Il valore aggiunto al servizio della comunità – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con Bruna Penasa, presidente della cooperativa sociale «La sfera», fondata sulla base di esperienza, innovazione, dinamismo e integrazione

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Nonostante la crisi, fortunatamente si continua a investire nell’inserimento sociale e lavorativo di persone in condizione di marginalità, per quanto possa sembrare strano è un investimento.
Vogliamo citare a titolo di buon esempio quello che fa la cooperativa «La Sfera», che opera in questo ambito dal 1995, nata con l’obbiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disagio psichico, fisico o sociale, realizzando in forma di impresa un’attività di tipo sociale e offrendo ai clienti servizi di qualità con prezzi competitivi.
Lo scopo è quello di trasformare in posti di lavoro le capacità professionali di persone deboli attraverso programmi personalizzati in un ambiente positivo. L’impegno è rivolto alla loro integrazione nella comunità attraverso la costruzione di una rete di relazioni con i diversi attori del Welfare Trentino.
Per concretizzare il suo progetto, «La Sfera» opera nella realizzazione e manutenzione delle aree verdi, interventi di pulizie, custodie in ambienti civili, sanitari, sportivi e in più collabora con gli Enti Locali in lavori socialmente utili.
Negli ultimi anni registra un trend di crescita sia nel numero di lavoratori che operano nei settori produttivi, sia in termini di produzione finalizzata all’erogazione del servizio che in termini di consolidamento dei rapporti con i clienti.
Il modello governance di Sfera rispecchia la natura della cooperativa per il quale il prodotto sociale converge con quello economico. Nella sua missione propone quindi doppio valore aggiunto: generare investimento per la persona che sia di ricaduta per la comunità. 

 Cos’è la Cooperativa La Sfera
La Cooperativa nasce dalla volontà di 15 soci fondatori nel 1995 in risposta all’esigenza rilevata da un gruppo di esponenti dell’associazionismo trentino e di persone uscite da comunità terapeutiche per le tossicodipendenze.
Essi si prefiggono di istituire un’organizzazione composta di forza lavoro, strumenti e capitali volta a consentire il reinserimento lavorativo di soggetti che, per il particolare percorso di vita compiuto, non trovano una collocazione diretta nel mercato del lavoro ordinario.
L’intento è dunque quello di dare il via a un’attività economica in forma imprenditoriale per uno scopo non coincidente con quello lucrativo, bensì con l’utilità in termini di autostima e autonomia che la formazione al lavoro e l’occupazione possono offrire a persone che vivono una condizione di disagio.  
La Sfera Scs aderisce al Consorzio delle cooperative sociali trentine Con. Solida, ed alla Federazione Trentina della Cooperazione.

Ma, come è nostra abitudine, per parlare correttamente dell’organizzazione e degli ambiziosi progetti per il futuro, ne parliamo con la Presidente Bruna Penasa.
 
Signora Bruna Penasa, qual è lo scopo principale della cooperativa La Sfera?
«A quasi vent’anni dalla sua costituzione, l’evoluzione organizzativa ed economica di Sfera non ha cambiato lo scopo principale, che consiste appunto nell’essere un’impresa socialmente responsabile che, attraverso il lavoro, crea benessere, con particolare attenzione alle persone con disagio, e aumenta la qualità della vita in un contesto positivo.»
 
Esattamente con chi collaborate?
«Per quanto riguarda le persone in Inserimento Lavorativo, Sfera collabora con i Servizi e le Agenzie del territorio che le accompagnano: Servizio Sociale, Servizio di Salute Mentale, Servizio Dipendenze, Servizio Alcologia, Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, Associazioni, Fondazioni e Cooperative di tipo A e B e loro Consorzi. Sempre, naturalmente, in partnership con l’Agenzia del Lavoro ed in sintonia con le linee e gli interventi dei Piani Provinciali di politica del lavoro.
«Oltre che alla rete vi è una forte collaborazione con tutti gli attori coinvolti nei percorsi di interrimento lavorativo, con il mondo cooperativo, ma anche con Imprese profit per favorire il re-inserimento nel mercato del lavoro ordinario delle persone che hanno raggiunto pienamente gli obiettivi fissati nel proprio Progetto Individuale di inserimento, e con la Comunità su iniziative specifiche per realizzare e rigenerare spazi comuni da restituire alla Comunità.»
 
