Una storia scomoda e dura, quella raccontata da «Sacrificio»
Giovedì 27 marzo al Melotti di Rovereto va in scena la storia ispirata al delitto avvenuto pochi anni fa sulle rive di un lago della nostra regione...
Realizzato con i tempi dello slow theatre, molto più lunghi rispetto a quelli di una normale produzione teatrale, lo spettacolo conclude un progetto culturale iniziato oltre un anno fa allo scopo di stimolare un interesse vivo per il teatro e di formare una rete di cultura partecipata e il nucleo di un pubblico consapevole.
Tratto dal romanzo omonimo di Giacomo Sartori, scrittore trentino che divide la sua vita tra Parigi e Trento e che si è occupato personalmente della trasposizione teatrale dell’opera, tratta le vicende di sette ragazzi che vivono in una valle secondaria del Trentino.
Una moderna tragedia, che vede la sua genesi tra le nostre montagne, e che si ispira a fatti di cronaca nera locale.
Una storia scomoda e dura, quella raccontata da «Sacrificio», ispirata a un delitto avvenuto pochi anni fa sulle rive di un lago della nostra regione.
Diego fa il guardiaparco, vorrebbe che il bracconaggio fosse sgominato e che il nuovo direttore del Parco s’imponesse sui potentati degli impianti a fune.
Marta, rimasta orfana e cresciuta in casa degli zii come un’ombra indesiderata,si batte per mandare avanti il suo malandato allevamento di trote, ereditato dal padre alcolizzato.
Ma le notti sono tutte uguali e, dopo il lavoro, non rimane che ubriacarsi fino a non stare più in piedi.
Soprattutto in un inverno così diverso dagli altri, un inverno senza neve. Un inverno di pioggia e muffe.
Un inverno senza Andrea, morto cercando di attraversare con il suo scassato fuoristrada un torrente in piena.
Andrea è morto per gioco, e il gioco della vita si fa sempre più violento.
Violenta la passione di Katia, che si è appena sposata con Diego, per il bel ragazzo biondo, bello e tenebroso, che le fa la posta seduto al bancone del pub.
Violenta la gelosia, violenta l'amicizia, violento il sesso, violenti anche i sogni struggenti di un futuro più felice.
L'incapacità di affrontare il dolore per la morta dell'amico, i sensi di colpa o i tentativi di rimozione creano dinamiche che mettono a nudo la fragilità dei personaggi i, abbandonati a se stessi da adulti incapaci di elevarsi nel ruolo di guida.
Il rapporto tra le generazioni è dilaniato da segreti nascosti, dall'incapacità di dimostrare affetto, dalla violenza psicologica.
E i ragazzi finiscono irretiti, imprigionati sotto le macerie da loro stessi create.
A questa storia danno vita, affiancati da due professionisti dello spettacolo del valore di Valeria Ciangottini e Pietro Biondi, sette giovani attori non professionisti scelti attraverso una lunga campagna di provini e che per la prima volta affronteranno l'esperienza del palcoscenico.
Degli oltre duecento iscritti iniziali, provenienti da ogni angolo del Trentino, sono stati scelti quattordici attori e quattro aiuto registi che hanno preso parte a un percorso teatrale della durata di sei mesi, durante i quali si sono tenuti due seminari con maestri d'eccezione: Osvaldo Salvi e Giulia Lazzarini.
Sette di loro, frutto dell'ultima selezione compiuta dai registi, Elena Galvani e Jacopo Laurino, compongono questo cast particolarissimo, che consentirà a questi giovani talenti di vivere un'esperienza di crescita davvero unica.