autore di «Guerrieri. Considerazioni sull’uomo in battaglia», nasce a Mifflintown (Pennsylvania) nel 1913 e muore a Colorado Springs nel 1977.
Si arruola nel maggio 1941 come soldato semplice, lo stesso giorno in cui ottiene il dottorato in filosofia alla Columbia University e viene dimesso con il grado di sottotenente nell’ottobre del 1945.
Svolge il suo servizio presso una unità di controspionaggio al seguito delle truppe alleate che opera in Nord Africa, Italia, Francia e Germania.
Conosce dunque non solo il combattimento, ma anche l’aspetto di guerra totale, coinvolgente le popolazioni civili, che dalla Seconda guerra mondiale è diventato prevalente.
Tornato in patria diventa docente presso il Colorado College. Oltre ad essere fino al 1977 l’animatore indiscusso del dipartimento di filosofia è il promotore e il supervisore della traduzione americana delle opere di Martin Heidegger, con il quale intrattiene un rapporto di amicizia.
Nel 1959 pubblica «Guerrieri», riedito nel 1970 con una Introduzione di Hannah Arendt. Il saggio trae origine da una rilettura, a quindi anni di distanza, del proprio diario.
Le vicende personali sono il punto di partenza di una riflessione sulla guerra, o meglio sull’Homo furens, sul rapporto tra l’uomo e la guerra.
Gray prende le mosse dal fascino che guerra esercita sugli uomini, senza fare del combattimento un culto estetizzante, come ad esempio in alcune pagine di
Ernst Jünger. Nelle ultime pagine del suo lavoro Gray riporta la testimonianza di due persone incontrate nel 1955 che, nonostante le dure sofferenze di allora, confessavano di percepire quel tempo come «più ricco del presente», il rimpianto per la rottura della ripetitività e della noia, per l’intensificazione dell’esistenza che la guerra aveva rappresentato.
Da questo punto di vista il libro ripercorre una fenomenologia delle modificazioni che nel rapporto con il mondo la guerra induce, basata tuttavia solo sulle sue esperienze e senza ricorrere ad altre testimonianze come usuale nella letteratura.
Ma soprattutto, come lo stesso autore esplicita nella prefazione del dicembre 1969, la guerra rappresenta un punto di vista privilegiato per leggere le conseguenze della «morte di Dio» e del predominio della tecnica, per rendere conto di quello che ripetutamente chiama «il carattere mostruoso della contemporaneità».
Gray utilizza la situazione liminare rappresentata dalla guerra come un esperimento che getta luce sulla condizione umana nell’epoca della tecnica, e giunge a considerazioni analoghe a quelle svolte dai grandi filosofi del Novecento, da Heidegger ai francofortesi, da Günther Anders ad Hans Jonas.
Come osserva Enrico Maria Massucci, curatore dell’edizione italiana, se apparentemente questi temi sono svolti in modo eccessivamente semplificato, il suo interesse sta nel fatto che li mostra nell’effettiva drammaticità del vivere storico.
Di questo libro se ne discute a Trento mercoledì 22 gennaio, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55).
L’incontro-dibattito Il terribile fascino della guerra è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e dalla Fondazione Museo storico del Trentino organizzano. Intervengono Massimo Libardi e Enrico Maria Massucci.
Guerrieri. Considerazioni sull’uomo in battaglia di John Glenn Gray, è pubblicato dalla Fondazione Museo storico del Trentino (pp. 292, € 15,00).