 
 
Quali sono i servizi che offre la vostra Cooperativa?
«La Sfera è un’organizzazione caratterizzata da un doppio prodotto: economico (legato alla produzione) e sociale (l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà), dove il primo è funzionale al secondo.
«I servizi offerti sul mercato sono: realizzazione e manutenzione di aree verdi (progettazione di giardini e parchi, mantenimento verde sportivo, tree climbing), pulizie e custodie (pulizie e sanificazioni in ambienti civili ed industriali, custodia e gestione accessi) e lavori socialmente utili.
«Per la realizzazione dei servizi offerti, La Sfera Scs crea opportunità di lavoro a persone in difficoltà. Il Servizio di Inserimento Lavorativo, che ha ottenuto la Certificazione di Qualità ISO 9001 (International Organization for Standardization) come tutti i servizi de La Sfera, si articola con modalità e procedure mirate a monitorare e ad accompagnare il percorso dei dipendenti in Inserimento, per aggiornare e calibrare gli obiettivi del Progetto elaborato con i servizi coinvolti dal momento dell’assunzione fino a quello dell’inserimento nel mercato ordinario del lavoro.
«I servizi erogati a condizioni del mercato generano anche una ricaduta positiva verso la Comunità: l’inserimento lavorativo infatti genera impatto positivo con l’aumento del benessere delle persone e del tessuto sociale, determinando anche risparmio di risorse del welfare.»
 
Come ricevete commesse e incarichi? Sono solo pubblici o anche privati?
«La Cooperativa opera a tutti gli effetti come un’impresa. L’acquisizione delle attività sia dall’Ente pubblico che dai privati avviene attraverso la partecipazione a gare d’appalto, azioni di marketing e commerciali, in base alle linee aziendali definite negli ambiti in cui opera. Tutte le attività acquisite sono strumentali per la creazione di opportunità lavorative.» 
 
La vostra è una delle cooperative che si è affermata nel tempo perché funziona. Come è arrivata a questo? Quali sono le caratteristiche che vi hanno permesso di raggiungere questi risultati?
«Il percorso non è sempre stato semplice ed in alcuni passaggi le scelte prese sono state assai difficili. Riteniamo che un punto di forza della Cooperativa sia l’essere rimasta coerente alla mission adeguandola al mutamento del contesto e dei bisogni espressi dal territorio. Inoltre le caratteristiche del modello cooperativo: democrazia, trasparenza e centralità della persona, portano tutte le persone coinvolte – soci, dipendenti, collaboratori- a lavorare con grande passione ed impegno.»
 
Quanti sono e chi sono i soci?
«Le tipologie di soci presenti all’interno della cooperativa sono i soci lavoratori, soci volontari e soci sovventori. Il numero dei soci complessivamente è di 48, tra persone fisiche e giuridiche.»
 
A quali tipi di persone in difficoltà si rivolge la cooperativa?
«Premesso che la Cooperativa, nell’ambito sociale, opera con l’impostazione del lavoro di rete, essa si rivolge a persone che dopo un periodo di difficoltà hanno deciso di affrontare i loro disagi. Con l’aiuto di uno o più servizi tra quelli citati all’inizio dell’intervista, essi possono ottenere l’opportunità lavorativa in un contesto produttivo protetto.
«Attualmente in Cooperativa sono presenti 18 persone con disagio e/o invalidità psichico-mentale, 7 che stanno seguendo un percorso di affrancamento da dipendenze (droga, alcol, gioco), 4 con difficoltà di tipo sociale (famiglie monogenitoriali, disoccupati/e di lungo corso ecc), 2 con invalidità fisica e 2 in misura alternativa al carcere.
«Sono tuttora presenti in Cooperativa anche persone che, pur avendo superato la propria problematica, accusano una “fragilità” caratteriale che ne sconsiglia la fuoruscita dal contesto protetto della Cooperativa, oppure non riescono a trovare nuove opportunità esterne a causa del grave e perdurante periodo di crisi occupazionale.
«A questi si aggiungono 58 persone inserite che svolgono lavori socialmente utili.»
 
