Terremoto a Castelluccio di Norcia: allevatori costretti a trasferirsi
L’esempio emblematico di un allevatore di ovini da latte che ha dovuto abbandonare l’azienda agricola perché sita in un’area dichiarata inagibile
on ha avuto scelta Fabio Barcaroli, allevatore di ovini da latte nonché produttore della «lenticchia Igp» di Castelluccio di Norcia: ha dovuto abbandonare abitazione e azienda agricola perché comprese nella zona «rossa», dichiarata inagibile dopo i terremoti più violenti del 24 agosto e del 30 ottobre scorsi che hanno fatto crollare il 60% di questo antico paese di montagna.
«Oggi non ci sono vie di collegamento – spiega – e il caseificio aziendale è gravemente danneggiato. Sono stato costretto a trasferirmi altrove con l’allevamento.»
Oggi le sue 200 pecore meticce sono a Norcia, 30 chilometri da Castelluccio, hanno trovato ricovero presso la struttura di un collega.
Non è però l’unico allevatore in questa situazione.
«Come me sono altri due colleghi di Castelluccio, stiamo aspettando che vengano ripristinati i collegamenti e si possa poi ricostruire per riprendere l’attività.
«Le vie di accesso – dice – dovrebbero essere riaperte a giugno, in base a quanto ci hanno assicurato in Regione Umbria.»
Non è possibile oggi quantificare con esattezza i danni al caseificio che non ha retto al sisma di magnitudo 6.5 (mentre il ricovero per le pecore si è salvato), ma i conti sui mancati guadagni per l’interruzione dell’attività sono presto fatti.
«Non posso più lavorare il latte e neppure seminare le lenticchie perché i terreni sono a Castelluccio, quindi dall’agosto 2016 ad oggi ho perso il 70% dei ricavi.»
«Nel frattempo – spiega sempre Barcaroli – sappiamo di poter contare sul sostegno di Confagricoltura per l’acquisto di caseifici mobili.
«L’organizzazione si è resa disponibile per la raccolta di fondi che verranno utilizzati per soccorrere le aziende agricole in difficoltà.»