«My romantic history»: gli eterni Peter Pan di «Aria Teatro»
Il 4 febbraio al Teatro Valle dei Laghi uno spettacolo divertente quanto riflessivo: sulle difficoltà dei trentenni di oggi, dal campo lavorativo a quello personale
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Instabilità lavorativa, precarietà dei sentimenti e provvisorietà delle relazioni sono al centro della storia di Tom e Amy, due trentenni colleghi alle prese con una complicata storia d'amore.
Aria Teatro il 4 febbraio alle 20.45 presenterà al Teatro Valle dei Laghi «My romantic history», commedia divertente quanto riflessiva tratta dal testo del giovane drammaturgo scozzese Daniel C. Jackson, che racconta con un sorriso amaro alcuni aspetti, ahimè molto reali, del mondo dei trentenni d’oggi.
Rispetto al testo, vincitore del prestigioso Fringe First Award al Fringe Festival di Edimburgo, Aria teatro ne ha rilevato i diritti per l'Italia e ne ha prodotto lo spettacolo, per ora l'unica versione in italiano, curandone anche la traduzione (con Giuseppe Amato, Alice Melloni, Denis Fontanari e Paola Mitri, regia di Chiara Benedetti).
L'evento è inserito all'interno del cartellone organizzato da Fondazione Aida e Comunità Valle dei Laghi.
«I protagonisti - spiega Chiara Benedetti - vivono in un mondo di sogni, idealizzando la propria adolescenza, perché non riescono a identificarsi con la realtà che li circonda.
Vivono con cinismo e distacco il proprio presente e sono troppo insicuri per lavorare su se stessi e modificarsi per cercare di essere felici. Si accontentano, si appiattiscono nella monotonia dell’omologazione. Fortunatamente, qualcosa nelle loro vite cambia e toglie la patina che ha offuscato i loro occhi per così tanto tempo, dandogli la possibilità di diventare degli splendidi adulti.»
«Personalmente - prosegue Benedetti - non credo che ci sia un tempo di scadenza per seguire i propri sogni anzi, credo si debba tendere a farlo il più possibile ad ogni età. L’intelligenza sta nel farlo con coscienza, senza distruggere il mondo che ci circonda.»
I due si raccontano al pubblico con generosa sincerità, portando allo scoperto i dettagli dei loro rocamboleschi trascorsi sentimentali e raccontando la storia d’amore che intreccia i loro destini.
Forse è improprio utilizzare in specifico il termine «amore» per definire una storia come la loro: costellata di episodi che svelano insicurezze, fraintendimenti, mancanza di chiarezza nelle intenzioni.
Una storia simile a quelle di tanti altri trentenni che come loro riflettono sulla propria realizzazione, e tentano di conciliare passo dopo passo il desiderio di rottura dei vecchi schemi e la necessità di stabilità affettiva.
Il linguaggio è veloce, secco, a volte arriva ad essere sgarbato, a volte lascia il passo alla danza e alla musica. Le scene si susseguono con ritmo rapidissimo, come sfuggendo al controllo logico, i sogni e i ricordi si intrecciano alla realtà, creando una rete narrativa molto personale che ci fa entrare a scoprire l’intimità dei personaggi.
Ogni protagonista inserisce nella storia comune particolari e variazioni con uno sguardo cinico e disincantato.
Soltanto il passato, nel presente susseguirsi di eventi ripetitivi e sterili, è materiale per i sogni, solo nei ricordi di un’epoca spensierata e fanciullesca il tormento si acquieta e il vuoto si colma di un sapore famigliare e lontano.
La solitudine si colma nel rifiuto del presente, nel disincanto per la vita che si nasconde fuori dalle vetrate dell’ufficio.
I personaggi sono estremamente reali, maschere di sorrisi ironici che combattono contro il paesaggio di aridità che gli si crea intorno.