Mi riferisco a coloro che hanno problemi di natura penale o magari con problemi psichici. La cooperativa dispone di particolari figure professionali a sostegno di alcune tipologie di utenti?
«La Cooperativa dispone di un Responsabile sociale a tempo pieno e di Capisquadra formati per l’attività di tutoraggio che, come detto, seguono costantemente le persone in inserimento.
«Le difficoltà che emergono sul lavoro derivanti da problematiche specifiche vengono affrontate all’interno e riportate ed analizzate negli incontri di Rete con i Servizi specialistici che seguono la persona e l’hanno proposta alla Cooperativa.
«Sicuramente comunque al momento della selezione, vengono valutati attentamente tutti gli aspetti del candidato e del personale della squadra nella quale verrà inserito.»
 
Quante persone lavorano complessivamente nella cooperativa?
«Occupiamo circa 205 dipendenti, dei quali quasi la metà vivono o vivevano al momento dell’assunzione una condizione di svantaggio. »
 
Che tipo di formazione viene data i lavoratori?
«La Cooperativa predispone dei piani di formazione pluriennali rivolti a tutto il personale. Oltre alla formazione obbligatoria, vengono previste azioni formative professionalizzanti sia nell’ambito sociale sia per aumentare le competenze per lo svolgimento dei servizi negli ambiti in cui operiamo.
«Complessivamente le ore di formazione effettuate dai dipendenti della cooperativa nel 2013 sono state 5.451.»
 
  
 
Le persone con quale tipologia contrattuale sono regolarmente assunte?
«Operando in diversi ambiti la Cooperativa applica i CCNL specifici di settore. La Sfera Scs è orientata a dare stabilità lavorativa nel lungo termine.
«La percentuale di contratti a tempo indeterminato nel 2013 era superiore al 75%, epurando il dato dall’incidenza dei lavoratori occupati nei lavori socialmente utili (tramite l’Intervento 19 dell’Agenzia del Lavoro), che prevede necessariamente l’applicazione di contratti a tempo determinato.
«Le politiche aziendali possono avere un impatto positivo sulla comunità se si traducono in prospettiva di un’occupazione tendenzialmente stabile e sicura, soprattutto in una situazione economica complessa come quella che stiamo vivendo oggi.
«Inoltre mi preme sottolineare che più del 40% dei dipendenti è rappresentato da personale femminile che opera molto spesso con contratti part-time, che favoriscono la conciliazione casa-lavoro.»
 
Il rapporto di lavoro è limitato alla fase di recupero o prosegue anche dopo?
«A prescindere dal tipo di contratto applicato e dalla sua durata, che nella maggior parte dei casi è un contratto a tempo indeterminato, l’impostazione dei Progetti di Inserimento Lavorativo nella nostra Cooperativa è temporanea.
«Dal momento dell’assunzione l’utente e i Servizi della Rete coinvolti condividono il fatto che l’occupazione in Sfera è sì fonte di reddito e di stabilità economica, ma è anche parte integrante di un Progetto di reinserimento sociale più complessivo per il quale è stato ipotizzato un termine.
«Il percorso in Sfera permette alla persona di affrontare –accompagnata- le proprie fragilità anche in un contesto lavorativo, di ottenere un Curriculum e di acquisire i ritmi e la qualità della prestazione lavorativa necessari per inserirsi nel libero mercato del lavoro. Alla conclusione di questo percorso di “riscatto sociale”, e a suo coronamento, la persona sa che può trovare occupazione fuori dalla Cooperativa e lasciare il posto ad altri che ne hanno bisogno.
«Come detto i Progetti sono personalizzati, e durante il percorso possono emergere fragilità della persona che ne sconsigliano la fuoriuscita dalla Cooperativa; ma a coloro che possono misurarsi con il mercato del lavoro viene offerto, tramite il Responsabile sociale, un aiuto per la ricerca di nuove opportunità e la presentazione e l’accompagnamento per il primo periodo presso la ditta individuata.
«È peraltro prevista dall’Agenzia del Lavoro un consistente contributo biennale per la ditta che assume una persona che proviene da un percorso di Inserimento Lavorativo in Cooperativa di tipo B.»
 
