«Il silenzio delle Case Chiuse»: a pagare sono sempre le donne

L’8 marzo il nostro inviato nella storia Maurizio Panizza affronterà un tema all’apparenza antifemminile, ma in realtà emblematico dello sfruttamento di genere

Donne usate, donne offese, donne spesso schiave.  
Donne ignoranti o istruite, povere o benestanti, finte o vere, disperate o fiduciose nel futuro.
Donne che si portano appresso lo stigma sociale della riprovazione, donne oggetto di un vergognoso contratto mercantile all’interno del quale, però, talvolta sono proprio loro a risultare i soggetti migliori, i più ricchi di cuore e di umanità.
Del resto anche Fabrizio De André, il grande poeta dei sentimenti, parlando delle prostitute cantava: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».

In un articolo dettagliato e con un tema inusuale, quasi antifemminile per la Giornata della Donna, il nostro collaboratore Maurizio Panizza descrive quelle che furono le case di tolleranza a Trento e a Rovereto e la svolta del 1958 con la loro definitiva chiusura. 
Ripercorrere quella storia così lontana nel tempo, conoscere quel doloroso fenomeno sociale, significa aiutare a comprendere molte donne che per la società d’oggi sembrano non esistere e di cui non si parla mai. 
Nemmeno all’8 marzo.