Addio Paolo Rossi, «Per sempre»

Il Campione amato da tutti ha cambiato il destino dell’Italia, trasportandola dagli Anni di piombo ai Favolosi anni Ottanta

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Nessuno potrà dimenticare quel lontano 1982, quando l’Italia vinse i suoi più importanti campionati di calcio del Mondo.
Eravamo reduci dai terribili Anni di piombo, dove sembrava che il Paese non potesse uscire più dal tunnel degli attentati brigatisti, e siamo andati ai Mondiali di Spagna certi di fare una figuraccia.
Bearzot aveva addirittura deciso di portare con sé Paolo Rossi, che sembrava al termine di una carriera non troppo splendente.
Perfino Brasile e Argentina avevano avuto la spudoratezza di dichiarare che avrebbe vinto il Campionato chi faceva più gol all’Italia.
E difatti, siamo riusciti a passare la fase iniziale per miracolo.
 

Poi, dovevamo affrontare - a eliminazione diretta - Argentina, Brasile e Francia.
E qui ci fu il cambio di rotta del Paese.
Facendo uno sforzo sovrumano, siamo riusciti a sconfiggere tutti, dal primo all’ultimo. Non ci volevamo credere, così come non ci volevano credere i brasiliani e gli argentini, che piansero per settimane l’eliminazione dal campionato che credevano di vincere, avvenuta per merito dell’Italia, che «non valeva nulla».
Pochi ricordano che avevamo battuto anche la Francia, che a quel punto davamo per scontato.
Poi arriva la finale, contro la Germania, secolare nemico calcistico.
 

Per la prima volta il pubblico televisivo mondiale contò un miliardo di telespettatori.
Il presidente del Consiglio Spadolini aveva annunciato la sua partenza per assistere alla partita finale, ma improvvisamente Pertini lo precedette e lui dovette stare a casa. Non possono mancare insieme le due massime istituzioni dello Stato.
Quindi la partita (e devo dire che quasi tutti sentivano che avrebbe vinto l’Italia). Ma è stato il «solito» Paolo Rossi a portare a casa la coppa.
Pertini faceva i salti sugli spalti, mostrando al cancelliere tedesco Schmid che il destino era segnato.

Alla fine fu l’interno Paese a fare i salti dalla gioia, a perdere la testa.
La mattina dopo per la prima volta i giornali non erano riusciti a stampare tutte le copie che avrebbero potuto vendere. C’erano persone che correvano per i giardini con la maglietta azzurra gridando «Devo fare un gol! Devo fare un gol!»
Mio padre aveva commentato, emozionato, che neanche quando il Duce aveva annunciato la fondazione dell'Impero gli italiani avevano esultato tanto.

 
L'Italia era uscita dal tunnel.
Tutto questo lo dobbiamo a Paolo Rossi, l’uomo che aveva riscattato l’Italia per tutti noi.
E che un destino avverso ci ha portato via prematuramente.
Addio Paolo Rossi, con le due parole pronunciate da tua moglie: «Per sempre».

GdM