Quali sono le percentuali di successo dei lavoratori provenienti dalle aree più problematiche, in termini di reinserimento, e da cosa dipendono invece, secondo lei, le cosiddette recidive?
«Sicuramente registriamo un saldo più che attivo sulla riuscita dei Progetti fin qui portati avanti.
«Gli “ingredienti” indispensabili per ottenere risultati positivi a nostro avviso sono:
 - l’effettiva capacità dei Servizi invianti di sostenere in Rete la persona (la maggior parte degli “insuccessi” deriva da problematiche extralavorative);
 - l’inserimento di personale il cui disagio sia compatibile con le regole ed i ritmi dell’attività che andrà a svolgere;
 - la condivisione con la stessa persona degli obiettivi del Progetto, e del loro monitoraggio durante il percorso.
«Per le situazione più critiche il nostro impegno, sempre con il supporto della rete, è di individuare collocazioni più adeguate.»
 
Ci sono particolari difficoltà con le quali vi dovete confrontare a volte?
«Le maggiori difficoltà sono quelle derivanti dalla scommessa stessa delle Cooperative di tipo B: quella di far convivere nella propria attività gli aspetti aziendali con quelli sociali.
«Il mercato è sempre più esigente e sempre meno remunerativo e le fragilità di alcune persone in inserimento, che sul lavoro si rivelano soprattutto nelle prime fasi del Progetto, comportano un grosso impegno per garantire il rispetto di scadenze e qualità delle produzioni.» 
 
La crisi economica rischia di penalizzare le persone più deboli della società?
«Dal nostro osservatorio, almeno 10 persone al giorno si presentano a cercar lavoro o sono segnalate per un inserimento dai Servizi. Mi viene da dire che più che di rischio possiamo parlare di una certezza conclamata, anche se in Trentino qualche risorsa per sostenere chi è in maggiore difficoltà è ancora disponibile.
«Vorrei aggiungere che questa crisi sta creando nuove povertà e nuove emarginazioni: la chiusura di aziende e cantieri, unitamente all’aumento dell’età pensionabile, ha di fatto emarginato tutta una fascia di lavoratori, quella fra i 40 ed i 55 anni del settore edilizio e manifatturiero, che sulla stabilità del posto di lavoro avevano impostato la vita propria e della propria famiglia e che ora si trovano con una professionalità poco o per nulla spendibile e difficilmente riconvertibile.
«Testimone di questa situazione spesso drammatica è il sensibile aumento di richieste di aiuto, oltre che al Servizio sociale, al Servizio di Salute Mentale per ansia o depressione, a quello di Alcologia e al Ser.D. per il problema del gioco.»
 
 
La nuova sede
 
La cooperativa la Sfera ha chiuso il bilancio 2013 con un trend di crescita, quali sono state le iniziative determinanti e quali i progetti futuri?
«Siamo sicuramente molto soddisfatti per i risultati raggiunti. Il trend di crescita costante degli ultimi anni è il frutto di un attenzione particolare alle esigenze del cliente, di una ricerca costante per migliorare ed ampliare i servizi offerti sul mercato, di supportare al meglio le persone in inserimento lavorativo con strumenti più idonei. Tutto questo avendo sempre presente la risorsa più importante: il personale.
«È in ultimazione la nuova sede aziendale in Via Kufstein in Spini di Gardolo. La definizione della sede operativa e della sua location sono state pianificate e analizzate come parte integrante di un piano strategico di sviluppo della Cooperativa i cui cardini sono innovazione, lavoro di rete, e comunicazione. Sono in valutazione diversi progetti di sviluppo e di collegamento con il territorio. Auspichiamo per il futuro di poter ampliare il nostro raggio di azione.»
 
Nadia Clementi - [email protected]
Bruna Penasa - [email protected] - www.lasfera.org
Presidente dalla Cooperativa la Sfera csc onlus