In piazza Podestà di Rovereto ricordato il sacrificio di Fabio Filzi

Il sindaco Miorandi: «Ricordare il suo valore è fondamentale, ma non è abbastanza»

Questa mattina in piazza Podestà a Rovereto è stata ricordata la figura dell’irredentista Fabio Filzi, il sottotenente dell’esercito Regio che, nel corso della Prima guerra mondiale, fu catturato dagli austro-ungarici sul monte Corno (sul Pasubio) insieme a Cesare Battisti e come lui impiccato il 12 luglio 1916 nella fossa del castello del Buonconsiglio a Trento.
In piazza Podestà, presenti le associazioni d’arma e le autorità, è stata deposta una corona d’alloro davanti al monumento ai volontari caduti per l’Italia.
 
Il sindaco Andrea Miorandi ha detto che «ricordare il valore di Filzi è fondamentale, ma non è abbastanza».
«Ciò che dobbiamo fare è cercare di immedesimarci, di sentire attraverso il racconto della sua vita ciò che questa terra ha vissuto in quegli anni e comprendere così il suo valore.
«Quest’anno – ha proseguito il sindaco – è un anno speciale, ricorre il Centenario della Grande Guerra.
«L’invito che porgo a tutti è quello di fare in modo che tutto ciò non resti isolato, che l’impegno per il ricordo, per la formazione delle nuove generazioni e per il rispetto e la valorizzazione della storia di questo territorio vada avanti in futuro con costanza.
«Perché se il tempo ci allontana sempre più da quei fatti, il loro valore riesca invece a crescere insieme alla cultura della pace che Rovereto ha scelto come sua priorità e che risuona nei rintocchi di Maria Dolens, non solo un simbolo ma un vero strumento di pace.»
 
Il provveditore del Museo della Guerra Camillo Zadra ha sottolineato che «Fabio Filzi, giovane praticante di avvocatura, militante socialista, sostenitore dell’abolizione della pena di morte, pianse quando seppe che Jean Jaures [intellettuale e politico francese ucciso nel 1914 – NdR], il principale avversario della guerra, era stato assassinato.
«Un anno dopo, Filzi, appassionato sostenitore della battaglia per l’italianità del Trentino, si arruolò con Cesare Battisti e centinaia di altri trentini e giuliani nell’esercito italiano.
«La vittoria militare italiana, l’annessione del Trentino all’Italia, ne hanno fatto un eroe celebrato.
«Oggi, guardando alla sua storia, rimpiangiamo che la guerra ci abbia privato della sua vita di cittadino impegnato e lo consideriamo un esempio per aver saputo guardare oltre la propria vita, ad un futuro che noi siamo chiamati a costruire.»