L’arte digitale di Annalisa Lenzi – Di Daniela Larentis
È fra gli artisti coinvolti in un progetto ideato dall’Associazione culturale Forte delle Benne, nato per creare percorsi alternativi alla visita guidata – L’intervista
Lo scorso giugno il Comune di Levico Terme e l’Associazione Culturale Forte delle Benne hanno dato il via al progetto «Digi-FdB-Il forte diventa digitale», co-finanziato dal Gal Trentino Orientale e dal Comune di Levico Terme grazie ai fondi europei per lo sviluppo delle aree rurali all’interno del Leader 2020.
Il progetto nasce da un’idea di Elisa Corni, membro dell’Associazione Culturale Forte delle Benne, con l’intento di creare una serie di percorsi alternativi alla visita guidata, in modo da ampliare l’offerta culturale del sito.
Per gli appassionati di storia, interessati ad approfondire i dettagli tecnici e le funzioni dei singoli ambienti del forte, lo storico Davide Allegri, dottore di ricerca in storia presso l’Università degli studi di Trento, ha realizzato con l’informatico Stefano Sega l’App «Fortezze Imperiali»; dodici schede tecniche compaiono sui tablet e gli smartphone in dotazione attraverso l’inquadratura di specifici QR Code posizionati in corrispondenza di stanze e ambienti particolari.
Il duo StudioBliquo, composto dall’informatico Zeno Menestrina e dall’artista Adriano Siesser, ha invece elaborato gli altri due percorsi di visita. Pensato per coinvolgere grandi e piccini «FdB – Play», una serie di mini video-giochi che accompagnano i bambini e le loro famiglie alla scoperta dei segreti dell’edificio.
L’ultima App «FdB – Art» dà spazio invece a una delle più importanti anime del forte, quella artistica: 5 giovani artisti hanno realizzato 10 opere originali interconnesse con le varie stanze.
Visibili sui device forniti, descrivono le funzioni di alcuni dei più suggestivi ambienti del forte, come la sala dell’acqua.
Gli artisti coinvolti sono Davide Barbini, Elisabetta Gomirato, Annalisa Lenzi, Sebastian Kulbaka e Linda Jasmin Mayer, Adriano Siesser.
StudioBliquo ha anche installato sui tablet Skies of Manawak, un videogioco per il training cognitivo sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento al centro di una ricerca sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare una fra gli artisti selezionati per questo progetto, Annalisa Lenzi, la quale conta al suo attivo numerose collettive e personali.
Completo web.
Lei è fra gli artisti che hanno partecipato al progetto «Digi-FdB - Il forte diventa digitale». Quali opere ha presentato?
«Essendo un progetto rivolto a differenti tipologie di visitatori ho pensato a qualcosa che potesse creare curiosità e stupore nei visitatori di qualunque fascia di età.
«Ho realizzato quindi due opere che descrivono il reale utilizzo delle stanze in cui sono esposte, mettendo in scena degli attori particolari: dei rinoceronti e un elefante. Il titolo scelto è Trasporti pericolosi e Rifornimento.
«L'opera Trasporti pericolosi rappresenta il trasporto delle munizioni stipate nella Santa Barbara del Forte. Le munizioni sono riposte orizzontalmente come lo si faceva in tempo di guerra. Le munizioni non contengono polvere da sparo... ma colori che simboleggiano valori come la pace, la fratellanza, l’amore fra i popoli.
«L'opera Rifornimento, invece, rappresenta il prelevamento del carburante dai barili e il trasporto al generatore per garantirne il funzionamento.»
Con che tecnica sono state realizzate?
«Anche se destinate a una fruizione digitale, ho realizzato le opere utilizzando una tecnica tradizionale, ho dipinto i soggetti con pittura acrilica su masonite su sfondo bianco.
«Infine ho fotografato i soggetti e li ho scontornati per permettere al team di Digi-FdB di renderli visualizzabili virtualmente mediante cellulare o tablet.»
Che cosa pensa dell’arte digitale?
«L'arte ha sempre seguito i tempi, quindi, in questo periodo in cui il digitale ormai fa parte del quotidiano, era inevitabile che diventasse materia di studio e sperimentazione artistica.
«Facendo parte della generazione nata negli anni 80 faccio più fatica a capire certi meccanismi tecnologici rispetto a chi ha studiato queste tecniche e l’arte digitale in accademia, io ho avuto il mio primo telefonino, con il quale si poteva solo telefonare, all’età di 19 anni.
«Non so se queste opere si conserveranno nel tempo, ho dei dubbi sulla loro possibile durata: oggi possiamo ammirare un quadro di Caravaggio, per esempio, e lo potremo fare anche in futuro; un'opera digitale non offre sicure garanzie in quanto la tecnologia evolve in continuazione. Comunque ben vengano le novità!»
Rinoceronte e bombe web.
Perché ha scelto questi due animali?
«Ho scelto questi animali perché ho trovato in loro delle caratteristiche che li accomunano ai soldati: sono forti, coraggiosi, temuti spesso dall'uomo e anche cacciati; hanno la necessità di vivere in branco per sopravvivere.
«Li ho raffigurati aggiungendo le ali di un cacciabombardiere per enfatizzare la similitudine e rendere più interessanti e dinamiche le opere.»
A cosa sta lavorando attualmente?
«Attualmente sto sperimentando la fotografia digitale: in primavera, ho seguito un corso organizzato dal Gruppo Fotoamatori Pergine di cui ora faccio parte. Con loro realizzeremo una mostra fotografica a novembre che racconterà L'anima della città e per la quale sto realizzando una serie di fotografie che testimoniano la mia analisi: case nascoste dietro a muri o siepi sempre più alte, telecamere di sorveglianza, finestre o porte sbarrate per evitare ogni eventuale contatto con il vicino o con un supposto molesto visitatore non gradito. Spesso non si conosce veramente nemmeno l'inquilino del piano superiore, figuriamoci il vicino di casa!»
Progetti futuri?
«In programma, oltre all’esposizione fotografica appena citata, ho una mostra in novembre a Palazzo Trentini con il Gruppo La Cerchia di Trento. Per questo evento ho realizzato due lavori che raccontano la tempesta Vaia.
«Poi mi piacerebbe portare avanti, contemporaneamente alla realizzazione di opere, l'altro mio progetto relativo a una mia grande passione: il cucito.
«Il mio intento sarebbe quello di creare una piccola linea con dei capi vintage acquistati nei mercatini dell'usato che modificherò dando loro nuova vita. Inoltre, mi piacerebbe riuscire a fare una mostra personale in cui poter esporre questi capi insieme alle mie opere pittoriche, creando un dialogo tra arte e moda. Vi terrò aggiornati…»
Daniela Larentis – [email protected]